50.

3.8K 239 41
                                    

Yoongi si sentiva particolarmente felice in quegli ultimi giorni, come forse non gli era mai accaduto prima. Persino i turni nel negozio di animali e le prove con i ragazzi non sembravano creargli tanti problemi.
Forse la ragione di tutto ciò era una ragazzina bassa poco più di dieci centimetri rispetto a lui, con degli enormi occhioni scuri ed un piccolo corpicino. La stessa ragazzina che sentiva ogni sera al telefono e che gli chiedeva se avesse trovato del tempo per mangiare e riposarsi tra un impegno e l'altro. Hae era diventato il suo pensiero fisso ed un po' si odiava per ciò, perché si era ripromesso di non lasciare che i suoi sentimenti invadessero la propria vita, tantomeno se fossero rivolti ad un'altra persona, eppure con Hae era venuto a mancare alla promessa e non riusciva ad essere indifferente a ciò che gli capitava come aveva sempre fatto. Era cotto di quella ragazza, non sapeva se l'avesse fregato il suo visino dolce oppure quei modi di fare da persona dura, ma che non duravano per più di due minuti.
Si meravigliava di come fosse lei rimasta tanto innocente ed ingenua, dopo tutte le brutte vicende che aveva dovuto attraversare a causa di persone cattive. Eppure amava di lei proprio questo suo essere ancora soffice, quel suo essersi spinta ad unirsi con una persona nonostante avesse vissuto una brutta esperienza. E si chiedeva come potesse essere in passato, quando ancora non si costringeva ad essere fredda con le persone che non conosceva bene o di cui non si fidava. Era per caso una di quelle bambine che salutavano gli sconosciuti per strada? Le uniche nozioni che aveva appreso riguardo la sua infanzia, però, erano state le infinite guerre contro Chul e gli altri bambini che la trattavano male a causa del suo peso. E pensando a ciò, a Yoongi venne voglia di vedere com'era da bambina.
Dev'essere questo quello che succede quando ti innamori di una persona: più cose conosci riguardo lei, più hai bisogno di conoscere.
Ogni momento trascorso con lei era una lotta contro la propria memoria per fotografare con la propria mente ogni dettaglio del suo corpo, come la piccola cicatrice che aveva sul dorso della mano o la ciocca di capelli di un castano più chiaro che aveva. Così come con le sue abitudini, il modo in cui si muoveva in casa o all'aperto, i piatti che preferiva mangiare e i film che preferiva guardare.
Hae neanche si accorgeva che lui la osservasse così tanto e di aver catturato totalmente la sua attenzione.
Così come stava accadendo in quel momento.
Namjoon dovette picchiargli con la mano la nuca più volte per risvegliarlo dai suoi pensieri e farlo continuare a ballare. Provarono anche la canzone che avevano scritto insieme, quella che avrebbero portato al provino, sapendo che sarebbe stata una delle ultime occasioni a loro rimaste per cantare insieme e cercare di migliorarsi sempre di più.
La data decisiva si avvicinava e man mano che i giorni venivano cancellati dal calendario, il tempo sembrava scorrere più velocemente, portando tutti e sette ad uno stato di ansia, che però Namjoon e Jin avevano imparato a gestire meglio. Adesso che tra di loro non vi era più alcun limite, almeno nel privato, potevano unirsi e diedero un grande impulso al gruppo, che sapeva di poter contare su quei due.
Hoseok divenne più iperattivo del solito e spesso restava in palestra fino a tarda notte per provare le coreografie, nonostante sia Jimin che Jungkook gli ripetevano in continuazione che così avrebbe rischiato di sforzare troppo i muscoli e poi di incorrere in un infortunio.
Yoongi si sentiva abbastanza tranquillo, perché proprio non essendo portato nel ballo, le sue parti erano molto semplici e sapeva di poter compensare con la sua tongue technology, ovvero la sua capacità di rappare veloce.
In più, aveva Hae al suo fianco che continuava ad incoraggiarlo come nessuno aveva mai fatto e questo gli bastava per spronarlo a dare il massimo.
Anche quel giorno le prove terminarono dopo mille sforzi, errori e risate e man mano tutti i ragazzi si dileguarono nelle docce per riprendersi con dell'acqua fresca.
Yoongi, come al solito, preferì andare per ultimo e con lui c'era Jimin che aspettava il proprio turno. Nel frattempo, il ragazzo dai capelli avorio, stava giocando con il proprio cellulare, dopo aver inviato un messaggio ad Hae per dirle che aveva finito, mentre Jimin prendeva i vestiti puliti dal suo borsone.
"Immagini se ci accettano?" Disse con aria sognante, ma anche con chi ha la paura di illudersi e fallire.
Yoongi alzò lo sguardo sul suo amico ed un leggero sorriso si fece spazio sulle proprie labbra al solo immaginare una risposta positiva da parte dei giudici.
"Anche se mi dispiacerà lasciare la mia famiglia per andare così lontano" aggiunse dopo poco il più piccolo tra i due.
"Lo faresti per realizzare il tuo sogno; e poi, per me non ci sarebbe alcuna differenza dato che i miei genitori non ci sono mai stati." E con ciò, si strinse nelle spalle e riprese a giocare con il telefono.
Jimin si accigliò, "e ad Hae non ci pensi? Le hai già detto dell'ipotetico trasferimento in Giappone in caso di vittoria?" Chiese Jimin, insospettito.
La risposta arrivò quando Yoongi lo guardò colpevole, rigirando nervosamente l'apparecchio elettronico tra le mani.
"Yoongi, non posso crederci." Jimin passò entrambe le mani sul proprio viso, non riuscendo a credere a quanto fosse stupido l'amico per non aver parlato ancora alla sua ragazza di un argomento così importante.
"Devi dirglielo al più presto, vuoi darle almeno un po' di tempo per abituarsi all'idea di dover avere una relazione a distanza?" Chiese cercando di mantenere la calma, poi si sedette accanto al suo amico che sembrava essere sempre più nervoso e teso.
"Le ho già detto che non mi piacciono le relazioni a distanza" rispose Yoongi, in modo freddo e coinciso.
"Non mi stai mica dicendo che hai intenzione di lasciarla?" Rise il più piccolo, sperando che l'altro stesse scherzando, ma Yoongi semplicemente alzò le spalle e disse: "se ce ne sarà bisogno."
A quel punto Jimin non poté più a trattenersi e si alzò, non riuscendo a stare fermo in un solo punto.
"Quindi tu l'hai fatta affezionare, hai finto che potesse contare su di te, che tu ci tenessi a lei solo con l'intento di lasciarla subito dopo?" I lineamenti di Jimin, che di solito erano dolci e distesi, in quel momento erano tutti tesi in modo da formare un'espressione che mostrava tutto il suo disappunto.
"Non ci posso proprio credere, Yoongi. Fattelo dire amico, ma fai proprio schifo."
A quel punto anche Yoongi si alzò, preso dall'orgoglio, perché proprio non riusciva a sopportare le persone che gli urlavano contro, soprattutto quando non se lo meritava. Yoongi era sempre stato lì ad aiutare tutti, nonostante nessuno aiutasse lui e anche Jimin era stato uno dei fortunati. Lo aveva accudito a casa propria quando aveva litigato con i suoi genitori, gli era stato vicino quando affranto mollava tutto perché credeva di non essere abbastanza per quello che faceva nell'ambito della musica e, cosa più importante, gli aveva insegnato ad apprezzare nuovamente il cibo e lo aveva tirato fuori da una situazione che, continuando di quel passo, lo avrebbe portato verso la morte. E lui così si mostrava riconoscente.
"Io non ho finto proprio nulla e tu non hai il diritto di giudicarmi, devi stare fuori questa storia perché non ti riguarda. Hae non ti riguarda" scandì bene le parole dell'ultima frase, sentendo il sangue bollirgli nelle vene.
A quel punto Jimin lo spinse per il petto, ancora più arrabbiato di lui, non disposto di certo a stare zitto.
"Credo di averne tutti i diritti, perché io ci tenevo tanto ad Hae e lo sai bene, ma mi sono fatto da parte perché sapevo quanto ci tenessi anche tu, perché avevo visto quanto fosse buona, forse troppo buona per te, e speravo che con lei, almeno tu, potessi essere felice. Mentre ora mi rendo conto che l'hai solo usata per tutto questo tempo, per avere una compagnia, perché è stata l'unica a non allontanarsi nonostante tu lo meritassi, mentre se ci fossi stato io al posto tuo non l'avrei lasciata per nessuna ragione al mondo, anche se lei si fosse trasferita in Alaska."
I sensi di colpa colpirono Yoongi, il quale però non voleva mostrare di avere torto, anche perché lui teneva davvero ad Hae, forse più del dovuto.
Jimin continuò, avanzando sempre di più verso il ragazzo fino a quando questi non finì letteralmente con le spalle al muro.
"Mi fai schifo perché è questo quello che fai sempre, fai affezionare le persone facendo credere loro di essere speciali per te, le aiuti, le fai abituare alla tua presenza, alle tue attenzioni e poi le lasci andare come se non ti fosse mai importato di loro, rimettendo su quella maschera di indifferenza che vorrei rompere a pugni,"
"E ti odio perché è stato quello che hai fatto anche con me" ammise Jimin, abbassando gradualmente la voce perché quel segreto non lo aveva mai svelato a nessuno e non aveva intenzione di farlo, ma in quel momento si stava sfogando e non riuscì a fermarsi "avevi iniziato a piacermi, nel modo sbagliato, come non dovrebbero piacersi due amici, perché sei stato l'unico ad interessarti a me. Mi sono sentito sollevato in cielo, ero felice, credevo di aver trovato finalmente una persona degna di amore su questa terra e mi ero sentito così anche io, poi tutto d'un tratto hai smesso di venire a casa mia, di chiamarmi la notte prima di andare a dormire e di controllare se avessi mangiato tutti i pasti, nonostante allora mi desse tanto fastidio." Sospirò, cercando di trattenere una lacrima che minacciava di uscire, ma no, non avrebbe mai ceduto di fronte ai suoi occhi, non era un atteggiamento da uomo maturo. Yoongi era paralizzato, non sapeva cosa dire, non sapeva se aveva sentito bene ciò che Jimin gli aveva detto. Un senso di nausea lo travolse.
"Hai smesso persino di rivolgermi la parola in palestra, fino a quando non è arrivata lei, Hae, e mi hai parlato solamente per chiedermi di stare lontano da lei. Ed io l'ho fatto, perché ci tenevo troppo a te per rubarti qualcosa che avrebbe potuto renderti felice. Ma tu ci pensi mai alla felicità degli altri?" E questa ultima frase uscì come un sussurro spezzato dall'improvviso incrinarsi della voce. Prima che Jimin potesse cedere ai propri sentimenti, indietreggiò, spaventato perché si era messo completamente a nudo sotto gli occhi di una persona per cui aveva provato dei sentimenti forti, ma che lo aveva lasciato come tutti fanno. Strinse forte le punte dei capelli tra le dita e lasciò la stanza, velocemente, lasciando uno Yoongi confuso, stordito dalle troppe notizie che aveva ricevuto e dal timore di aver rovinato tutto a causa della sua incapacità nell'ambito dei rapporti umani.
Jimin aveva davvero provato qualcosa per lui? Eppure non se ne era mai accorto, non aveva mai notato niente di strano. Ma, cosa ancora più importante, davvero Jimin meritava Hae più di lui? Davvero non ci teneva sinceramente a quella ragazza e non aveva fatto altro che crearle un altro problema?
Dopo quella poco lieta chiacchierata, comprese che aveva bisogno di schiarirsi le idee e capire cosa provava davvero, quale fosse la cosa giusta da fare e come comportarsi da quel momento in poi. Infine, avrebbe trovato un modo per scusarsi con Jimin, perché l'ultima cosa che desiderava, era far soffrire uno dei propri migliori amici.

okay, capitolo un po' lunghetto
era questa la cosa 'cattiva' di cui vi parlavo, anche se non è niente di cattivo haha credo che qualcuno lo avesse già immaginato di Jimin, all'inizio della storia e niente, lo so che lo dico sempre, ma questa storia sta davvero giungendo alla sua fine AHAHAH
spero vi sia piaciuto e non lo so, dovevo dire tante cose ma le ho dimenticate tutte
caso mai le aggiungo dopo ok

Coldness; m.ygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora