15 Gennaio
"Sono stanca, esausta, esaurita e profondamente depressa: di cosa ho bisogno? Di musica! Ho bisogno di musica." Hae chiuse i libri con uno scatto e si alzò da quella sedia con la quale aveva ormai fatto amicizia, passandoci tutte le giornate insieme a studiare, per andare ad accendere lo stereo. Inserì il primo cd che le capitò di mano ed aspettò che quel vecchio aggeggio facesse partire la prima canzone.
"Bellissima!" Iniziò a saltellare non appena le prime note del brano riempirono la stanza, felice di aver scelto, anche se inconsapevolmente, quel disco, iniziando a cantare a squarciagola in modo che anche gli abitanti della città confinante alla sua potessero sentirla. La madre accorse nella stanza della ragazza per capire cosa stesse succedendo, quando vide poi la figlia ballare scatenata si rese conto che era solo uno dei suoi tanti momenti in cui aveva bisogno di eliminare lo stress facendo caos.
"Preferisco quando ti scateni facendo le pulizie."
Solo in quel momento Hae notò l'altra persona nella stanza e subito si affrettò ad abbassare il volume dello stereo.
"Mamma?"
"Hae, va tutto bene?" Chiese la donna, un po' preoccupata, temendo che la figlia stesse trascorrendo troppo tempo sui libri, rischiando di andare al manicomio. La vedeva tutti i giorni stare dritta a studiare dalle prime ore del mattino, non andava in cucina neanche per fare colazione e si staccava da quella posizione solo per pulire la sua stanza. Non usciva più neanche con i suoi amici e la madre iniziava a farsi qualche domanda."Sì, mamma, perché?" La ragazza si sedette ai piedi del letto, mentre la mamma era ferma sullo stipite della porta. La più grande scosse la testa, abbozzando un sorriso e lasciò la figlia alle sue cose. Hae sospirò al pensiero che la madre potesse capire che la sua vita stesse andando un po' a rotoli, almeno per quanto riguardava la sfera amorosa e sociale. Non aveva mai notato il rapporto malsano che aveva con il cibo, il ragazzo che le era stato al suo fianco per circa un anno e mezzo, il male che quella che era la sua migliore amica le aveva provocato.
Scosse la testa, scacciando i brutti ricordi che stavano facendosi spazio nella sua mente e si affrettò a riaccendere lo stereo, questa volta con un volume leggermente più ragionevole, ma non abbastanza basso da far sentire alla ragazza lo squillare del telefono. Più volte la suoneria aveva cercato di richiamare la sua attenzione, così come il suono delle notifiche che si susseguivano una dopo l'altra. Hae se ne accorse solo quando il suo sguardo finì sull'oggetto illuminato, allora vi si avvicinò per scoprire di cosa si trattasse e quando vide il nome del mittente dei vari messaggi e della persona che l'aveva chiamata per tre volte di fila, rimase molto sorpresa.
'Boh' era il nome, lo stesso nome con il quale Hae aveva segnato in rubrica il numero di Yoongi. Si chiese cosa volesse e perché avesse insistito tanto, quando fino a qualche giorno prima non rispondeva a nessuna delle chiamate che la ragazza gli riservava.
Decise di richiamarlo, senza controllare i messaggi, e dopo un po' la voce fredda del ragazzo rispose.
"Hae Jung?"
"Yoongi."
Era sempre così quando si trattava di quel ragazzo, tutte le buone maniere, le parole di cortesia, i toni dolci finivano in un vortice e venivano portati via. Inoltre, in quel momento Hae non era capace di provare particolari emozioni, era sfinita da quelle lunghe giornate di studio e quelle notti insonni, non parlando con nessuno aveva anche dimenticato cosa significasse conversare.
"Hai letto i messaggi?"
"Uhm, no."
"Possiamo vederci? Devo parlarti."
A turno, tutti i ragazzi di quella palestra volevano parlarle e solo il pensiero del 'devo parlarti' metteva tanta ansia alla ragazza. Diede quindi una risposta positiva all'altro, approfittando di quell'occasione per cambiare aria e vedere qualcuno.
Dopo circa un'ora, i due ragazzi erano seduti sulla panchina nel viale dove si trovava la casa di Hae, la stessa panchina su cui si sedettero la terza volta che si erano visti. Nessuno dei due era intenzionato a parlare, anche se tecnicamente era Yoongi quello che aveva qualcosa da dire, quindi Hae si limitava ad aspettare calma.
Il ragazzo, dopo molti minuti di silenzio, si schiarì la voce e si decise a parlare, giocando nervosamente con le mani, in modo però non troppo evidente.
"Ho notato le varie chiamate che hai provato a farmi e i messaggi; sono stato molto impegnato in questi giorni."
Hae si morse il labbro inferiore, guardando un punto indefinito davanti a sé.
"Per quindici giorni?"
Yoongi annuì.
"Guarda che puoi dirmelo se non avevi voglia di parlare con me, non hai firmato nessun contratto che ci lega." Si voltò verso il ragazzo e gli sorrise debolmente, sperando che lui cogliesse la sincerità nelle sue parole.
Yoongi aggrottò le sopracciglia, e la guardò confuso.
"No, no" si affrettò a dire ed Hae lo trovò quasi carino, preoccupato da un possibile fraintendimento. "È solo che... non dovrei neanche stare qui a parlarti." Il ragazzo spostò lo sguardo passandosi nervosamente le mani tra i capelli, stringendone le punte tra le dita. Hae notò che erano cresciuti, gli arrivavano alle sopracciglia e il colore si stava sbiadendo, però gli donava comunque. Poi riflesse sulle parole del ragazzo ed improvvisamente ricordò il discorso di Jimin: forse Yoongi non gli aveva parlato per tutto quel tempo a causa del discorso di Jin, il quale temeva che la sua presenza potesse creare delle tensioni tra i due amici. Un pensiero davvero stupido, trovò Hae.
"Rilassati." Gli posò una mano sulla spalla e quel tocco il ragazzo si rilassò davvero, ritornando a guardarla tra le dita delle mani.
"Siamo amici?" Le chiese Yoongi, inaspettatamente.
Hae prese tempo, non sapendo cosa rispondere perché la risposta faceva un po' paura anche a lei, ma poi annuì.
"Mi piacerebbe trascorrere del tempo con te, da amici." Il suo sguardo era indecifrabile, non lasciavano trasparire alcuna emozione, però Hae avvertiva che era nervoso, perché giocherellava con le dita, e non ne capiva il motivo. Avrebbe voluto entrare nella testa di quel ragazzo e sapere cosa ci passava dentro, cosa si nascondesse dietro quegli occhi scuri ed inespressivi, voleva capire il perché delle sue azioni, delle sue parole sempre misurate, ma mai prevedibili.
"La prossima settimana, di lunedì, devo dare un esame; se ti va e sei libero, potresti passare per la palestra e potremmo, non so, fare un giro insieme." Che avesse bisogno anche Yoongi di un amico? Eppure ne aveva tanti. Forse necessitava di qualcuno che non lo conosceva bene così da potersi sentire più libero. Quel ragazzo era davvero capace di confonderla.ma questi capitoli da dove mi stanno uscendo?
mi dispiace per non aver aggiornato in questi giorni, ma wattpad non andava bene e mi ha anche cancellato un pezzo di capitolo :/
come al solito grazie per i voti e per essere arrivati fin qui✨
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Coldness; m.yg
Fanfiction#34 IN FANFICTION #1 IN YOONGI "Non credi sia pericoloso per una ragazza sola in un locale di sera bere così tanto?" Hae si voltò verso quella voce, con un sopracciglio alzato in segno di perplessità. Davanti si ritrovò un ragazzo alto, dai capelli...