6.

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Camminavano in silenzio, Hae un passo più avanti, guidando il ragazzo, che intanto le aveva lasciato il braccio, per la sua gioia. Si sentiva estremamente a disagio ed anche un po' infastidita dalla sua insistenza, ma si convinse che quella fosse un'altra prova da superare, restare impassibile di fronte a chi mostrava una finta gentilezza, per ottenere chissà cosa in cambio. Non capiva perché si stesse preoccupando così tanto, al punto di lasciare i suoi amici per accompagnare lei a casa, la riteneva una sprovveduta? Forse era quella l'impressione che dava, infondo lui l'aveva incontrata una volta in un locale, un po' brilla, ed un'altra volta sul ciglio di una strada isolata. Di certo non aveva scritto 'normalità' in fronte.
Quando giunsero fuori il suo appartamento, Hae indicò l'abitazione invitandolo con quel gesto a fermarsi e lui capì di essere arrivato. Con sua sorpresa, l'accompagnò fino alla porta.
"Tranquillo, non mi uccideranno qui" rise lei nervosamente, non sapendo effettivamente cosa dire, e neanche se dover ringraziarlo o invitarlo ad entrare o semplicemente mandarlo via, però fu lui a parlare e a tirarla via da quella situazione.
"Non sottovalutare i malintenzionati" passò la lingua sulle labbra, guardandola intensamente, ma sempre con distacco e quello sguardo la faceva sentire dannatamente debole.
"E tu non sottovalutare me. Per dirla tutta, tu stesso potresti essere un malintenzionato." Si fece coraggio e fissò i suoi occhi in quelli scuri, ma più freddi del ghiaccio del ragazzo.
"In tal caso, tu saresti una sprovveduta, perché ora conosco anche il tuo indirizzo di casa." Incrociò le braccia al petto e Hae la prese quasi come una sfida.
"E il tuo nome" aggiunse.
La ragazza corrucciò la fronte e scosse la testa, non gli aveva mai detto il suo nome e non l'avrebbe fatto ora. Stava per rispondergli, ma lui aprì di nuovo bocca per parlare e, porgendole la mano, le disse: "Piacere, sono Yoongi, tu sei?"
Lei d'istinto l'afferrò stringendo le dita sottili attorno al suo palmo e disse sicura: "Hae Jung, piacere m..." fermandosi poi di colpo e coprendosi la bocca con l'altra mano, quando si rese conto di essere stupidamente cascata nella sua trappola e di avergli involontariamente confessato il proprio nome.
"Ci vediamo piccola Hae Jung, buonanotte." Lasciò la sua mano sogghignando, e senza che la ragazza potesse dire o fare qualcosa, andò via.
Quella notte, per la prima volta in un mese, si addormentò senza controllare prima il profilo della brutta persona che l'aveva distrutta e senza incontrarla nei suoi incubi.

Coldness; m.ygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora