51.

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Yoongi sospirò non appena si ritrovò di fronte alla porta di casa Jung, in attesa che la sua ragazza venisse ad aprirgli.
Erano passate due settimane dalla discussione con Jimin e due settimane mancavano all'audizione, questi pensieri quindi spinsero Yoongi a darsi una mossa e a mettere in chiaro alcune cose con lei. Fu particolarmente difficile per lui prendere una decisione, siccome gli ultimi giorni erano stati pieni di Hae e di momenti trascorsi insieme, si era sentito come se l'avesse avuta sul palmo della mano, ma che potesse sfuggire via da un momento all'altro tra le sue dita. E si sa, quando si perde una cosa, la si desidera ancora di più. Yoongi non aveva perso Hae, non ancora, ma sapeva che questo poteva accadere, quindi non poteva fare a meno di godersi tutti i momenti trascorsi con lei.
Lei accorse alla porta dopo un po', con addosso una camicia larga di un rosa che richiamava quello delle sue guance, ed un sorriso felice.
In quelle due settimane, si erano visti una sera sì ed una no, spesso si faceva trovare fuori la sua università per salutarla prima di andare agli allenamenti con i ragazzi e non andava a dormire se non aveva prima parlato per almeno dieci minuti con lei per telefono. La pregò di fargli vedere un album di fotografie di quando era piccina ed addirittura la costrinse a cantare con lui - entrambi stonatissimi - mentre suonava il piano, una volta. E si era reso conto che tutti quei piccoli gesti avevano davvero catturato il cuore di Hae.
Entrò in casa e tolse le scarpe all'ingresso, nonostante la madre della ragazza non ci fosse, perché non voleva mancarle di rispetto in nessun modo. Avvolse la sua vita con un braccio e l'attirò a sé, per rubarle un veloce bacio. Ma quel bacio fu seguito da un altro e poi da un altro ancora, finché non si diedero una tregua per riprendere il proprio respiro.
"Ti sono mancata?" Ridacchiò Hae, pronunciando le prime parole di quel pomeriggio tra i due.
Yoongi, in risposta, alzò lo sguardo al cielo formando con le labbra un'espressione di disgusto, nonostante lei gli fosse davvero mancata. Non immaginava neanche potesse essere in questo modo, con una ragazza.
"Devo parlarti." E nello stesso istante in cui lui terminò di parlare, il sorriso di Hae sparì dalle sue labbra, lasciando spazio alla preoccupazione. Devo parlarti  ha già di sé un odore di minaccia, paura e cattive notizie, ma pronunciato nel modo in cui Yoongi aveva fatto uscire quelle parole dalla sua bocca, arrivava ad evere un effetto davvero terrificante.
Hae rivide mentalmente tutti i momenti che avevano trascorso insieme nell'ultimo periodo, uno dietro l'altro nell'arco di qualche secondo, nel tentativo di trovare qualche errore in ciò che aveva fatto o detto o degli strani comportamenti da parte del ragazzo, ma tutto ciò che riusciva a vedere erano ricordi felici; per cui era più che confusa.
"Parlami allora" mormorò incerta e la sua espressione spaventata fece sentire Yoongi colpevole.
Siccome il ragazzo aveva ormai familiarizzato con quell'appartamento, si mosse come se fosse a casa sua, verso la stanza della ragazza. Hae lo seguì, osservando le loro mani intrecciate mentre lui camminava avanti a lei. Yoongi si sedette ai piedi del letto e, battendo il palmo della mano sul materasso, la invitò a sedersi a sua volta.
Hae, impaziente, si mosse sul posto mantenendo lo sguardo basso perché non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi nel momento in cui lui le avrebbe detto qualcosa di spiacevole.
"Ricordi l'audizione di cui ti ho parlato?" Iniziò.
Hae annuì, come avrebbe potuto dimenticarlo? Ne parlavano spesso e lei stessa ci pensava ogni giorno, pregando qualsiasi dio ci fosse sopra di loro affinché i BTS, come si facevano chiamare, superassero quella prova e realizzassero il loro sogno di produrre musica per una vera e propria azienda.
"Beh, nel caso dovessimo vincere... dovremmo trasferirci per un po' in Giappone." Yoongi si fermò, torturandosi nervosamente le labbra in attesa di una reazione da parte della ragazza, la quale però credeva che dovesse aggiungere ancora altro, quindi, rispettosamente, era rimasta ferma in attesa del continuo. Yoongi si schiarì la voce, come per risvegliarla, e solo allora Hae alzò gli occhi verso il suo viso, spezzando le labbra in un sorriso sincero.
"Ma è fantastico! Avreste la possibilità di visitare un altro paese ed allontanarvi da tutte le distrazioni per dedicarvi solo al vostro sogno." E l'entusiasmo con cui disse una cosa tanto innocente e genuina, spezzò il cuore di Yoongi; ma poi Hae realizzò che lei stessa era compresa tra quelle distrazioni e che l'allontanamento dalla città attuale dove si trovavano i ragazzi, stava a significare anche la loro separazione e solo allora si lasciò sfuggire un oh di realizzazione.
Ricordi di una loro precedente conversazione salirono a galla nella sua mente, di quando Yoongi le aveva detto esplicitamente di non poter reggere una relazione a distanza e ciò significava una sola cosa: se fossero passati, loro due si sarebbero lasciati.
Il ragazzo dai capelli avorio sospirò, capendo che la ragazza era giunta dove lui voleva arrivare grazie alla sua espressione destabilizzata e gli occhi che erano diventati improvvisamente lucidi.
L'unico modo per avere Yoongi al suo fianco per sempre era quello di sperare che non passassero; ma Hae desiderava la felicità del suo ragazzo ancora di più della propria e non poteva neanche immaginare di poterlo ostacolare o incolparlo per voler realizzare il suo più grande sogno, di volersi riscattare con la sua famiglia e con chiunque avesse cercato di fermarlo durante la sua vita.
"Non è detto che vinceremo... potremmo non piacere e restare qui" azzardò Yoongi, ma quelle parole fecero solo innervosire la ragazza perché sapevano tanto di breve illusione e falsa speranza. Eppure, se lui avesse davvero tenuto a lei, avrebbe potuto fare almeno uno sforzo e tentare di continuare la relazione così, per un po' di tempo, poi lei lo avrebbe raggiunto in Giappone oppure lui sarebbe ritornato a Seul*.
Hae non poteva immaginare come sarebbe stato non vederlo più quasi tutti i giorni, sentirlo meno spesso e non poter andarlo a trovare a lavoro, tanto meno uscire nel fine settimana con il resto dei ragazzi o semplicemente abbracciarlo ogni volta che ne aveva l'occasione. L'idea, però, di doversi privare di tutto ciò per sempre, la uccideva ancora di più ed avrebbe sopportato la lontananza anche per cinque anni, se poi avessero riavuto l'occasione di sfiorarsi di nuovo.
Ma per Yoongi non era lo stesso e doveva ammettere che questo pensiero l'aveva ferita, non si sentiva abbastanza da valerne la pena di un tentativo e si chiedeva se Yoongi tenesse davvero a lei tanto quanto lei tenesse a lui; anche se questa era una prova che le diceva in modo ben chiaro che non era così e che Yoongi avrebbe fatto facilmente a meno di lei, nonostante le aveva detto più volte che dal suo arrivo la sua vita era migliorata in meglio. Aveva un motivo in più per alzarsi la mattina e qualcuno di cui prendersi cura, cosa che lo faceva sentire meno inutile. In più, Hae lo ricopriva di attenzioni, di complimenti, di incoraggiamento e anche solo vederla sorridere gli dava la forza per andare avanti. Ma nel momento in cui avrebbe avuto un altro obbiettivo nella vita, un'altra fonte di soddisfazione, Hae sarebbe andata nel dimenticatoio?
"Credo di voler stare un po' da sola," disse ad un certo punto la ragazza, avendo bisogno di un po' di tempo per metabolizzare la cosa. Yoongi si sporse verso di lei e fece per dire qualcosa, ma Hae si allontanò, poi rendendosi conto del movimento brusco e vedendo l'espressione ferita di Yoongi, gli rivolse un sorriso rassicurante.
"Non sono arrabbiata o delusa, devo solo abituarmi all'idea di poterti perdere" disse semplicemente, sentendo gli occhi pizzicarle e Yoongi annuì, accettando la sua richiesta.
Solo quando fu certa che Yoongi fosse andato via, Hae si lasciò cadere di schiena sul letto e diede la libertà di scorrere giù a quelle lacrime che minacciavano di uscire da qualche minuto.
La verità era che si sentiva delusa, davvero tanto, ma non da Yoongi: lui non aveva colpe; ma da se stessa, perché ancora una volta non era stata in grado di mantenere vicino a sé una persona a cui teneva. Se si mette in conto che, quello che provava per Yoongi non era semplice affetto, ma qualcosa che stava crescendo sempre più forte, la frustrazione si moltiplicava per mille volte perché questo sentimento non era stato abbastanza da fargli cambiare idea su un argomento che ora toccava a loro più di chiunque altro.





aaaallora, okay ho un po' di cose da dirvi
innanzitutto voglio scusarmi per non aver aggiornato molto in fretta, ma ci ho messo un po' per scrivere questo capitolo perché non mi sentivo tanto ispirata
l'ho finito già ieri, però poi ho deciso di scriverne un altro prima di pubblicare questo e quindi per il prossimo dovrete aspettare solo che lo corregga
cosa ne pensate? quanto è stronzo yoongi da uno a se stesso?
ci sono delle cattive notizie
altri tre capitoli e la storia è finita e non sono sicura sarete contente del finale :/
ma ci sono anche delle belle notizie, belle più che altro per me
22K SIETE PAZZEEE ma poi questa storia è giunta fino al 34º posto in classifica, stiamo scherzando?
davvero non ci posso credere, non avrei mai immaginato che così tante persone l'avrebbero letta e non avrei neanche mai immaginato di riuscire a finirla ed ebbene sì, devo scrivere solo due capitoli e poi ho finito tutto
è un enorme traguardo per me e il supporto che mi date con delle stelline, con dei commenti dolcissimi che a volte mi fanno morire dal ridere, mi spingete a scrivere sempre di più e a fare del mio meglio
vi ringrazio di cuore e nulla, al prossimo capitolo!














































































































*volevo ricordarvi che è mia abitudine scrivere i nomi delle città straniere in italiano, almeno in questo libro, perché ho iniziato così e mi piace che ci sia continuità in ciò. Scrivo questo perché mi è capitato di essere corretta ed ho preferito avvisarvi del fatto che sia voluto tradurre i nomi di città.

Coldness; m.ygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora