31.

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Neanche quella volta i ragazzi furono soddisfatti della scelta del film; Jungkook guardava annoiato la commedia suggeritagli da Jin, il quale aveva solo tentato di trovare qualcosa che potesse piacere a tutti, ottenendo invece l'effetto contrario. Hae aveva ceduto dopo circa quindici minuti di film ed era caduta in un sonno profondo, schiacciata tra il divano e il corpo di Yoongi, per niente interessata a quella trama scontata e già troppo vista e rivista nei cinema. Il ragazzo non volle svegliarla, neanche per farla mangiare, perché lui in primis sapeva quanto fosse irritante essere svegliati; così mise da parte una confezione piccola di pollo ed un brick di succo di frutta, per il momento in cui la ragazza avrebbe aperto gli occhi ed avrebbe avvertito la fame. Quel momento però non arrivò, Hae era andata proprio in un altro mondo e neanche le risate dei ragazzi quando avevano iniziato a tirarsi pop corn tra di loro perdendo interesse per il film, la svegliarono.

"Pare che abbiamo trovato la versione femminile di Yoongi" ridacchiò Namjoon, andando a recuperare una coperta che poi stese sul corpo della ragazza. Si sarebbe arrabbiata davvero tanto nel momento in cui si sarebbe svegliata e li avrebbe rimproverati per nonaverla chiamata prima, però nessuno ebbe il coraggio di infastidirla, neanche Yoongi che sapeva bene come irritarla.

Giunta una certa ora, il ragazzo che non si era mai allontanato dal suo posto di fianco a lei, appoggiò impacciato una mano sulla sua spalla e la scosse piano, sperando che così si svegliasse. Jimin, che lo guardava scocciato, scosse la testa e gli suggerì di farsi da parte, perché in quel modo non avrebbe ottenuto nulla. Si sedette al posto del suo amico ed avvicinò una mano al viso della ragazza, spostandole dagli occhi alcune ciocche di capelli che lisce cadevano sulla sua pelle. Poi sussurrò più volte il suo nome, accarezzandole la spalla con gentilezza, così come faceva con i suoi amici quando dormivano tutti insieme e lui, la mattina, doveva svegliarli per far fare loro colazione.

Fu efficace il suo modo di agire, perché poco dopo Hae arricciò il naso ed aprì pian piano gli occhi per farli riabituare alla luce, ritrovandosene poi sette paia su di sé. Si tirò su con la schiena per assumere una postura più corretta ed aggrottò la fronte, cercando con lo sguardo un orologio a parete.

"Cosa è successo?"

"Ti abbiamo drogata, fatto esperimenti su di te e, una volta finito, abbiamo aspettato che ti svegliassi per scoprire quali effetti avessero avuto sul tuo corpo" le rispose Yoongi, con il suo solito sarcasmo, Hae però non si irritò, ma quasi fece finta di non averlo sentito, prima di chiedere per quale motivo nessuno l'avesse svegliata e perché l'avessero lasciata dormire nonostante fosse in compagnia.

"Tranquilla Hae, abbiamo pensato avessi avuto bisogno di riposo." Jin, cordiale, le sorrise, ma poi subito Jungkook lo smentì, incrociando le braccia al petto proprio come avrebbe fatto un bambino "non è vero, non aveva il coraggio di ammettere che il film che ha scelto era noiosissimo tanto da farti addormentare."

Hae, un po' imbarazzata, si lasciò scappare una risatina a quella scenetta e si alzò dal divano, sentendosi subito dopo tutte le ossa a pezzi a causa della scomoda posizione in cui aveva dormito.

"Mi dispiace ragazzi per non essere stata di compagnia oggi, ma dovrei andare adesso perché è tardi e i miei genitori mi staranno ancora aspettando." E mentre diceva ciò, aveva indossato il suo cappotto caldo, nel quale sparì, porgendo un sorriso di scuse, nonostante non ce ne fosse bisogno perché nessuno si era offeso e nonostante tutto, erano felici di aver trascorso un po' di tempo con lei. Si erano tutti abituati alla sua presenza, non sapevano neanche perché lei si trovasse spesso con loro, però l'apprezzavano, era tranquilla e pacata, sempre carina, allo stesso tempo era possibile divertirsi con lei; così anche Hae si stava abituando alla loro presenza, alle serate trascorse insieme, alle telefonate improvvise in cui dall'altro lato del telefono c'erano sempre più persone a risponderle, ai messaggi – anche se rari – di Jimin e ai momenti condivisi con Yoongi.

Da quella esperienza che stava vivendo con loro, aveva capito di dover approfittare delle poche occasioni che la vita le offriva, che quello poteva essere un modo per andare avanti e dimenticare ciò che l'aveva fatta stare male, che che forse il rapporto con Dae non era nulla in confronto alle cose belle che le aspettavano. La paura che l'aveva costretta in una gabbia, stava cominciando a diminuire, non temeva più di essere ferita dalle persone. Ciò non significa che non si aspettava brutte esperienze, ma che aveva ormai imparato da quella precedente come rialzarsi; aveva una nuova mentalità, si sentiva positiva.

"Hai intenzione di accompagnarmi anche questa volta, giusto?" Inclinò il capo di lato guardando Yoongi con un piccolo sorriso, mentre lo vedeva indossare il proprio cappotto; lui alzò le sopracciglia e semplicemente si strinse nelle spalle.

"Abituati."

Hae salutò uno ad uno i ragazzi, beandosi degli abbracci di persone più alte e grosse di lei, poi raggiunse Yoongi all'entrata della palestra che l'aspettava con un sacchetto tra le mani.

"Questa è la cena per te." Il ragazzo le porse il sacchetto, con non curanza e senza aspettare una sua risposta si avviò alla macchina; Hae dovette fare dei passi più grandi per raggiungerlo, stando attenta a non far cadere il pacchetto che conteneva del pollo e il brick di succo di frutta.

"Non dovevi, ormai è tardi" disse una volta entrata nel veicolo, sentendo subito il calore dei riscaldamenti posarsi sulle sue guance fredde.

"Non ha senso ciò che hai detto; ora mangia prima che arriviamo a casa."

Hae mise il broncio guardando male il ragazzo, non sopportando il suo bisogno di essere antipatico anche quando faceva qualcosa di carino per qualcuno. Si limitò ad aprire il pacchetto e a fare come le era stato chiesto, nonostante non avesse affatto fame. Intanto Yoongi guidava tranquillo, con la testa chissà dove. Hae prese l'ultimo pezzo di pollo del pacchetto e lo avvicinò alla bocca del ragazzo, il quale, senza mutare espressione, fare domande o guardarla, accolse il cibo tra le labbra e mangiò impassibile, facendo ridere Hae.

"E perché ridi ora?" Con la coda dell'occhio la guardò per la prima volta e ad Hae parve di vedere un'ombra di sorriso sul suo volto, scosse però semplicemente la testa e si appoggiò al finestrino, chiudendo gli occhi e non riuscendo a fare a meno di sorridere a sua volta, per nessun motivo in particolare.

Nonostante vivessero in una città molto affollata, la zona in cui si trovavano la palestra e le varie case dei ragazzi, era periferica e più tranquilla, di conseguenza a quell'ora della sera, poche auto passavano da quelle parti e il silenzio regnava sopra gli insignificanti suoni provenienti dagli appartamenti e i pochi negozi aperti. Hae era rilassata, ancora un po' assonnata e si soffermò ad ascoltare quel silenzio fin quando Yoongi non le fece notare di essere arrivati. La ragazza slacciò la cintura di sicurezza ed aprì lo sportello.

"Grazie, come al solito."

Il momento in cui dovevano lasciarsi era sempre un po' imbarazzante per lei. Non sapeva cosa dire, quindi si limitava a ringraziarlo.

"Allora domani vieni da me?" Yoongi si voltò finalmente verso la ragazza, appoggiandosi al volante con le braccia ed il capo, come i gattini che si appoggiano sulle gambe per chiedere del cibo, l'unica differenza era che Yoongi tutto poteva essere, tranne un gattino dolce. Quella domanda fece ricordare ad Hae la richiesta del ragazzo, di incontrarsi per parlare, e ancora una volta il panico si impossessò di lei; annuì semplicemente e poi, scendendo dalla macchina, gli rivolse un ultimo sorriso come saluto, non ricambiato ovviamente da Yoongi, ed entrò in casa.


non sono morta, ho solo avuto un blocco PER QUALCHE GiOrNo

Coldness; m.ygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora