33.

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Hae si pentì subito di quella domanda siccome il silenzio nella stanza si era fatto troppo pesante e Yoongi non accennava a voler rispondere. Il ragazzo prese il sacchetto di biscotti che si trovava ancora tra i loro due corpi e prese a giocare con il bordo di carta tra le mani, rischiando per certi versi di stracciarlo. Però poi, dopo qualche minuto, la guardò e con un sorriso accennato dei suoi iniziò a spiegarle la situazione.
"Sono originario di Taegu, è lì dove si trova la mia famiglia. Sarebbe troppo costoso per me e mio fratello recarci a casa spesso, per questo abbiamo deciso di trascorrere quei giorni di vacanza qui."
Hae assimilò quelle nuove informazioni facendone tesoro, non aspettandosi di riceverne ancora molte altre, poi, sotto lo sguardo curioso di Yoongi, tolse le scarpe che aveva dimenticato di lasciare all'ingresso a causa di altri avvenimenti che l'avevano distratta al suo arrivo, e si tirò indietro sul materasso fino a poggiare la schiena contro la parete. Il contatto era per metà attutito dai due cuscini che Yoongi usava per dormire, poi afferrò la coperta piegata accanto a lei e la spiegò per coprirsi. Battendo una mano sullo spazio ora ristretto di fianco, incitò l'amico a sedersi e rifugiarsi sotto la coperta così come lei aveva fatto. Il ragazzo fece come gli era stato chiesto, sotto gli occhi sorpresi di Hae, e si appoggiò anche lui contro la parete, guardandola poi in attesa che lei dicesse qualcosa.
"Vai, continua, sono tutta orecchie." Hae sorrise innocentemente, incastrando con quell'espressione dolce Yoongi, il quale dopo un po' riprese a parlare.
"Non so esattamente cosa tu voglia sapere adesso. Ciò che posso dirti è che abito a Seul da circa quattro anni, io e Jae abbiamo dei turni in diversi bar e questo ci basta per mantenerci. È proprio in un bar che ho conosciuto i ragazzi, i primi furono Namjoon e Jin, che poi mi presentarono anche gli altri. Un giorno uscì fuori la nostra passione per la musica e decidemmo di formare un gruppo. Componiamo musica, canzoni, cantiamo e balliamo, ma per ora si tratta solo di un passatempo." Yoongi guardava un punto indefinito davanti a sé mentre parlava, come se gli stessero scorrendo davanti agli occhi tutti i ricordi degli ultimi anni ed Hae lo ascoltava con attenzione, sembrava quasi incantata, mentre lui di tanto in tanto cambiava il tono della voce a seconda di quello che diceva. Restò in silenzio perché voleva saperne di più, voleva conoscere meglio quel ragazzo misterioso, capire come si svolgeva la sua vita ed entrare un po' di più nel suo mondo.
"I miei genitori non sono molto contenti di questa scelta, hanno sempre disprezzato la musica considerandola una perdita di tempo. Per questo motivo io e mio fratello ci siamo trasferiti, per non sentire più il peso delle loro decisioni e stupide opinioni riguardo ciò che amiamo fare. Loro avrebbero preferito diventassimo entrambi dei medici, o meglio, degli avvocati. Però io sento che è questa la mia strada, fare arte. E lo stesso vale per Jae, il quale fa letteralmente arte, dipingendo dei quadri bellissimi a mio parere."
Hae poté notare un luccichio negli occhi del ragazzo quando nominò il fratello maggiore e da quello capì quanto tenesse a lui e al suo sogno, oltre che al proprio. Sentì il bisogno di ascoltare la voce di Yoongi intonare qualche canzone, anche uno di quei brani rap che lei non era solita ascoltare, e ancora di più desiderava sentirlo suonare il piano.
"Quindi i vostri genitori vi ostacolavano?"
Il ragazzo annuì.
"Sì. Un giorno, tornato da scuola, ho trovato degli spartiti musicali e dei fogli su cui avevo scritto canzoni bruciati per metà, un'altra volta ancora dei tasti mancanti dalla mia prima tastiera, che avevo acquistato facendo tanti sforzi. E questi sono solo esempi."
Hae non poteva sapere quanto potesse far male non ottenere l'appoggio e il sostegno dei propri genitori, non sapeva quanto fosse frustrante sapere che le persone più vicine potevano creare certe volte i danni peggiori, poteva solo immaginare come Yoongi si sentisse. Però lo ammirava tanto per essere stato forte, per essersi allontanato da ciò che gli creava problemi per poter finalmente realizzare il suo sogno e lavorare duro. Il ragazzo parlava di quella situazione con molta tranquillità, eppure ciò che diceva sembrava molto tagliente, allora ipotizzò che quel suo distacco nel raccontare fosse solo una forma di difesa da tutto il veleno che aveva ricevuto ingiustamente nel corso della sua vita. Avrebbe voluto recuperare ogni pezzo di quella carta sparsa, ogni tasto, ogni speranza ed incitarlo a continuare a risalire l'alta montagna. Avrebbe voluto dirgli che lei credeva in lui e che desiderava davvero lui venisse riconosciuto per il suo talento. Sarebbe diventata la sua fan numero uno. Tutto pur di vedere più spesso sul suo viso quel sorriso di fierezza che le aveva regalato nel momento in cui le aveva mostrato i biscotti.
"Le persone possono essere davvero cattive certe volte. Sembra che la felicità altrui faccia loro del male, allora cercano di ostacolarla in ogni modo. Bruciando fogli oppure tradendo chi sta al loro fianco o insultando una persona con qualche grammo di troppo fino a farla sentire insignificante. Però io ho imparato ad essere più cattivo di tutti, non m'interessa più del parere di nessuno." Ma fu proprio quest'ultima frase che lo tradì, perché le sue mani si strinsero sulle proprie ginocchia con talmente tanta forza da far diventare le nocche bianche. Ancora non guardava la ragazza, il suo sguardo era perso, era vuoto.
"Tu non sei cattivo." Hae gli si parò davanti e gli prese il viso tra le proprie mani esili, facendo ricadere dai loro busti la coperta verde acqua, e in questo modo lo costrinse a guardarla.
Non sapeva cosa volesse davvero dire o fare, allora prese tempo osservando il viso del ragazzo da una certa vicinanza. Gli occhi erano sottili, allungati verso l'esterno e così sembrava sempre imbronciato. Il naso era piccolo e carino, sembrava un pezzo a parte ed era forse l'unica cosa dolce del suo viso. I lineamenti erano duri, così come le sue labbra sottili.
"Ed io voglio che tu sia felice, te lo meriti" lo sussurrò quasi, troppo timida per riuscire a parlare con sicurezza come Yoongi sempre faceva, però non abbastanza timida da spostare le dita leggere dal suo viso, che gli stavano accarezzando la mandibola. L'espressione del ragazzo si ammorbidì, come rilassato da quel tocco, e i loro occhi scuri si incrociarono creando una linea invisibile tra di loro che non si poteva spezzare. Hae cercò di sostenere quello sguardo pungente, perché temeva che se non ci fosse riuscita, Yoongi non avrebbe colto la sincerità nelle sue parole. Parole che però gli furono da spinta, perché il ragazzo, senza dire nulla in risposta, resto in silenziò guardandola intensamente ed avvicinò con lentezza il viso al suo, riuscendo a sentire il respiro pesante della ragazza. Hae, per la tensione, si appoggiò sulle sue gambe muovendosi dalle ginocchia dalla sua precedente posizione, prese il labbro inferiore tra i denti con nervosismo, però poi subito lo rilasciò, così come fece scivolare le mani dal suo viso, dietro il suo collo, dove i capelli tinti del ragazzo le sfioravano la pelle. Poi successe tutto in un momento, le proprie labbra calde furono coperte da quelle fredde ed esperte di Yoongi, che con sicurezza e sinuosità iniziarono a muoversi guidandola in dolci e decisi movimenti. La lingua dell'altro le inumidì con leggerezza per farle scivolare le une contro le altre e poi la sentì spingere tra di esse per approfondire quell'atto. Un suo fianco fu stretto dalla mano sinistra del ragazzo, candida e grande, mentre l'altra la sentì tra i propri capelli, che li stringeva e la spingeva con una pressione dietro la nuca a farsi più vicina. Incrociò le braccia dietro il suo collo, appoggiandosi contro il petto di Yoongi e ricambiò come meglio poteva quel bacio, bacio che mostrava una certa esperienza che Dae non le aveva mai fatto vedere. Bacio che le rubò tutto il respiro e le fece contrarre lo stomaco. Bacio che fu interrotto quando i denti di Yoongi affondarono nel suo labbro inferiore e lo tirarono verso di sé.
"Hae Jung, non cercare di essere carina e di rendermi la vita più difficile di quanto tu già lo faccia."





ciao
tutto bene?
sto cercando di dissimulare
sono tentata dal cancellare tutto
ciao

una mia amica mi ha fatto venire un'idea che mi piace tantissimo per questa storia, però sono troppo pigra per attuarla

Coldness; m.ygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora