30 Dicembre
Quella sera Hae si sentiva davvero triste. Mancava un giorno alla fine dell'anno e questo pensiero l'angosciava ancor di più. Sentiva la massa di tutti gli oggetti sulla terra pesare sulla sua schiena ed era tanto frustrata da ciò. Avrebbe voluto restare a piangere per ore e liberarsi da qualunque cosa stesse infettando la sua anima, ma non le uscivano neanche le lacrime. Sospirò passando le mani tra i capelli e ne strinse alcune ciocche tra le dita nervosamente, desiderando più di ogni altra cosa che quel mal umore andasse via al più presto. Il cellulare iniziò a squillare, ma non aveva voglia di rispondere al momento. Sicuramente si trattava di qualche ragazza che implorava per far cambiare gestore telefonico e ad Hae, in quel momento, non andava di litigare con una persona a caso. Dopo circa mezz'ora il telefono riprese a squillare, ma la ragazza era stesa sul suo letto con la faccia nascosta nel cuscino, mentre l'apparecchio elettronico era dall'altro lato della stanza, appoggiato sulla scrivania. Lo lasciò squillare ancora una volta a vuoto. Alla terza volta, non potendone più di sentire quella suoneria fastidiosa, si alzò pronta a sfogare tutta la sua negatività sulla signorina del call center.
"Non sono interessata a cambiare, non chiamatemi più." Sospirò e fece per chiudere la chiamata, ma poi sentì una voce familiare pronunciare il suo nome. Abbassò il telefono per controllare da chi provenisse la chiamata e solo allora lesse il nome di Jin.
"Oddio Jin, scusami, pensavo fosse..." si interruppe, lasciando la frase in sospeso ed abbozzò un sorriso a se stessa, sentendosi piacevolmente sollevata nel sentire la voce del ragazzo e dei suoi amici in sottofondo.
"Passamela, passamela!"
Sentì dire dall'altro lato del telefono, poi un sospiro, e infine la voce di Jimin salutarla calorosamente.
"Come va compagna di giochi?"
Hae sorrise a quel nomignolo, ripensando alla serata film e al gioco fatto insieme.
"Tutto bene, compagno di giochi. Lì invece come va?"
Ritornò a sedersi sul letto, incrociando le gambe, mentre la fievole luce dorata della lampada illuminava la stanza e la sua figura.
"Alla grande. Comunque, mi chiedevo - ci chiedevamo, se fossi libera domani sera; daremo una piccola festa e ci sarà qualche amico, ci farebbe piacere se ci fossi anche tu."
Hae si sentì davvero felice a quelle parole, non era mai stata invitata da nessuno ad una festa e se qualche volta ci era andata era solo perché era stato invitato il suo ragazzo. Ex ragazzo. Per la prima volta fu considerata come soggetto unico e non come accompagnamento e non poté che esserne contenta.
"Hae? Se non ti va o hai altri impegni, non fa niente..."
La ragazza non si era resa conto di essere stata in silenzio per troppo tempo, così si affrettò a rispondere cercando di limitare l'entusiasmo.
"Sì, certo, sono libera e mi farebbe molto piacere partecipare a questa festa."
Dall'altro lato si sentì un sospiro di sollievo e subito dopo la voce dolce di Jimin la informò dell'orario, del luogo che sarebbe stato la palestra e poi le disse che qualcuno dei ragazzi sarebbe passato a prenderla perché non l'avrebbero fatta andare a piedi per nessuna ragione al mondo.
Quando la chiamata terminò, Hae scoppiò a ridere, notando come il suo umore fosse cambiato di così tanto nell'arco di poco tempo e di quanto la voce di Jimin l'avesse rasserenata.
Non stava facendo nulla di sbagliato, no? Non si stava affezionando a nessuno in particolare e non aveva pretese da quel gruppo di amici, li stava solo usando per compagnia come probabilmente stavano facendo loro con lei, no?un altro capitolo della serie dei capitoli che non finiscono
lo trovo un po' troppo allegro e patetico, mi sbaglio?
avrei voluto rendere quella stupida di Hae un po' più stronza e meno facilmente influenzabile dall'affetto altrui
chissà cosa la mia mente partorirà per i prossimi capitoli
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Coldness; m.yg
Fanfiction#34 IN FANFICTION #1 IN YOONGI "Non credi sia pericoloso per una ragazza sola in un locale di sera bere così tanto?" Hae si voltò verso quella voce, con un sopracciglio alzato in segno di perplessità. Davanti si ritrovò un ragazzo alto, dai capelli...