*Cassidy
Ero ancora scioccata per il fatto che Calum mi aveva difeso. Mi aspettavo che ridesse insieme all'uomo, invece che fare una scenata e andare via dal posto come se fosse offeso come me.
L'intero viaggio di ritorno a casa era stato silenzioso, soprattutto perché ero così sorpresa che non mi usciva una parola dalla bocca. Le sue azioni mi confondevano. Lo odiavo ancora. Probabilmente l'avrei sempre fatto finchè non avesse cercato di scusarsi per quello che era successo tra di noi, ma pensavo che il sentimento di odio fosse ricambiato. Adesso Calum sembrava gentile con me ed io non capivo perché.
Il mio stomaco si contorse mentre scappavo in bagno quando tornammo a casa, ma mi resi subito conto che il dolore non era per il nervosismo, erano crampi. Tutto quello che vidi era il colore rosso che aveva macchiato il mio paio di mutande preferite, ricordandomi che il mio stupido dono mensile era arrivato.
Mi misi la mia arma femminile di distruzione di massa, come avrebbe detto Calum, prima di dare lo scarico e lavarmi le mani. Mi colpì un altro crampo e collassai per terra in posizione fetale, lasciandomi scappare un urletto e alcune imprecazioni.
Odiavo essere una ragazza.
L'unico modo per farmi passare i crampi era prendere una Midol e farmi massaggiare la pancia da qualcuno. Mi sarei potuta massaggiare da sola, ma era una sensazione migliore se lo faceva qualcun altro. Quando ero più piccola era mia madre a farlo perché era un'altra donna e capiva il mio immenso dolore. Sarebbe stato davvero imbarazzante chiedere a Calum questo favore, ma a questo punto non mi importava.
I miei piedi mi portarono verso la camera da letto, in cui pensavo fosse Calum. Feci un respiro profondo, ricordandomi che dovevo farlo per far passare il dolore, senza pensare a quanto sarebbe stato imbarazzante.
Afferrai la maniglia con mano tremante e aprì la porta, trovando Calum steso sul letto con un braccio sotto la testa e poggiato contro la testata. Con l'altra mano stava sostenendo il telefono, sicuramente era su Twitter come sempre.
"Cal?" Chiesi a bassa voce e lui sollevò gli occhi verso di me. "Uhm, posso chiederti una favore? E' un po' strano, ma-"
Lui lanciò il telefono di lato e si mise dritto con la canotta che gli stava larga. "Cosa ti serve?"
Mi avvicinai a lui in modo esitante e mi misi a sedere sul materasso, sentendomi arrossire per l'imbarazzo. Deglutì. "Allora... ho i crampi. E, uh, mi stavo chiedendo se tu potessi-"
"Massaggiarti la pancia?" Mi interruppe Calum, sollevando le sopracciglia. Io annuì. "Si, certo. L'ho fatto anche per Mali. Uh, vuoi, uh, stenderti?"
"Okay." Risposi, avvicinandomi per poggiare la testa sulle sue cosce. Il mio respiro si fece più pesante quando mi resi conto che stavo permettendo a Calum di toccarmi, anche se lo detestavo ancora.
Si passò una mano tra i capelli prima di sollevarmi leggermente la maglietta per esporre la mia pancia. I suoi occhi si incontrarono con i miei come per chiedere conferma e le sue mani raggiunsero rpesto la mia pancia, massaggiando in modo circolare la pelle. "Va bene?" chiese Calum, fissandomi.
"Si." Dissi, sentendo il respiro fermarsi in gola mentre i crampi iniziavano a rilassarsi.
Lui si leccò le labbra. "Quindi hai il ciclo. Questo significa che sarai ancora più irritante e lunatica del solito?"
"Probabilmente." Risposi subito, facendomi scappare una risatina che sorprese anche me. stavo ridendo di fronte alla persona che odiavo di più. Cosa stava succedendo?
Anche Calum sorrise, ma le sue labbra tornarono quasi subito normali. Questo era così strano per noi, eppure continuò a massaggiarmi la pelle. "Uh, oggi alla conferenza, sai quando hai detto di aver ascoltato la mia band? Era vero o no?"
Sinceramente, quando il loro primo album era uscito l'avevo evitato a tutti i costi. Non volevo avere niente a che fare con qualcosa che era associato a Calum. Scommettevo che era bello, lui era davvero talentuoso e immaginavo lo fosse anche il resto della band, ma non li avevo mai incontrati perché mi ero trasferita in America e Calum aveva cambiato scuola, dove aveva conosciuto Luke e Michael. alla radio c'erano costantemente le loro canzoni ed io le avevo anche canticchiate finchè non avevo scoperto di chi erano.
"Ho ascoltato la canzone delle mutande e anche quella triste che mandano in radio, ma poi basta. Scusa. Voglio dire, scommetto che il resto della vostra musica è bella, solo che non l'ho mai ascoltata perché non volevo niente a che fare con te." Spiegai, poi mi resi conto di quello che avevo detto. "E non lo voglio ancora."
Sul viso di Calum si dipinse un tipo di emozine che non riuscì a decifrare e mi sentì quasi in colpa per aver detto che ancora non mi piaceva. Ma non riuscivo a tornare a come le cose erano prima senza ricevere una scusa per quello che mi aveva fatto, anche se mi stava massaggiando la pancia.
"Grazie per prima." Dissi, visto che Calum non sembrava voler rispondere al mio commento. Adesso era completamente concentrato sul compito di allevare il mio dolore. "Non eri costretto a difendermi, ma l'ho davvero apprezzato."
Lui mi sorrise. "Non so perché l'ho fatto, sinceramente. Tipo, sono diventato davvero protettivo all'improvviso, anche se penso che sei una delle ragazze più testarde che esistano. E' strano. Immagino che la mia mente ti veda sempre come la mia migliore amica, anche se non lo sei più."
"Beh, grazie." Dissi dopo un po' di silenzio.
Calum fermò le sue mani, facendomi quasi lamentare, poi mi guardò. "Voglio che siamo di nuovo amici, Cassie. Mi manchi. Mi sei mancata per quattro anni. Non mi piace odiarti perché mi importava così tanto di te. Perché non possiamo dimenticare quello che è successo e andare avanti? Possiamo far tornare tutto com'era prima, Cass. Andiamo."
Io gemetti di frustrazione, alzandomi. "Non possiamo solo andare avanti e far finta che non sia successo niente. Mi hai ferito e non hai idea di quanto mi abbia fatto male. Mi devi delle scuse."
Lui sospirò, diventando più frustrato per colpa della mia testardaggine. "Cassidy! Se mi scuso non farà altro che riportare brutti ricordi di cui non voglio parlare. Possiamo solo dimenticarcene?"
"Dimenticarcene?" Ripetei, sollevando la voce per l'esasperazione. Sbuffai per quanto fosse stupido. "Ti sei preso la mia verginità e poi mi hai umiliato! Come diavolo ti aspetti che me ne dimentichi?"
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Roommates || Calum Hood TRADUZIONE ITALIANA
Fanfiction"Speriamo che essere coinquilini metterà fine alle discussioni." Questa storia è solo una traduzione, l'originale è di sugarplumluke.