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24 Gennaio

Ora che non aveva più molto da studiare, Hae non sapeva davvero cosa farne delle sue giornate, quindi leggeva, guardava serie tv, qualche anime trovato a caso su internet, ascoltava musica e dormiva. Yoongi aveva ripreso a scriverle, anche Jimin le mandava di tanto in tanto qualche messaggio, per lo più degli audio in cui i ragazzi riuniti facevano gli stupidi e che le strappavano un sorriso. Scorreva tutto in modo normale, il suo umore non era né eccessivamente basso, né arrivava alle stelle, e le andava piuttosto bene così, considerando come era iniziato l'anno nuovo.
Il ragazzo dai capelli avorio, quel giorno, le aveva proposto di incontrarsi dopo la palestra, per guardare un film insieme e lei gli suggerì, erroneamente, di stare a casa propria.
Erroneamente perché, quando era giunta l'ora dell'arrivo del ragazzo, la madre di Hae era andata su di giri, curiosa di conoscere questo nuovo amico. Appena sentì suonare alla porta, entrambe fecero una corsa per andare ad aprire, la quale fu vinta dalla più grande.
"Jimin, ma che piacere vederti qui! Questa volta ti fermi a cenare con noi?"
Yoongi si incupì e la guardò confuso. Prima che la madre potesse capire da sola quale fosse il problema, la figlia la rimproverò.
"Yoongi, mamma, si chiama Yoongi!" Hae sbuffò frustata e si sporse verso il ragazzo, invitandolo con un cenno della mano ad entrare, per poi richiudere dietro di lui la porta.
"Salve" disse lui un po' imbarazzato, meno disinvolto rispetto a come si era comportato Jimin, la sera in cui chiese ad Hae di parlare.
"Scusami tanto Yoongi, è che non vi conosco ancora bene e faccio un po' di confusione." La donna era davvero dispiaciuta e si scusò ancora una volta prima di ritirarsi un cucina, nel suo mondo fatto di fornelli ed utensili vari.
"Simpatica tua mamma" scherzò Yoongi, in quel modo che conosceva lui, lanciando battute o frecciatine delle quali non si riusciva sempre bene a cogliere l'ironia, perché il tono con cui le pronunciava lasciava spiazzati.
"È imbarazzante" sospirò, guidandolo nella propria stanza ed appena entrambi entrarono in camera, chiuse la porta e si lasciò cadere sul letto. Dopo pochi minuti, la madre aprì la porta, perché proprio non se la sentiva di lasciare loro due soli in una stanza senza poterli controllare e questo provocò altri sbuffi da parte della ragazza.
"Perché non mi lascia in pace?" Si lamentò affondando la testa nel guanciale, così che il materiale premuto contro la sua bocca ovattasse la sua voce.
"Non vuole trovarsi con una mini Hae gironzolare per casa."
L'umorismo del ragazzo non la metteva per niente di buon umore, così si alzò dal letto lanciandogli un'occhiataccia che lo fece sorridere beffardo, per andare a recuperare il computer.
"Dato che ora sono nervosa, sei costretto a guardare un episodio di Skam per punizione." Si sedette accanto a lui, verso la fine del letto, ed appoggiò il computer sulle sue gambe cercando lo streaming.
"No ti prego, quella robaccia è per femminucce, e poi quella gente tutta capelli biondi ed occhi azzurri mi fa venire il voltastomaco." Yoongi premette una mano sulla pancia, simulando un malessere.
"Stai zitto" disse semplicemente Hae, non volendo sentire ragioni, poi guardò meglio il ragazzo, spogliato adesso del suo parka nero e lo vide coperto di una felpa anch'essa nera. "Non conosci altri colori?" Lo stuzzicò, poiché aveva deciso dovesse essere lui per quella sera colui su cui avrebbe sfogato il suo nervosismo giornaliero.
"Dovrei vestirmi di rosa per caso?" Yoongi appoggiò le mani ai lati del suo corpo, indietro rispetto al bacino così da potersi stendersi seguendo un angolo meno retto per stare più comodo, ma Hae lo spinse facendogli perdere l'equilibrio e questi cadde steso sul letto.
"Potevi dirmelo che non ti piaceva la mia posizione" roteò lui gli occhi al cielo ricevendo in risposta una risatina della ragazza. Intanto l'episodio era cominciato ed anche Hae si era stesa accanto a lui, usando il ventre del ragazzo come tavolo di appoggio per il computer e la sua spalla come cuscino.
"Che dici, stai comoda?" Le chiese irritato Yoongi e lei annuì, aggiungendo poi soddisfatta "comodissima, ora però sta' zitto che devo seguire." Yoongi accettò in silenzio quella punizione che non meritava, solo perché non gli andava di fare storie e sforzarsi tanto, così prese a giocherellare con i capelli della ragazza, non riuscendo proprio ad interessarsi a quella cosa che stava guardando. Intanto Hae si godeva quel trattamento, rilassata, e di lì a poco si sarebbe addormentata se avesse continuato di quel passo. Si rattristò al ricordo del suo ex ragazzo che faceva la stessa identica cosa. Probabilmente era l'unico gesto dolce che le riservava ed Hae lo teneva come un ricordo bellissimo nel cassettino della sua mente.
"Cos'hai?" La ragazza non capiva come quel tipo riuscisse a notare ogni impercettibile cambiamento di umore, eppure non sembrava chissà quanto attento allo stato d'animo delle persone.
"Niente, perché?" Cercò di dissuaderlo Hae, senza guardarlo perché se sapeva che se i loro occhi si fossero incontrati, lui avrebbe capito che stava mentendo.
"Ti ha dato fastidio qualcosa?" Yoongi parlava sempre con quel tono pacato, che a seconda delle situazioni poteva sembrare gentile o arrabbiato, o poteva confondere solamente.
"No, è che..." Hae non era sicura di volerglielo dire, non voleva sembrare patetica, ma alla fine cedette "i miei pensieri sono ritornati per un momento a lui e nulla, mi sono rattristita."
Yoongi sospirò profondamente e Hae sentì il suo corpo sollevarsi e poi rilassarsi nuovamente sotto il suo capo a quel gesto, così si decise finalmente a guardarlo. Vedendo la sua espressione corrucciata, si maledì mentalmente per aver confessato quel pensiero e si rese conto di dover apparire davvero stupida agli occhi del ragazzo.
Yoongi si sollevò, spostandosi bruscamente Hae di dosso e cominciò a parlare, con lo sguardo di fronte a sé, prima con un tono di voce piuttosto alto, poi riabbassandolo subito non appena ricordò che la porta era aperta.
"Possibile che dopo due mesi tu stia ancora pensando a quell'idiota? Insomma, ti ha tradito con la tua migliore amica, ora se la staranno spassando insieme, mentre tu hai ancora il pensiero fisso su di lui? Non è normale."
Hae si sentì ferita da quelle parole, non perché non fossero la verità, ma perché gliele aveva sbattute in faccia in modo così diretto, senza preoccuparsi dei suoi sentimenti in quel momento. Abbassò lo sguardo, facendosi da parte ed annuì.
"Scusa, non avrei dovuto parlartene, non volevo risultare noiosa, ma come al solito ho ottenuto questo effetto. Ora se vuoi possiamo guardare un film, magari uno che preferisci, o forse vorrai andartene, non lo so." Aveva detto tutto molto velocemente, ma mormorando e Yoongi sembrò sentirsi in colpa per quella crudezza.
"No Hae, scusami, non volevo dire questo..." Cercò di riparare, avvicinandosi alla ragazza che intanto era rannicchiata davanti al monitor, cliccando su cose a caso giusto per non starsene ferma lì come un'idiota.
"Hai ragione, non pensiamoci più, dimentica quello che ho detto."
Ma Yoongi non sembrò sentire quelle sue parole e le prese il mento con una mano per costringerla a guardarlo.
"Sei una ragazza apposto, mi dispiace che tu debba sprecare la tua vita dietro uno come lui. Perché non provi a distrarti un po', guardati in giro, conosci gente nuova."
Hae proprio non riusciva a guardarlo negli occhi, sentiva i propri farsi umidi e non voleva cedere davanti a lui.
"Cosa sono tutti questi sentimentalismi, mh?" Chiese lei con il tono più indifferente che potesse usare in quel momento.
"Mi sento in colpa."
"Quindi non sei davvero dispiaciuto perché sto male, ti senti solo in colpa per essere stato poco gentile." Questa volta lo guardò, aveva bisogno di capire se fosse sincero.
"Perché capisci sempre la cosa sbagliata?" Yoongi si passò le mani tra i capelli, temendo di aprir bocca e peggiorare la situazione.
"Mi sento in colpa per averti rinfacciato una cosa che per te è davvero triste e sono dispiaciuto perché penso tu meriti di meglio, va bene?" Doveva significare tanto che avesse detto quelle parole, mettendo da parte la sua solita freddezza e compostezza.
"C'è Jimin, perché non ci provi con lui? È un bel ragazzo, intelligente, dolce, non farebbe del male ad un mosca, sa fare tante cose..." Ma Hae lo fermò prima che potesse continuare.
"No, no. Non ho intenzione di provarci con nessuno perché uno..." iniziò a portare il conto sulle mani come se dovesse elencare la lista della spesa "non ho bisogno di una relazione, ma solo di serenità, di sofferenze ed delusioni ne ho abbastanza; due, non voglio usare una persona per distrarmi e tre..." ci pensò su non sapendo quale potesse essere il terzo punto "perché, uhm, Jimin non è il mio tipo."
"Io credo lo sia eccome, infondo tu dici di desiderare dolcezza e roba varia in una persona." Yoongi si stese nuovamente, guardando il soffitto mentre vago parlava con la ragazza, non sapendo neanche lui dove volesse andare a parare.
"Voglio potermi fidare di una persona, niente di più."
"E di me ti fidi?" Hae si voltò di scatto verso il ragazzo, non capendo inizialmente la domanda, ma poi realizzò cosa significasse e restò in silenzio. Yoongi, in assenza di una risposta, si strinse nelle spalle.
"Fa niente, capisco."
Ad Hae parve di vederlo quasi rattristito in quel momento e, anche se sapeva che in realtà a lui non importasse molto di avere o no la sua fiducia, si affrettò a rispondere.
"Sì, mi fido di te."
Yoongi la guardò sorpreso.
"Davvero?" La ragazza annuì, esitante.
Hae si fidava, non perché ne avesse motivo, ma perché la sua calma le ispirava fiducia; ed era per quel motivo che lo aveva sempre lasciato fare ciò che lui desiderava fare, accompagnarla a casa quando ancora non si conoscevano, portarla a casa propria, trascorrere del tempo insieme e presentarla agli amici. E non era dolce, non era affettuoso, quindi sapeva che quando diceva qualcosa di carino era perché lo pensava davvero, e magari non ne era nemmeno consapevole della dolcezza che certe sue parole potevano nascondere, altrimenti non le avrebbe dette mai, però Hae non poteva non notarle ed apprezzarle e quindi sì, si fidava di lui. Ciò non significava che si aspettasse cose positive da parte sue, lui non le aveva fatto nessuna promessa, non le aveva assicurato di restare suo amico, e se avesse deciso di andarsene non gliene avrebbe fatto mai una colpa.
"Mi meraviglia dirlo, ma anch'io penso di fidarmi di te."

ciaaaao come va?
bene, questo capitolo è uscito lunghissimo rispetto al primo, ad esempio e sono davvero come dire sorpresa da me stessa? e anche delusa perché volevo questa storia avesse capitoli più brevi per aggiornare prima
HAHAHA
allora, che ne dite? sto andando troppo a rilento? vi annoia? scusate per gli errori di battitura, in ogni caso
grazie mille, come al solito, per i voti e i commenti ai capitoli precedenti
✨💕

Coldness; m.ygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora