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7 Dicembre

Erano le otto di sera, i corsi finiti da un pezzo, ma Hae era ancora seduta sul marciapiede di quella buia strada. Aveva il mento appoggiato sul dorso delle mani, dita intrecciate, gomiti che si tenevano sulle ginocchia. Solo la pioggia l'avrebbe cacciata via da quel posto, ma per sua fortuna il cielo era limpido e si intravedeva qualche stella lontana. Aveva mandato un messaggio a sua madre dicendo che sarebbe stata con un'amica, invece voleva godersi il silenzio della solitudine. Dopo due ore di tranquillità, sentì delle suole di scarpe calpestare l'asfalto, così fu costretta ad alzare lo sguardo per vedere di chi si trattasse, cominciando già a sentire l'adrenalina scorrere nelle vene. Era un gruppo di ragazzi, parlavano tra di loro ad un volume non abbastanza alto da farsi sentire da Hae ed indossavano felpe da rapper e pantaloni di tuta. Erano il tipico di quadretto di quelle gang di strada che davano fastidio alle persone per puro divertimento. Fece mente locale, cercando di capire quale fosse il modo migliorare per uscire da quella situazione senza problemi, ma poi sentì una voce, quasi familiare, anche se non ricordava dove l'avesse sentita prima.
"Ancora da sola in un posto pericoloso?" Quando il fascio di luce del lampione stradale colpì il viso del ragazzo, illuminandolo, lo riconobbe, era lo stesso della sera precedente, quello che aveva trascinato via l'amico ubriaco che le aveva rimproverato di stare da sola in un locale.
"Me la so cavare anche da sola" rispose lei prontamente, senza lasciar trasparire la precedente paura che aveva provato alla vista di quel gruppo di ragazzi. Ora si sentiva un po' più sicura, se il tizio dai capelli chiari avesse voluto farle del male, avrebbe potuto agire anche al locale, dando la colpa all'alcool.
Ma cosa dire dei suoi amici? Guardavano i due con attenzione, scrutando la ragazza, forse perché non riuscivano a riconoscerla non avendola mai vista ed erano incuriositi dal fatto che Yoongi, così si chiamava, le stesse rivolgendo la parola.
Il ragazzo fece cenno al resto del gruppo di avviarsi senza di lui e questi seguirono il suo consiglio. Hae sentiva la gola secca, guardava con diffidenza la figura davanti a sé, non capendo quale fossero le sue intenzioni.
"Immagino tu stia aspettando qualcuno, resto con te a tenerti compagnia" disse semplicemente, con tono fermo che non ammetteva repliche.
"In realtà stavo per tornare a casa" mentì Hae, abbassando lo sguardo sulle maniche della propria felpa, avvertendo solo in quel momento il freddo che si infiltrava tra i vestiti.
"Vuoi indossare la mia felpa?" Chiese ancora l'altro, con indifferenza, ed Hae scosse la testa, anche se avrebbe voluto accettare, perché voleva dimostrare di stare bene e di non aver bisogno dell'aiuto di qualcuno, tantomeno di quello di uno sconosciuto.
"Ti accompagno a casa." Il ragazzo cominciò a camminare, anche se non sapeva dove l'altra abitasse, non conosceva neanche il suo nome.
"Sei gentile, ma non ne ho bisogno, conosco la strada e so arrivarci anche da sola." Sputò con tono freddo, sperando di allontanarlo, di mostrarsi forte, ma a quanto pare non funzionò, perché l'altro l'afferrò per un braccio e prese a camminare, trascinandola con sé, verso la fine di quella strada.

Coldness; m.ygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora