Avevano chiacchierato un po', poi la ragazza aveva alzato lo sguardo sull'orologio a parete rendendosi conto di quanto si fosse fatto tardi per Jimin, che doveva tornare a casa, con la neve e non aveva ancora messo nulla nello stomaco. Fu a quest'ultimo pensiero che la ragazza sussultò, come se avesse appena ricordato qualcosa di importante e quel gesto non passò inosservato al ragazzo.
"Cosa succede?" Le chiese Jimin, preoccupato.
Lei scosse la testa, poi assunse un'espressione dispiaciuta, maledicendosi mentalmente per averlo impegnato con inutili chiacchiere."È tardi e devi ancora cenare, è colpa mia" sospirò alzandosi dal divano, poi un'idea le balenò nella mente e nonostante credeva che il ragazzo non avrebbe mai accettato, gli fece comunque una proposta.
"Che dici di mangiare qualcosa qui prima di tornare a casa? I miei non ci sono, quindi non devi preoccuparti di loro." Gli sorrise unendo le mani a mo' di preghiera, sperando che accettasse per sentirsi meno in colpa.
Lui tirò un sospiro di sollievo, comprendendo che la preoccupazione della ragazza fosse rivolta a lui, solo per la cena ritardata e avrebbe tanto voluto rifiutare, però l'idea di trascorrere un po' di tempo con la ragazza non le dispiaceva, così accettò e si ripromise che quella sarebbe stata l'ultima volta."Solo perché mi va di parlare ancora con te, per il resto non devi preoccuparti, okay?"
Hae sorrise mentre il ragazzo le scompigliava giocosamente i capelli, capelli che poi rimise in ordine passandovi le dita per pettinarli, e saltellò in cucina per preparare qualcosa da mangiare.
Non sapeva esattamente cosa cucinare e non aveva neanche molta fame, così decise di impegnarsi in qualcosa di semplice e leggero, che potesse piacere ad entrambi.
Dopo aver riempito delle fette di pane con un misto di verdure già fatto, mise quei due sandwich in altrettanti piatti e li pose sulla tavola, sul cui bordo Jimin era seduto, perso a guardare i movimenti della ragazza."È molto semplice e se hai ancora fame posso preparare..." la voce di Hae fu interrotta da Jimin, che scosse la testa curvando le labbra in un ampio sorriso.
"Va benissimo così, di solito a cena non mangio molto" le spiegò prendendo posto a tavola e diede un morso al pane, mentre Hae lo guardava come se stesse aspettando qualcosa.
Lui allora riabbassò il proprio cibo e si toccò le labbra, con le guance ancora piene."Ho qualcosa sulla faccia?" Chiese, notando lo sguardo persistente di Hae su di lui; questa scosse la testa arrossendo lievemente per essere stata colta in flagrante e prese a mangiare il suo sandwich.
Hae si sentiva in colpa per ciò che aveva scoperto con Yoongi di Jimin, perché ora lo guardava sotto un'altra luce e sapeva che era sbagliato. Non bisogna considerare una persona per i suoi problemi o le situazioni spiacevoli che deve attraversare, Hae lo sapeva molto bene, perché lei in prima persona non voleva provocare pena e pietà agli occhi degli altri."Credi che tu e gli altri potete ambire a qualcosa di più di una palestra in cui allenarvi?" Chiese tutto ad un tratt
"In che senso?" Jimin la guardò interessato, continuando a mangiare lentamente le varie verdurine che erano cadute nel piatto.
"Non so, siete tutti molto bravi, qualcuno potrebbe notarvi..." Non sapeva esattamente cosa volesse dire con quella frase, però Jimin parve capirla ed infatti annuì, riprendendo a sorridere ed appoggiò un gomito sul tavolo e il mento sulla rispettiva mano, inclinando di poco il viso così che delle ciocche di capelli gli caddero sulla fronte in modo ordinato
"Ci piacerebbe tanto, per questo stiamo mettendo a punto delle coreografie e Yoongi ha scritto delle canzoni. Stiamo lavorando duramente per poter creare qualcosa di nostro da poter mostrare al mondo."
Hae poteva già immaginare quei sette ragazzi andare in giro per il mondo, di stadio in stadio, riempiendo sale e teatri di fan, intrattenendoli con le loro fantastiche capacità da ballerini. Non li aveva mai sentiti cantare, però avrebbe messo la mano sul fuoco scommettendo che fossero bravi anche in quello, con un pianista come Yoongi, poi, non gli mancava nulla. Avrebbe tanto voluto ascoltare qualcosa da lui composto, sentire la sua voce cantare le sue parole e se avesse avuto abbastanza coraggio, gli avrebbe potuto chiedere di accontentarla un giorno.
"Io sarei di certo una vostra fan!" Sorrise Hae, sincera, sfregandosi le mani dall'emozione quasi fosse lei quella destinata ad un futuro brillante.
Jimin rise di fronte a tanto entusiasmo e si lasciò trasportare da esso, immaginando a sua volta quello che gli poteva aspettare; poi, tutto ad un tratto, la sua risata sfumò in un sorriso osservando i lineamenti del viso distesi della ragazza.
"Inizialmente pensavo fossi una tipa antipatica, di quelle fredde che trattano male tutti" ammise, cercando di non offenderla.
Hae sospirò e si alzò dalla sedia, prendendo i piatti vuoti per riporli sul ripiano della cucina. Li ripulì, con molta calma, nel frattempo Jimin l'aspettava paziente.
"Era l'impressione che volevo dare: quella di una ragazza forte che non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno. Però poi ho capito che non lo sono e non posso fingere. Non volevo affezionarmi a voi e invece è successo. Guardaci ora, stiamo chiacchierando come se fossimo amici da una vita e ci conosciamo, da quanto, due mesi?" Posò i piatti al loro posto dopo averli asciugati e si strinse nel suo maglioncino bianco, poi tornò a sedersi di fronte a Jimin.
"Non voglio negarmi la possibilità di essere felice a causa di brutte esperienze. Voglio poter amare ed essere amata, voglio dare il meglio di me in ogni caso, anche se dovessi rimanere ferita ancora una volta. Però adesso ho i miei limiti, non è facile ottenere la mia fiducia come prima, non riesco ad avere prospettive positive nel mio futuro."
Jimin l'ascoltò in silenzio, non dicendo alcuna parola neanche quando vide i suoi occhi farsi lucidi; al contrario, le sorrise confortante e le fece una sola promessa, che avrebbe davvero mantenuto ad ogni costo.
"Ti prometto che io, Yoongi, i ragazzi, ti terremo lontana da ogni cosa che potrebbe farti male ancora, da qualsiasi persona per cui non vale la pena dare la propria fiducia e cercheremo di strapparti sempre un sorriso."
E già in quel momento le aveva strappato un sorriso ed anche una lacrima alla fine non era riuscita a restare al proprio posto, però prima che Jimin potesse vederla, lei si tuffò tra le sue braccia e lo strinse più forte che poteva, tenendo quei due corpi troppo deboli ed esili racchiusi in un abbraccio.
"Ti voglio bene Jimin, non dimenticarlo mai."
mi dispiace tanto per Jimin ed Hae, che credono si possa
ancora stare bene in questo mondo
scusate se ho tardato ad aggiornare, cercherò di essere più costante
anche se non posso assicurarvelo
sto scrivendo una jikook, alla quale tengo davvero tanto, molto più
di questa storia e mi farebbe piacere se la leggeste.
come al solito grazie di tutto
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Coldness; m.yg
Fanfiction#34 IN FANFICTION #1 IN YOONGI "Non credi sia pericoloso per una ragazza sola in un locale di sera bere così tanto?" Hae si voltò verso quella voce, con un sopracciglio alzato in segno di perplessità. Davanti si ritrovò un ragazzo alto, dai capelli...