*Cassidy
Calum mi bloccò contro il muro, le sue labbra si muovevano contro le mie senza sforzo. Sentivo il cuore battere rapidamente contro il suo visto che non c'era assolutamente spazio tra di noi.
E per quanto volessi andare avanti, il mio cervello mi stava dicendo che era una cattiva idea. Calum mi piaceva tanto, ma avevo paura che mi avrebbe usato di nuovo. Non volevo che la nostra rinata amicizia crollasse e non ero sicura di poter sopportare un altro tradimento o cuore spezzato. Questa volta dovevo fidarmi del mio cervello, visto che una parte di me non era ancora sicura se fidarsi di Calum.
"Voglio andarci piano." Mormorai, passando le dita tra i suoi capelli mentre le sue mani mi stringevano la vita, accarezzandomi i fianchi con i pollici.
Calum mi diede un altro bacio, facendo scoppiare altri fuochi d'artificio dentro di me. "Ed io voglio che tu sia la mia ragazza."
Io sorrisi. Sapevo che anche Calum avesse una cotta per me, ma il fatto che fosse così ottimista sul fatto di voler essere serio con me mi dava una sensazione di pace. Luke non era riuscito neanche ad avere questo impegno, quindi ero felice che Calum mi adorasse così tanto da volermi chiamare sua.
"Non dovremmo avere un primo appuntamento prima?" Chiesi, ridacchiando per non sembrare acida.
"Viviamo insieme! Ogni giorno è un appuntamento!" Esclamò Calum, ridendo contro la mia bocca mentre mi baciava di nuovo, riunendo la dolce connessione delle nostre labbra.
"Ma un appuntamento vero." Protestai, facendo scivolare le mani sul suo addome fino alla sua vita per tirarlo vicino a me. "Scusa se sono irritante. Ho solo paura, okay? Quindi voglio assicurarmi che questo funzionerà. Cioè, non che non mi fidi di te, ma non mi fido di te."
Calum annuì con un sorriso e i suoi occhi brillavano di gioia. "Lo capisco, piccola. Non ti incolpo. Sono fortunato anche solo che tu mi abbia perdonato."
Il mio cuore si sciolse al suono di quel nomignolo. Era così tenero e pieno d'affetto. "Okay quando mi chiami piccola mi rendi davvero difficile andare piano." Dissi, abbassando ancora di più le mani fino al suo sedere.
Lui rise quando glielo strinsi, ammirandone la tonicità. "Beh, a meno che non vuoi che qualcosa diventi duro ti suggerisco di togliere le mani dal mio sedere."
Ridacchiai, liberandomi dalla sua presa e facendolo imbronciare. "Andiamo, Calum. Dobbiamo andare in Australia domani, dovremmo iniziare a fare le valige."
"Va bene." Calum sbuffò, intrecciando le dita con le mie mentre lo trascinavo verso la camera.
Piegai con cura vari vestiti, sistemandoli dentro la valigia che era aperta sul nostro letto. Ero felice di tornare a casa e vedere la mia famiglia. Anche se sapevo che sarebbe stato difficile tornare a casa senza il mio cane o nel posto in cui erano iniziati i miei problemi con Calum, tornare a casa era qualcosa che avevo imparato ad amare e apprezzare.
Calum si fermò dietro di me, stringendo le braccia intorno alla mia vita e posando la testa sulla mia spalla. "Sono stanco di fare la valigia." Si lamentò, dondolandoci avanti e indietro.
"Lo stai facendo solo da cinque minuti." Dissi con divertimento, poggiandomi contro di lui.
"Mi piaci, Cass." Disse all'improvviso, dandomi un bacio sulla guancia. "Non so come sono passato dal pensare a te come una sorella all'essere attratto da te, ma si. Mi piaci."
"Mi piaci anche tu." Risposi, cercando di impedire al mio cuore di impazzire e di non sciogliermi in una pozzanghera.
Posai il peluche di Max sopra la valigia, lanciando uno sguardo a Calum con un sorriso. Lui mi diede un altro bacio, ma venimmo interrotti dal suono del campanello.
Calum borbottò, lasciandomi andare per aprire la porta. Io lo seguì per curiosità, solo per scoprire che Michael era qui insieme ad una Bree molto eccitata.
"Che ci fate qui?" Chiesi, rivolgendo loro un sorriso amichevole mentre li facevo entrare.
"Stiamo andando ad un appuntamento." Rispose Bree, intrecciando le dita con quelle di Michael e sorridendogli. Lui aveva un adorabile sorriso piantato in viso ed ero felice che loro sarebbero stati contenti insieme.
Calum arricciò il naso con disgusto. Aveva sempre reso chiaro il fatto che non gli piacesse Bree o che non gli piacesse nessuno. "Beh, allora uscite da casa mia?"
Io gli diedi una gomitata nel petto anche se trovavo il suo comportamento divertente. Michael rise visto che conosceva il carattere di Calum quanto me.
"Stiamo andando via, volevamo solo salutarvi prima della vostra partenza." Disse Michael. "Ash vi porterà in aeroporto domani, vero?"
"Si." Confermò Calum. "Vuoi che passi da casa di tua madre?"
"Perché?"
"Per fare dei biscotti insieme e poi scopare sul tuo letto." Rispose Calum con sarcasmo, alzando gli occhi al cielo. Michael scoppiò a ridere, dandogli un pugno sul braccio. "No, per salutartela o portarle qualcosa da parte tua, non so."
Michael fece spallucce, facendo sollevare anche il braccio di Bree che era connesso al suo. "Nah, la chiamo ogni giorno. Va bene così." Disse, poi il suo sguardo si spostò su di me. "Oh e Cassidy, mi dispiace davvero per la storia di Luke. E' stato un po' uno stronz-o."
"Va tutto bene." Gli assicurai, visto che non ci ero rimasta male come mi aspettavo. Guardai Calum e sorrisi subito. "Comunque ho occhi per un'altra persona ormai."
"Oh, okay." Disse Michael con un cenno. Poi i suoi occhi si spalancarono e ghignò. Il suo tono diventò molto più malizioso. "Oooooh, okay."
Bree ridacchiò, trasmettendomi un senso di orgoglio solo con un contatto visivo. Aveva sempre tifato per me e Calum, anche se lui era sempre uno stronz-o con lei. "Mi devi dieci dollari, Mikey!"
"Cosa? No! Non stanno ancora insieme ufficialmente." Protestò Michael, saltellando.
Calum borbottò. "Gesù Cristo, potete andare da qualche altra parte?"
*.*.*.*
La mattina dopo Ashton ci accompagnò in aeroporto. C'erano già vari paparazzi che scattavano foto con quelle luci che mi accecavano. Calum posò una mano sulla mia schiena come se fosse una scorta protettiva e allora le urla dei nostri nomi crebbero ancora di più.
Entrai in aeroporto, Calum dietro di me e mi liberai dei fastidiosi fotografi che volevano solo catturare una foto di noi due insieme per vedere la storia che eravamo un'altra coppia di Hollywood. Forse in futuro sarebbe stato vero.
Mi tolsi gli occhiali da sole e li attaccai al mio maglione. Le persone ci indicavano e sussurravano, riconoscendo ovviamente almeno uno di noi, ma non venne nessuno a parlarci. Mi piaceva parlare con persone nuove, quindi a volte speravo che la storia della 'persona famosa' non desse l'idea che fossi intimidatoria. Ero ancora una persona normale, con un lavoro non così normale.
"Stai bene?" Mi chiese Calum.
"Sto bene." Risposi, intrecciando le dita con le sue mentre andavamo verso i controlli e ignoravamo li sguardi su di noi. Sentivo il viso bruciare per tutta l'attenzione ed ero sicura che Mel mi avrebbe presto mandato un messaggio dicendo di calmarsi con le dimostrazioni d'affetto in pubblico se non volevamo altri rumor su di noi.
Mel e Martin non ci avevano dato altre istruzioni daquando la storia dei coinquilini era iniziata, ma non sapevo se ci fosseroregole riguardo al mettersi insieme. L'unica cosa che sapevo con certezza erache essere stata costretta a vivere con Calum era una delle cose migliori chemi fossero mai successe.1207
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Roommates || Calum Hood TRADUZIONE ITALIANA
Fanfiction"Speriamo che essere coinquilini metterà fine alle discussioni." Questa storia è solo una traduzione, l'originale è di sugarplumluke.