Capitolo 31 // Spider

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*Calum

Calum arrivò a casa poco dopo di me, ma si rifiutò di parlarmi. Andò solo dritto in camera. Certo, neanche io le avevo detto qualcosa. Ma, in mia difesa, c'era un bel film in TV.

Cassidy era testarda. Lo era sempre stata. Era parte della sua personalità. Per certi aspetti era meraviglioso perché difendeva sempre quello in cui credeva. Dimostrava quanto fosse forte. Ma nella maggior parte dei casi, significava che Cassidy voleva rimanere da sola per un po' e riflettere prima di dire qualcosa. E dovevo rispettarlo.

Sapevo che non era completamente arrabbiata con me, altrimenti sarebbe rimasta a casa di Bree per la notte. Era ovvio che avessi sbagliato, ma speravo che avrebbe ritrovato il senso e che si sarebbe resa conto di quanto fosse insignificante la situazione.

All'improvviso sentì un urlo che proveniva decisamente dalla camera da letto. Mi alzai immediatamente.

"Calum!" Urlò Cassidy ed io corsi verso la camera non appena sentì la sua voce piena di panico.

Aprì la porta, quasi senza fiato e con uno sguardo preoccupato sul viso. Cassidy era in piedi sul letto, con le mani sulla bocca. "Cass, che succede?"

"C'è un ragno." Urlò, indicando un punto in generale. Quasi alzai gli occhi al cielo, ma poi vidi il ragno e saltai indietro per la paura.

Questo ragno era fottutamente enorme.

"Oh mio Dio." Dissi, tremando quasi. Afferrai la cosa più vicina a me, il mio profumo, e mi avvicinai lentamente al gigante ragno. Iniziai subito a spruzzarlo con il profumo con la speranza di farlo morire, ma invece lui si arrabbiò e iniziò a muoversi velocemente.

Urlai, saltando sul letto con Cassidy, come se fosse una specie di luogo sicuro. Almeno se ero qui su non poteva salirmi sui piedi.

"Calum! Uccidilo! O lancialo fuori! Non lo so, fai qualcosa prima che faccia le uova!" Urlò Cassidy, anche se ero abbastanza sicuro che questo ragno non fosse incinta. Sembrava un maschio. Ma non ero un esperto di ragni. Tutto quello che sapevo era che questa cosa si stava avvicinando a noi.

"Okay, okay!" Urlai, saltellando per il panico. "Puntagli contro la torcia del telefono! Magari si congelerà!"

"Calum, questo non è un caso da elicottero!"

"Beh, potrebbe avere il panico da palcoscenico!" Dissi, continuando a fissare lo spaventoso ragno che stava salendo sul muro.

Lei urlò di nuovo, afferrando il mio braccio per la paura. "Calum, ti prego, fallo uscire dalla nostra stanza!"

Mi guardai intorno per cercare qualcosa di utile. Ovviamente non avevamo nessuna mazza da baseball e non avevo neanche tanti libri. Andai verso l'armadio e, con mani tremanti, presi la prima scarpa che trovai.

Mi avvicinai subito al muro dov'era il ragno. Più mi avvicinavo e più mi rendevo conto di quanto era enorme e di come sembrava che avesse il potenziale di sacrificarmi al diavolo con le sue zampe giganti. "Merda, Cass, è enorme. Questo può essere il ragno che ha morso Peter Parker!"

Poi lo schiacciai velocemente con la scarpa. Il rumore risuonò nella stanza. Dopo ispezionai la scarpa e i resti del ragno erano accattai sotto. Quindi la lanciai nel cestino.

Cassidy sospirò di sollievo e si accasciò sul materasso. "Grazie."

"E' stato terrificante." Dissi, ansimando. Poi ridacchiai pensando a quanto dovevamo essere stati curiosi, urlando e correndo per un innocente ragno in casa nostra. "Ma adesso è andato."

"Lo spero." Mormorò lei, passandosi le mani tra i capelli.

Andai verso il letto, sedendomi in un angolino, poi guardai Cassidy con speranza negli occhi. "Sei ancora arrabbiata con me?"

Cassidy mi sorrise. "Voglio esserlo." Disse. "Ma non posso rimanere arrabbiata con te, Cal."

Io sorrisi, stendendomi direttamente accanto a lei. "Una volta sei stata arrabbiata con me per quattro anni."

Lei ridacchiò, spingendomi gentilmente. "Okay, quello era completamente diverso." Protestò, facendomi continuare a sorridere. "Questa volta ti sei scusato subito. E sei il mio ragazzo adesso, quindi questo è quello che importa; non come siamo finiti insieme."

"Bene." Risposi, avvicinandomi a lei per unire le nostre labbra. I nostri baci mi riempivano sempre di farfalle e non mi importava neanche se sembrava troppo sdolcinato. "Mi dispiace per essermi intromesso tra te e Luke. Ma volevo solo che tu stessi con me, quindi dovevo intervenire."

"Va bene. In un modo strano è lusinghiero." Ammise lei, posando una mano sul mio braccio e accarezzandomi, tracciando il contorno di ogni tatuaggio. "Scusa per averti lasciato in aeroporto. Ma non volevo dire qualcosa di cui mi sarei pentita."

"Lo so, piccola." Le assicurai, facendo capire che mi andava bene lasciarle un po' di spazio quando le serviva. "Anche se abbiamo perso un po' di tempo per pomiciare dopo la vacanza." Aggiunsi.

Cassidy ghignò, avvicinandosi. "Beh, potremmo sempre recuperare il tempo perso adesso."

"Mi piace questa idea." Concordai, sistemandomi sopra di lei, cosa che la fece ridere nel modo più adorabile ed iniziai subito a baciarla.

Le gambe di Cassidy si strinsero intorno alla mia vita mentre mi accarezzava il corpo. Le nostre labbra si muovevano insieme come se fossero parte di una danza sincronizzata. Non persi tempo a far scivolare la lingua nella sua bocca per approfondire il bacio.

Anche se le sue mani adesso erano tra i miei capelli, io le sfiorai la pancia fino ad arrivare al petto. Toccai le curve del suo seno e lo strinsi gentilmente. Lei gemette contro le mie labbra, una delle cose più sexy, mentre io continuavo a toccarle il seno.

Ero arrivato in seconda base, ma non avrei provato a fare altro questa sera. Non stavamo insieme come coppia da tanto tempo e sapevo quanto fosse rigida Cassidy quando si trattava di sesso. Non le avrei messo fretta. Doveva essere lei a fare la prima mossa o a dirmi che era pronta, a differenza dell'ultima volta in cui avevo insistito tanto con l'idea.

Cassidy staccò le labbra dalle mie per baciarmi la mascella e il collo. Adesso ero il mio turno di gemere. "Piccola." Sussurrai, chiudendo gli occhi.

"Cal." Rispose lei, imitando il mio tono di voce teso. Non potei fare a meno di ridacchiare.

Mi girai su un fianco, afferrandola così che potesse girarsi con me. Le diedi un bacio sulla fronte per farle capire quanto la adorassi. "Congratulazioni per essere arrivato alla seconda base." Scherzò Cassidy, punzecchiandomi il petto mentre si accoccolava al mio fianco.

"Stai zitta." Risposi con una risata. Dio, amavo la nostra relazione e la nostra capacità di scherzare ed essere seri allo stesso tempo. Le accarezzai i capelli, giocando con delle ciocche mentre continuavamo a guardarci. "Me lo dirai tu quando vorrai andare avanti, okay? Non c'è fretta. Aspetteremo che tu sia pronta."

Lei mi sorrise. "Grazie per essere così comprensivo, Cal."

"Ovvio, Cass." Risposi, baciandole di nuovo la fronte. Avrei aspettato tutto il tempo necessario. "Hey, adesso che siamo a casa posso portarti ad un vero appuntamento?"

"Mi piacerebbe." Mormorò Cassidy, intrecciando le gambe con le mie.

"Okay, bene. Se avessi detto no sarebbe stato davvero imbarazzante."

Roommates || Calum Hood TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora