21.

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10 Gennaio.

L'anno nuovo era cominciato da solo dieci giorni e si era già mostrato un disastro per Hae, la quale ormai faticava a prendere sonno la notte temendo di fare quei brutti incubi che riaffioravano alla mente ricordi sepolti.
Riprese a guardare il cibo con una sorta di distacco, tornando a vederlo come un nemico, però non aveva forza e coraggio per allontanarsene, perché oramai non aveva più nessuno a cui piacere e qualche chilo di troppo non avrebbe guastato. Studiava, studiava e studiava per riempire le sue giornate e non pensare, aveva imparato ogni pagina dei testi a memoria e si sentiva quasi pronta ad affrontare degli esami per la prima volta in vita sua. Però, per continuare di questo passo, avrebbe avuto bisogno anche di riposo, di dormire almeno la notte, e proprio non ci riusciva.
Così, al decimo giorno del mese, provò ancora una volta a chiamare Yoongi. Aveva seriamente bisogno di una distrazione o di una scossa che la facesse ritornare alla normalità e forse Yoongi non era il ragazzo più movimentato che conosceva, ma era anche l'unico con cui aveva avuto un minimo di rapporto nell'ultimo periodo. Gli aveva scritto anche qualche messaggio, durante quelle settimane, ma non aveva mai ottenuto risposta. Non ci era rimasta male, non si aspettava nulla da quel ragazzo, però era l'unica speranza e quindi aveva provato comunque. Anche quell'ultimo tentativo fu vano, non ottenne nessuna risposta, così tornò con la testa sui libri fino a quando non si addormentò con la faccia appoggiata ad una pagina.
Fu la madre a risvegliarla, un'ora dopo circa, alle otto e mezza di sera, dicendole che qualcuno alla porta aveva chiesto di lei. Si rialzò subito non avendo idea di chi potesse essere, dato che non conosceva più nessuno che potesse andare a trovarla. Una volta alla porta, prima di aprirla, vide la mamma mandarle un'occhiata curiosa, ma anche un po' preoccupata; la ragazza scosse la testa e si rifugiò dietro la porta, dove quel qualcuno la stava aspettando.
"Jimin?" L'ultima persona che avrebbe immaginato di ritrovarsi davanti era proprio il ragazzo biondo, che con un timido sorriso stava dondolando sulle caviglie evidentemente in imbarazzo.
"Ehi, scusa, non sarei dovuto piombare così all'improvviso, ma avevo bisogno di parlarti." Rivolse alla ragazza uno sguardo, aspettando una sua reazione, temendo forse che questa fosse arrabbiata per la loro improvvisa scomparsa. Hae però non era arrabbiata, così lo condusse sul retro della casa nel garage al coperto, così da poter parlare soli senza però congelare all'aperto.
"Dimmi." Lo incoraggiò con un sorriso, sedendosi su un appoggio casuale, mentre l'altro si appoggiò allo sportello chiuso dell'auto parcheggiata.
"Beh, probabilmente ti sarai chiesta perché siamo spariti, sia io che Yoongi e io resto della crew."
Hae sapeva a cosa si riferisse, ma finse di non capire e rimase sul vago.
"In realtà sono stata molto impegnata con lo studio..." Per questo aveva scritto più volte a Yoongi, certo.
"Uhm, capisco. È successo però, ci siamo allontanati. È stata un'idea di Jin, ha notato delle tensioni ed un po' di nervosismo tra di noi e soprattutto in Yoongi, ha ipotizzato che fosse a causa di una ragazza, specificamente tu."
In quel momento fu tutto molto più chiaro nella mente di Hae, capì perché Jimin non le aveva mai scritto e perché Yoongi non si era degnato di risponderle una sola volta. Anche se trovava assurdo che Jin la ritenesse causa delle tensioni nel gruppo, Jimin era solo un buon amico e Yoongi un ragazzo bipolare che per educazione e coscienza aveva deciso di starle vicino in qualche momento.
"Sei una bellissima ragazza, e anche simpatica, senza dubbio, ma non era nei miei piani provarci con qualcuna che piace anche ad uno dei miei migliori amici. Non ho mai pensato a questa possibilità ed è per questo che ora sono qui, anche se non dovrei dirti tutte queste cose. Mi dispiace, non voglio sembrare un menefreghista che dimentica gli amici. Non so cosa prende a Yoongi, mi dispiace che stia così e vorrei seriamente aiutarlo, ma sembra avercela a morte con me e con il mondo intero." Jimin parlò mantenendo una velocità costante, con sincerità, di cuore come se Hae fosse una vecchia amica e si intenerì nel sentirlo parlare così di un suo compagno. Per le sue condizioni mentali attuali, avrebbe potuto commuoversi e cominciare a piangere da un momento all'altro, ma si diede un contegno ed ascoltò con attenzione tutto ciò che il ragazzo aveva da dire, poi si prese del tempo per formulare una risposta.
"Trovo un po' divertente che Jin possa ritenermi motivo di scontro tra due ragazzi, non sono particolarmente attraente" rise piano divertita, anche se aveva attutito i suoi pensieri nel trasformarli in parole per non impietosire troppo Jimin "hai provato a spiegargli che non è questa la situazione? Puoi dirgli che l'unica cosa che posso cercare in voi è l'amicizia e che non sono un pericolo, non ho intenzione di rovinare il vostro rapporto. In quanto a Yoongi, se rispondesse ai miei messaggi potrei parlargli, anche se con me è sempre molto antipatico." Si strinse nella felpa che indossava, una di quelle comode per studiare in casa, sfregando le mani sulle braccia per farsi calore; Jimin aveva invece preso a camminare a destra e a sinistra in quello spazio ristretto.
"Posso dirglielo, ma poi scoprirebbero che sono stato qui e ti ho parlato. Oppure potrei convincerlo a chiamarti per sapere come stai. Comunque, vorrei ringraziarti per la pazienza e scusarmi ancora una volta per essermi presentato qui senza preavviso."
"Jiminie! Stai tranquillo, non devi scusarti. Anzi, sono io a ringraziarti per avermi dato delle spiegazioni anche se non era necessario."
Fu un abbraccio affettuoso quello che seguì e segnò la fine dell'incontro tra i due ed Hae non sapeva se sentirsi sollevata oppure appesantita da altri pensieri, quali Jin che la vedeva come un problema e Yoongi che stava attraversando un periodo no e forse ce l'aveva anche con lei, giustificando quindi il suo silenzio in quei giorni.

Coldness; m.ygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora