Capitolo 17 // Babysitting

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*Cassidy

Quando il raggi del sole attraversarono la tenda delle finestra e illuminarono la stanza, i miei occhi si aprirono. Borbottai, sollevando le mani per coprirmi gli occhi e cercai di riaddormentarmi. Ma era inutile. Ero ufficialmente sveglia adesso.

Mi aspettavo di essere ancora sul divano, con un ragazzo che era sempre stato il migliore a fare le coccole sotto di me come cuscino. Ma invece ero sul letto, quindi Calum doveva avermi portato qui ad un certo punto oppure ero diventata sonnambula.

Sentì della musica nella casa. Mi alzai, spostandomi i capelli dal viso con le dita e andando verso la musica per vedere perché fosse così indispensabile di mattina.

Nel corridoio la musica diventò più distinta e sentì anche qualcuno che cantava. Vidi Calum in cucina che mi dava la schiena mentre cucinava qualcosa. Spalancai la bocca, che coprì con la mano, quando mi resi conto che era completamente nudo.

C'era un asciugamano bianco per terra, il che significava che si era fatto una doccia di recente, e il suo sedere era in bella vista. Ma aveva un bel sedere; era perfettamente tondo e tonico e incredibilmente da spremere.

"Calum." Dissi, visto che non mi aveva ancora notato perché era troppo concentrato sui pancakes di fronte a lui.

Calum sussultò quando sentì la mia voce, abbassando la musica con il telecomando. Mi stava ancora dando le spalle. "Cass?"

Ridacchiai. "Hai un bel sedere."

"Gesù Cristo." Mormorò a bassa voce, facendosi scappare una risatina imbarazzata mentre si abbassava per recuperare l'asciugamano e stringerselo di nuovo intorno alla vita. Poi si girò veros di me con le guance rosse. "Perché sei sveglia?" Urlò, come se fosse arrabbiato del fatto che avessi interrotto la sua danza da nudo.

Io feci spallucce, sedendomi accanto all'isola della cucina che ci separava. "Immagino che avessi la sensazione che avrei visto un bello spettacolo oggi."

Calum sollevò un chicco d'uva dalla ciotola sul bancone e me lo lanciò dritto in fronte. "Stai zitta. Sai che ti è piaciuto."

"Vero. Dovremmo decisamente fare squat insieme." Suggerì, ridendo.

Calum alzò gli occhi al cielo, come se quell'azione fosse la sua seconda natura. "Non penso che potresti gestire la mia intensità, piccola."

Il mio cuore si fermò all'uso della parola 'piccola'. Sapevo che fosse solo amichevole, soprattutto considerando il fatto che chiamavo così la maggior parte delle persone che conoscevo, ma mi fece comunque sentire dei brividi. Mi leccai le labbra prima di sorridere, cercando di comportarmi normalmente come se non mi avesse preso alla sprovvista. E cercando di coprire il fatto che il mio corpo aveva reagito in un modo simile a come mi sentivo quando mi baciava Luke. Maledizione, tutto questo mi confondeva.

"Penso che potrei durare un po'." Dissi, cercando di essere scherzosa. Mi piaceva quando ci comportavamo così, perché era quasi identico a come comunicavamo prima.

Le sopracciglia di Calum si inarcarono e mi fece l'occhiolino. "Perversa."

Io risi e arrossì quando mi resi conto che quello che avevo detto poteva avere un doppio senso. Afferrai un acino d'uva e glielo lanciai, facendo ridere Calum mentre lo schivava.

Le nostre risate vennero interrotte dal suono del mio telefono e sentì le farfalle nello stomaco mentre speravo che fosse Luke. ma non lo era. Era Troy.

Sollevai un dito per dire a Calum di aspettare. "Hey Troy." Lo salutai, portandomi il telefono all'orecchio.

"Ciao, Cass. Puoi farmi un enorme favore, ti prego?" Chiese senza fiato come se stesse saltellando per l'ansia.

Roommates || Calum Hood TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora