Il tempo che aveva chiesto Hae al suo ragazzo non le era bastato e per circa una settimana aveva evitato tutte le sue chiamate e i mille messaggi che lui le aveva inviato. Ogni volta che usciva dall'università, fuggiva come un ladro nella speranza di non incontrarlo nei pressi della palestra e quando lui era venuto a trovarla, aveva chiesto alla madre di dirgli che era malata e non se la sentiva di ricevere visite. Sapeva che il suo non era un atteggiamento maturo e sapeva anche che Yoongi stava male a causa di questo suo comportamento, lo leggeva dai suoi messaggi e anche da quelli di Jin e Jimin che la imploravano di rispondere al loro amico perché per il nervosismo e la preoccupazione aveva iniziato a saltare i pasti e tutto ciò, combinato con l'ansia per l'audizione e gli eccessivi sforzi affinché la coreografia e la canzone venissero fuori perfettamente, lo stavano riducendo ad uno straccio. Dopo sei giorni di agonia, si rese conto di non poter continuare così e che a causa sua lui, e tutti gli altri ragazzi, avrebbero rischiato di non dare il meglio durante l'esibizione e di mandare tanti anni di sacrifici in frantumi. E vedere il sogno di Yoongi ridursi in polvere, era l'ultima cosa che Hae desiderava.
Così quel giorno decise di darsi una rinfrescata ed indossare dei vestiti comodi, per poi dirigersi nella palestra dove i ragazzi si allenavano. Erano le otto di sera e non faceva freddo; l'estate si stava avvicinando sempre di più e le ore di luce erano notevolmente aumentate. Aspettò con ansia l'uscita di Yoongi, sperando che non ci fosse nessun altro con lui così da non dover dare più spiegazioni del dovuto e, per fortuna, il fato l'ascoltò. Dopo circa dieci minuti di attesa, vide Yoongi uscire dalla porta principale della palestra. Aveva un'aria stanca e due pesanti borse sotto agli occhi. Quando la vide, però, lasciò cadere il borsone a terra e il suo sguardo improvvisamente si illuminò per la sorpresa.
"Hae Jung." E sembrò sollevato nel pronunciare quel nome; Hae, però, non sapeva cosa fare o dire, anche se desiderava più di tutto corrergli incontro ed abbracciarlo. I suoi desideri furono esauditi, anche se fu il ragazzo a colui che le corse incontro el'avvolse in un forte abbraccio che a momenti la faceva soffocare. Ma poco le importava, tutto ciò che desiderava in quel momento era proprio quella sensazione di sentirsi a casa tra due braccia sicure e familiari. Le narici della ragazza furono inebriate dall'odore di shampoo e altri prodotti maschili usati dal ragazzo, siccome era da poco uscito dalla doccia e questo poté capirlo anche dalle punte dei suoi capelli ancora umide che le solleticavano il collo. Yoongi aveva nascosto il viso sulla spalla della ragazza, dovendosi abbassare leggermente per fare ciò e la teneva stretta per recuperare tutto il tempo perso, anche se si trattava di una sola settimana. Hae gli passò una mano sulla nuca accarezzandogliela dolcemente, poi lo costrinse a discostarsi dall'abbraccio.
"Hai capelli ancora troppo bagnati, prenderai un malanno così..." ma Yoongi la ignorò totalmente, guardandola attentamente negli occhi con uno sguardo di rimprovero.
"Non ti permettere mai più di fare quello che hai fatto, hai idea di quanto tu mi abbia fatto preoccupare? Non mi hai mandato neanche un messaggio per dirmi che stavi bene, ti sembra normale?" Il suo tono era duro e la voce forse fin troppo alta, ma Hae non poté non lasciarsi scappare un sorriso nel rendersi conto che davvero si era preoccupato per lei.
"Che ne dici se ne parliamo davanti un bel piatto di ramen caldo?" Propose con un piccolo sorriso e lui semplicemente annuì, fissandole insistentemente le labbra, senza avere il coraggio però di fare un singolo movimento, con il timore di essere rifiutato a causa degli ultimi avvenimenti. Ma Hae lo voleva tanto quanto lui, così si alzò sulle punte dei piedi ed intrecciò le mani dietro al suo collo per mantenersi in equilibrio. Quando le loro labbra finalmente si unirono, Yoongi si assicurò di fare in modo che Hae non avesse più il bisogno di stargli lontano, le fece capire che non vi era via d'uscita con lui e che non sarebbe stato così facile dimenticarlo. Per quanto egoistico fosse il pensiero di Yoongi, lui voleva a tutti i costi essere per Hae l'unico ragazzo di cui si sarebbe potuta innamorare, l'unico ragazzo capace di farla sentire al sicuro e di provocarle le farfalle allo stomaco. L'unico e l'ultimo.
Dopo circa mezz'ora, erano seduti uno di fronte all'altro ad un tavolo di un ristorante giapponese con davanti a loro dei piatti fumanti di ramen. Hae rigirava le bacchette nella ciotola, sapendo di dover dire qualcosa, ma non da dove cominciare. All'ennesimo sospiro di Yoongi, capì di doversi dare una mossa, così si schiarì la voce ed iniziò a parlare, dando libero sfogo alla sua mente.
"Volevo innanzitutto scusarmi per essere sparita ed averti evitato per tutto questo tempo." Alzò lo sguardo su Yoongi che la guardava impaziente, con i suoi capelli chiari che gli ricadevano sulle sopracciglia e le labbra rosee socchiuse in attesa. "Non è stato facile per me incassare il colpo. Sono certa che l'audizione andrà alla grande e che ci separerà e non fraintendere, ne sarei più che felice. Ed è per questo che ho deciso di volerci essere, di volerti assistere e di voler tifare per te e per i ragazzi, perché se realizzi il tuo sogno in parte mi sento realizzata anche io." Prese un boccone del suo cibo per prendersi del tempo e lo mandò giù.
"Devo ammettere, però, che l'idea di doverti perdere non mi lascia indifferente. Quello che c'è tra di noi non è semplice amicizia, lo sai bene credo. E per me non è nemmeno paragonabile a quello che provavo per Dae. Mi hai fatto scoprire emozioni che non credevo esistessero, sei diventato come una droga per me ed ho bisogno sempre di più di te, della tua voce, del tuo tocco sulla mia pelle, dei tuoi sorrisi enormi anche se rari e del tuo strano modo di correre intorno quando sei felice. Del tuo assillarmi per assicurarti che io abbia mangiato abbastanza, delle tue occhiatacce a qualsiasi ragazzo mi si avvicini e ai tuoi rimproveri quando credi che non mi stia trattando abbastanza bene. Sono innamorata del tuo profumo e del colore e della forma dei tuoi occhi e se tu credi di non poter sopportare la mancanza della persona che ami a causa della distanza, immagina come possa io non sopportare la tua mancanza per sempre.
Spero tu mi perdoni per questo mio egoismo e che riprenderai a prenderti cura di te perché hai dei giudici da impressionare e potrai farlo solamente se sarai in forma." E con queste ultime parole Hae terminò il suo discorso lungo e divagante, patetico e a tratti melodrammatico e senza aspettare una risposta riprese a mangiare, ringraziando se stessa per essere riuscita a non singhiozzare e ad esprimersi senza intoppi.
Yoongi rimase in silenzio per qualche secondo e la ragazza non poté non preoccuparsi, anche se non lo diede a vedere e continuò a tenere il capo chino non riuscendo a guardarlo negli occhi, fino a quando non lo sentì parlare.
"Sei una persona fantastica, Hae, ed in questo momento sto davvero desiderando di mandare tutto all'aria per restare con te." Yoongi sembrava sincero ed era totalmente colpito dalle parole della sua ragazza, tanto che stentava a credere esistesse davvero una persona disposta a scusarsi per aver sofferto a causa di un problema creato a causa di un'altra persona.
Ma tutto ciò sarebbe servito a ben poco ed Hae lo sapeva bene, così abbozzò un mezzo sorriso e riprese a mangiare, nonostante le si fosse chiuso lo stomaco da un po'.
meno dueee
allora, che ne pensate? sono davvero curiosa di sapere come credete che finirà questa storia
non mi dilungo in inutili discorsi e come al solito vi ringrazio di essere arrivati fin qui, vi vogLIO BENE
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Coldness; m.yg
Fanfiction#34 IN FANFICTION #1 IN YOONGI "Non credi sia pericoloso per una ragazza sola in un locale di sera bere così tanto?" Hae si voltò verso quella voce, con un sopracciglio alzato in segno di perplessità. Davanti si ritrovò un ragazzo alto, dai capelli...