Capitolo 20 // Realize

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*Calum

Il contrasto dell'acqua fredda contro la mia pelle era una delle sensazioni più rinfrescanti del mondo. Ero rimasto sveglio tutta la notte a coccolare Cassidy, cercando di farla smettere di piangere o solo per consolarla nel miglior modo possibile, ma ciò era risultato in zero sonno per me. anche quando Cassidy aveva finalmente chiuso gli occhi, io ero rimasto comunque sveglio solo perché ero preoccupato per lei.

Bree era in camera nostra adesso, prendendo il posto di un terapista temporaneo, ma non sapevo quanto tempo sarebbe passato prima di riavere la mia Cassie felice. Non le facevo una colpa per essere in lutto e neanche mi dava fastidio, anche io ero triste per la morte di Max, ma mi faceva male vederla soffrire così.

Quello che mi faceva incazzare, però, era il fatto che Luke non era ancora passato. Lei gli aveva detto che Max era morto e si era scusata per avergli dato buca, ma Luke non era ancora venuto a vedere come stava. Avrebbe dovuto lasciare tutto quello che stava facendo e venire qui subito. Questo era quello che avrei fatto io.

Il fatto che stessero ancora insieme mi irritava. Era inevitabile il fatto che lui l'avrebbe fatta soffrire perché era uno stupido e non sapeva niente di Cassidy. Per qualche motivo lei gli sbavava ancora dietro, anche se io ero proprio qui. Quando se ne sarebbe resa conto?

Ad un certo punto della notte, mentre la stringevo a me, avevo scoperto che la mia cotta per lei era tornata. Era tornata così velocemente e mi aveva dato uno schiaffo in faccia così forte che probabilmente mi era rimasta la guancia rossa. Cassidy era bella con una fantastica personalità e ci tenevo così tanto a lei, più di quanto mi fosse mai importato di qualsiasi altra ragazza. Non pensavo che la mia proiettività nei suoi confronti fosse solo perché era la mia migliore amica; era perché lei mi piaceva. Mi piaceva un sacco.

Anche se sentivo il bisogno di baciarla e sussurrarle cose dolci all'orecchio, c'era anche il mio altro migliore amico di mezzo. Luke poteva anche farmi impazzire, ma era comunque il mio compagno di band e migliore amico da anni e non potevo dividerli come la persona gelosa dentro di me mi stava dicendo di fare.

A: Lukey Luke – è meglio che porti il tuo culo qui presto

A: cal – io e ash abbiamo la sessione di scrittura oggi :-(

A: Lukey Luke – sei uno stupido luke. lei è praticamente la tua ragazza e il suo cane è morto, che diavolo hai di sbagliato

A: cal – lo so mi sento in colpa ma non c'è niente che possa fare

A: cal – ti voglio bene

A: Lukey Luke – anche io ma sei proprio uno stupido adesso

A: cal – si

Alzai gli occhi al cielo e lanciai il telefono di lato. Quando Bree uscì dalla stanza mi alzai e lei mi rivolse un sorriso triste. Era una delle ragazze più irritanti che avessi mai conosciuto, ma era un'amica fantastica per Cassidy.

"Devo andare a lavoro." Disse con un sospiro. "Tornerò dopo. Vuoi che vi porti del cibo o qualcosa? Penso che Cass abbia bisogno di una vaschetta di gelato."

"Si, okay. Grazie per l'aiuto, Bree." Le dissi, dandole un abbraccio amichevole. Lei si liberò dopo pochi secondi. "Hey, c'è qualcosa tra te e Michael?"

Lei fece spallucce. "Non proprio. Voglio dire, lui mi piace ma non penso che voglia fare qualcosa con me per Ashton. Ed io sono d'accordo. Quindi vedremo cosa succede."

"Va bene, ma non ferire il mio migliore amico." Dissi con tono intimidatorio anche se stavo sorridendo.

"Puoi dire a Luke che ho detto la stessa cosa." Rispose Bree. "Okay, devo andare. Ci vediamo dopo, Calum."

"Ciao." Mormorai, guardandola sparire verso la porta. Andai in camera dove vidi Cassidy stesa sul letto, fissando il soffitto come se fosse la cosa più interessante del mondo. Non dissi niente, mi stesi solo accanto a lei, prendendola tra le mie braccia e stringendola a me.

"Voglio andare a casa." Disse seria.

Le diedi un bacio sulla guancia. "Siamo a casa, Cass."

Lei si girò verso di me, i suoi occhi verdi fissavano i miei e il mio battito aumentò. "No, voglio tornare in Australia. Anzi forse no. Max non correrà più per la casa e questo mi ucciderà."

Cassidy sussultò e all'improvviso iniziò a piangere di nuovo. Si coprì il viso con le mani ed io sospirai. "Vieni qui, piccola." Dissi, spostando le braccia intorno alla sua vita per sollevarla e farla stendere direttamente su di me. Cassidy mi stava stringendo adesso come se avesse bisogno di questo abbraccio più di qualsiasi altra cosa.

Le diedi un bacio sulla fronte. "Dovresti tornare in Australia, Cass, anche se Max non ci sarà. Lì ti sentirai più vicina a lui. E sono sicuro che parte della tua tristezza è perché ti manca casa e probabilmente anche i tuoi genitori hanno bisogno del tuo supporto."

"Lo so." Mormorò, continuando a piangere contro il mio petto.

Le passai le dita tra i capelli con delicatezza per calmarla. "Parlerò con i ragazzi per vedere se posso cancellare alcune sessioni per la prossima settimana. Non ne saranno tanto felici, ma non mi importa."

La testa di Cassidy si sollevò così da ritrovarsi sopra la mia, tentandomi ancora di più di prenderla e baciarla. Ma non potevo.

Lei mi guardò confusa. "Cosa? Calum non devi venire con me."

"Si invece. Siamo un pacchetto unito." Annunciai, sorridendole.

Per la prima volta dalla morte di Max lei sorrise debolmente. "Lo faresti? Per me?" chiese, senza fiato.

"Hey, ho una famiglia che abita accanto alla tua che voglio vedere." Protestai con tono scherzoso, cosa che la fece solo sorridere di più. "Ma si. Farei di tutto per te, Cassie. Lo sai."

Adesso fu il suo turno di darmi un bacio sulla guancia. Il respiro mi si fermò in gola perché, adesso che ero consapevole della mia cotta per lei, quel semplice gesto mi stava rendendo difficoltoso pensare razionalmente.

"Possiamo, uhm, guardare i biglietti aerei?" chiese timidamente Cassidy, come se non volesse farmi capire che voleva partire il prima possibile.

"Si." Dissi, allungando un braccio verso il portatile che era sul comodino. Lei scivolò al mio fianco ed io mi misi dritto. Il portatile era tra di noi e lei stava scrivendo sulla tastiera. "E comunque pagherò io."

Cassidy mi diede una gomitata. "Cosa? No. Stai zitto."

"Si invece." Insistetti. "Sarà il tuo regalo di compleanno."

Lei mi guardò per un po' con quei suoi occhi prima di sorridere. "Sei solo troppo pigro per andare in un negozio, Cal."

Risi. "Vero."

La sua attenzione si rivolse alle varie opzioni di volo ed io sbloccai il mio telefono, aprendo la chat di gruppo con i ragazzi.

A: idioti – io e cass torneremo per un po' in Australia. Qualcuno vuole che gli porti un canguro?

Roommates || Calum Hood TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora