*Cassidy
"Ce l'hai fatta!" Disse Elizabeth, correndo verso di me per stringermi in un abbraccio imbarazzante per colpa del suo enorme pancione nel mezzo.
Ridacchiai. "Si, dovevo tornare a casa. Mi sarei sentita male se non fossi stata con voi per Natale." Dissi, posando una mano sulla sua pancia. "Come sta il bambino?"
Elizabeth fece spallucce. "Bene, sono solo molto nervosa. La data del termine è dietro l'angolo e sento che sto per scoppiare."
Aprì la bocca per rispondere ma venni interrotta da Anthony che mi abbracciò da dietro, sollevandomi per aria. Risi, ricordandomi di quando lo faceva sempre da piccoli. "Perché non mi hai detto che saresti tornata a casa?" Urlò, anche se aveva un sorriso stampato sul viso.
Anthony mi rimise a terra. "Si chiama sorpresa. Così come questo piccolo baby shower è stato una sorpresa per me. grazie per l'invito, Anth." Risposi con sarcasmo.
Lui alzò gli occhi al cielo. "Hey, non chiamarlo baby shower. Quello implicherebbe persone nude o bambini che cadono dal cielo o ragazzi che non dovrebbero venire. Questa è una festa!"
Risi al suo senso dell'umorismo. "Beh, ho messo il mio regalo in salotto. Vi lascio parlare con gli ospiti adesso. Probabilmente dovrei andare a salutare i nostri parenti."
Loro annuirono, sorridendo. Erano una delle coppie più tenere e sapevo che sarebbero stati dei genitori fantastici. Speravo che qualcuno potesse dirlo anche di me e di chi sarebbe stata la mia metà.
Mi misi a sedere sul divano, proprio accanto a mia zia Megan e sua figlia di cinque anni, Avery. Mia zia urlò subito quando mi vide e mi abbracciò.
Avery si mise a sedere sulle mie gambe. Notai che era cresciuta e che aveva delle lentiggini sul viso. Parlai con loro del mio film e di com'era stata l'Australia in mia assenza.
Nel mezzo della conversazione, il mio sguardo si spostò verso il corridoio che portava alla porta d'ingresso. Notai che si stava aprendo e mi ritrovai curiosa di sapere chi fosse arrivato tardi alla festa.
Quando la persona entrò in casa quasi non feci cadere Avery.
Era Calum. Si stava togliendo le scarpe, stringendo in mano una busta gialla ed indossava i suoi soliti skinny jeans neri nonostante il tempo caldo. Il mio respiro diventò irregolare e sentivo che il sudore stava per cadere dal mio corpo come le cascate del Niagara. Che diavolo ci faceva qui?
"Scusate, devo andare in bagno." Dissi subito, interrompendo mia zia nel mezzo della sua storia. Mi alzai subito e corsi in cucina, cercando disperatamente di evitarlo.
Non volevo vedere Calum. Non ero pronta. Avevo ancora il jet-lag e non avevo un outfit da far spalancare le mascelle che l'avrebbe fatto sbavare.
Mi nascosi dietro l'isola della cucina, abbassandomi dietro il bancone per rimanere lontana dalla vista. Il cuore mi martellava nel petto così rumorosamente che ero sicura che l'avrebbero potuto sentire da miglia di distanza.
"Non posso credere che tu ce l'abbia fatta, amico!" Sentì la voce allegra di Anthony, cosa che mi fece venire voglia di dargli un calcio nelle palle per il suo entusiasmo. Avrebbe dovuto cacciarlo da casa. Non volevo dover di nuovo guardare Calum negli occhi.
La risata di Calum rimbombò nel corridoio. Era ancora adorabile e mi odiai per aver pensato una cosa del genere. "Lo so. È bello vederti. Congratulazioni per l'essere padre, comunque."
Anthony ridacchiò. "Non sono ancora padre. Andiamo, devi avere fame. C'è del cibo in cucina."
Merda. Maledizione. Ero fregata.
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Roommates || Calum Hood TRADUZIONE ITALIANA
Fanfiction"Speriamo che essere coinquilini metterà fine alle discussioni." Questa storia è solo una traduzione, l'originale è di sugarplumluke.