42.

3.3K 291 81
                                    

Hae uscì dal locale, con un piccolo sorriso sulle labbra, decisa a parlare con Yoongi. Non sapeva esattamente cosa volesse dirgli, però aveva bisogno di parlare con lui, di sottrarlo dalla sua solitudine per trascorrere del tempo con lui, per non perdere del tutto quella serata.
L'ultima volta che lo aveva visto, circa una mezz'ora prima, non aveva un'espressione tanto felice in viso e se ne era andato via senza dire nulla, quindi gli avrebbe chiesto come prima cosa se ci fosse qualcosa che non andasse, poi avrebbe espresso il suo desiderio di stare in sua compagnia.
Si fece spazio tra la gente, cercando Yoongi con lo sguardo, ma non lo vide; camminò ancora un po', poi lo trovò a parlare con una ragazza a qualche metro di distanza. Indecisa sul da farsi, gli si avvicinò e quando i due si accorsero di lei, chiusero improvvisamente bocca. Yoongi lanciò un'occhiata alla ragazza con cui stava chiacchierando, chiedendole con quello sguardo di andare via e lei annuì con un sorriso, facendo per andarsene.
"Allora ci sentiamo, Suga" e si dileguò.
"Suga?" Ripeté Hae, accigliata, tra sé e sé. Yoongi era di qualche passo più a destra e aveva ripreso a smanettare con il proprio cellulare, non degnando la ragazza di alcuna intenzione. Questa tossì come per richiamarlo e così lui alzò lo sguardo inespressivo su di lei, con le labbra stese in una linea dritta e le braccia rilassate lungo i suoi fianchi.

"Hai qualcosa da dirmi? Avrei da fare" chiese spazientito, incrociando le braccia al petto e da ciò Hae capì che per qualche assurdo motivo ce l'avesse con lei: era tornato il solito stronzo.

"Qualcosa da fare con la ragazza?" Azzardò la più piccola, immischiandosi in fatti che non le riguardavano.

"E a te cosa importa?" Yoongi ridusse la distanza tra i due, il lieve vento scuoteva piano i suoi capelli avorio, gli occhi scuri erano poco visibili a causa della scarsa luce in quel luogo. Hae teneva le braccia strette attorno al proprio busto perché aveva dimenticato il suo cappottino nel locale e quando lo aveva ricordato era troppo tardi. L'aria tra i due era molto fredda, e non solo per il clima, ma per i toni e gli sguardi che stavano usando per rivolgersi l'uno all'altro e tutti i buoni propositi della ragazza le morirono in gola prima che potesse buttare fuori con le parole.

"Non m'importa. Anzi, me ne ritorno dentro che è meglio." Senza abbassare il capo, si girò facendo per andarsene, ma una risata gelida di Yoongi la fermò.

"Ora fai l'offesa? Ti consiglio di ritornare dal tuo caro Jimin, questa non è serata. Il tuo ascoltatore Yoongi è in pausa."

Hae contrasse la fronte in segno di confusione, non capiva da dove stessero provenendo quelle parole ed è inutile dire che ne rimase ferita. A questo si riduceva il loro rapporto? Per Hae Yoongi non era solo un ascoltatore, ma un ragazzo scorbutico per cui si era presa una cotta, anche se era troppo spaventata dalle sue emozioni per poterlo affermare a se stessa. Si rivoltò di nuovo, guardando l'altro in faccia.

"Si può sapere cosa stai dicendo? Hai bevuto per caso?" Ora anche lei iniziava a surriscaldarsi, era una persona abbastanza permalosa.

"Non ho bisogno di bere per dire quello che penso."

Avrebbe voluto strapparsi i capelli per il nervoso, non capiva per quale motivo dovesse comportarsi così, preferiva prenderlo per il colletto di quella camicia bianca ed attirarlo a se e farsi abbracciare fino a quando non sarebbero andati a chiamarli per tornare a casa, però tra di loro vi era una lastra di ghiaccio e non poteva muovere alcun passo verso di lui.

"Quindi ciò che pensi è che io ti usi per raccontarti i miei problemi?"

Yoongi semplicemente annuì.

Le labbra di Hae si schiusero in una risatina nervosa "Sei un idiota."

"Sì, sono un idiota perché ho pensato ci fosse del buono in te, perché ti ho permesso di avvicinarti a me, perché mi sono interessato ad una persona che non merita nemmeno un attimo del mio tempo" sputò freddo.

"Sai cosa? Io nemmeno lo voglio il tuo tempo" bugia, era lì proprio per quello "e se pensi cose così poco carine di me, preferisco togliere il disturbo ora e per sempre, anche se non ho idea di cosa ti abbia fatto di tanto male."

Allora Hae si sentì davvero ferita, non immaginava che l'altro pensasse ciò e la cosa che trovava più triste era che davvero non si sentiva di meritare il suo tempo, di non avere nulla di buono da offrirgli. Yoongi, dal suo canto, era solo più irritato dal suo comportamento, irritato anche perché forse la ragazza non aveva colpe ed era a causa sua se si trovava in quel casino, se l'aveva conosciuta ed ora ci stava rimettendo la propria sanità mentale. Ogni volta che la vedeva parlare con qualcuno, in particolare con Jimin, uno dei suoi migliori amici, sentiva il sangue ribollirgli nelle vene, la voglia di spaccare qualcosa e si sentiva stupido, stupido per provare delle cose simili.

Erano entrambi spaventati dai loro sentimenti e più questi crescevano più tendevano ad allontanarsi a vicenda.

"Davvero, scusami, non volevo sprecare il tuo tempo e farti arrabbiare. Qualsiasi cosa io abbia fatto, ti chiedo scusa" mormorò Hae. Gli occhi di Yoongi si spalancarono per la sorpresa, aveva cambiato i toni della discussione in un attimo, come se fino a quel momento avesse solo recitato la parte della ragazza forte e arrabbiata.

I sensi di colpa lo travolsero nel sentirla affranta.

Quando la ragazza si girò, lui sospirò afferrandola prontamente per i fianchi, con le proprie mani lattee e ferme. L'attirò a sé, costringendola contro il busto.

"Lasciami" ordinò in un sussurro Hae, poco convincente. La presa del ragazzo si fece più forte.

"Ti ho detto di lasciarmi" ma fu ancora una volta troppo debole.

"Se ci tieni ad andartene puoi provare a respingermi." Queste parole furono sussurrate da Yoongi, vicino all'orecchio della ragazza, che rabbrividì sentendo il suo fiato caldo sulla propria pelle fin troppo fredda. Chiuse gli occhi, trattenendo il respiro, con il viso del ragazzo ancora vicino al proprio. Si lasciò andare contro il suo petto, non avendo la forza necessaria per lottare, anche se era triste e delusa da tutto ciò che le sue orecchie avevano sentito. Non voleva che andasse così.

"Mi dispiace" aggiunse dopo un po', facendole riaprire gli occhi.

"Non lo penso davvero, sono solo confuso e... incazzato. Mi dà fastidio vederti ridere e divertirti con altre persone come non fai con me, mi fa rabbia sapere che non posso renderti felice come fanno gli altri, perché io non sono come gli altri, non sono in grado di stare vicino alle persone."

Yoongi si chiedeva come fosse possibile che ogni volta che era con quella ragazza le diceva qualcosa di importante di se, che non avrebbe mai e poi mai rivelato a nessuno. Era come se entrasse nella sua mente e tirasse una ad una tutte le parole che circolavano vorticosamente in essa e le metteva in ordine e le cacciava fuori senza chiedergli il permesso.

Hae ruotò il capo di lato per poterlo guardare negli occhi e Yoongi non vide una ragazza adulta, ma una bambina indifesa e ferita troppe volte per credere a delle scuse. Doveva assolutamente cambiare atteggiamento o l'avrebbe persa di quel passo. 

"Yoongi credo che tu mi piaccia, ma se ti comporti così mi fai male. Non voglio dovermi proteggere anche da te." Il ragazzo l'aveva sentita tutta la frase, ma si era soffermato solo sulla prima parte: finalmente aveva ammesso che le piaceva e non poteva crederci.

Avrebbe dovuto risponderle con una frase ad effetto, ma la sua mente non era capace di  articolare un discorso di senso compiuto. Le sue labbra furono più veloci e si fiondarono su quelle della ragazza in un bacio nuovo, diverso da quelli casti che si erano scambiati già qualche volta. Quel bacio sprigionava passione, il loro bisogno di sentirsi vicini; nascondeva mille scuse e parole di rimprovero, tutto ciò che volevano dirsi, senza però riuscirci. Era un bacio di due persone che si cercano, che vogliono entrarsi dentro e leggersi senza ostacoli. Con gli occhi chiusi, i nasi che si sfiorano, le dita tra i capelli e le labbra che si consumano.

"A me dà fastidio che quella ragazza ti chiami con quel nomignolo stupido" sussurrò lei contro le sue labbra, prendendosi un attimo di pausa e riallacciandosi al discorso precedente.

Yoongi si lasciò andare in un sorriso gengivale che lo rese adorabile e più bello del solito e le stampò un ultimo bacio.

"Sei bellissima Hae Jung, te l'ho mai detto?"




l'ho riscritto due volte e continua a non piacermi, a non essere come lo avevo immaginato quindi lo pubblico ora altrimenti non pubblicherò mai più HAHA
grazie per i voti e i commenti ai capitoli precedenti, siete fantastiche e vi voglio tanto bene

Coldness; m.ygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora