37.

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Il suono di una chiave girare nella serratura fece sobbalzare Hae, che con uno scatto scese dal tavolo come colta in flagrante. Aveva dimenticato che sua madre non tornava troppo tardi da lavoro e che, inevitabilmente, avrebbe scoperto che Yoongi era stato lì. Non che le creasse molti problemi, però sapeva quanto poteva essere imbarazzante sua madre e avrebbe preferito tenerla all'oscuro di quella visita programmata.
Come immaginato, la donna entrò in cucina con un'espressione estasiata in viso.
"Ma che ottimo profumo di cioccolato!"
Poi si rese conto di una presenza estranea in cucina, oltre a sua figlia, la quale stava mordicchiando nervosamente l'unghia curata dell'indice.
"Ji... Yoongi!" Esclamò non appena lo vide e Hae realizzò che Jimin avesse fatto davvero colpo su sua madre, se ancora ricordava il suo nome dopo averlo visto una sola volta, però almeno si era corretta in tempo e le fece piacere ciò.
Yoongi si limitò a ricambiare il saluto con un inchino e un piccolo sorriso imbarazzato, che fece ridacchiare Hae.
"Oggi Yoongi è stato tanto gentile da aiutarmi a preparare dei biscotti, i miei preferiti!" E dicendo questo si diresse verso il forno per spegnerlo, dato che i biscotti erano ormai cotti; le sue parole non fecero altro che aumentare l'imbarazzo di Yoongi, ma alla ragazza piaceva troppo quella situazione, non lo aveva mai visto così indifeso, di solito era lei quella messa in soggezione.
Quando aprì il forno, sentì il calore forte colpirle il viso e si spostò di scatto, facendo scuotere la testa alla madre che ormai era abituata alla sbadataggine della figlia.
Tirarono fuori la teglia di biscotti ed Hae non poté non notare un sorriso di soddisfazione sul viso di Yoongi, il quale si stava godendo il suo momento di gloria mentre la madre si complimentava per quanto fossero belli e, una volta assaggiati, buoni quei dolcetti.
"Compimendi, siete stati brafissimi" disse mangiando un biscotto, tenendo la mano curata davanti alla bocca, poi chiese il permesso ad entrambi di andare a fare un bagno per rilassarsi dopo la pesante giornata di lavoro ed Hae gliene fu davvero grata.
"Adoro quella donna" ridacchiò Yoongi, mangiucchiando un biscotto.
"Io adoro questi cosi" ammise, invece, Hae, che credeva davvero di non aver mai mangiato qualcosa di così semplice eppure così gustoso.
"La smetti di dedicare tutte le tue attenzioni a quei biscotti? Se non fosse per me, non li avresti mai assaggiati." Yoongi mise il broncio, incrociando le braccia al petto, troppo offeso per poterla guardare in viso.
"Suvvia, non hai mai avuto bisogno delle mie attenzioni, non capisco perché tu le voglia proprio adesso." Hae lo pensava davvero.
Yoongi era un ragazzo riservato e distaccato, autosufficiente, non sembrava apprezzare la presenza di persone che non fossero i suoi migliori amici e non parlava molto, non rideva quasi mai, una pezzo di marmo freddo ed impassibile. Quindi non si era mai preoccupata di mostrarsi affettuosa ed apprensiva nei suoi confronti, non credeva che la cosa gli avrebbe fatto piacere e per questo stesso motivo, non aveva fatto nulla per approfondire il rapporto che aveva con lui, perché non voleva appigliarsi ad una persona che non le avrebbe mai voluto bene, per poi dover soffrire alla presa d'atto di essere solo una conoscente per lui. Una conoscente che però aveva ascoltato, consigliato, consolato.
"Sto cercando le tue attenzioni dal primo momento in cui ti ho vista." Yoongi mise su il sorriso da bambino imbarazzato, ma anche frustrato, poi si spolverò le mani e come se non avesse detto nulla si diresse verso il divano, su cui si sedette comodamente, come se fosse a casa sua.
Hae proprio non capiva quel ragazzo: un momento prima diceva qualcosa che faceva intendere di volere un rapporto più profondo di una semplice amicizia, il momento dopo la ignorava senza alcuna difficoltà e la cosa le dava ai nervi.
"A me non sembra tu abbia mai chiesto qualcosa." Non sapeva da dove le usciva quel tono autoritario e non capiva per quale motivo le interessasse tanto, lei non si era mai preoccupata di questo. Però in quel momento ci tenne così tanto a precisare i suoi pensieri, come se avesse taciuto per troppo tempo ed avesse avuto bisogno solo in quel momento di tirare fuori l'irritazione causata dal genere umano che aveva accumulato per tutta la sua vita.
Lei le persone non le capiva proprio. Giocavano con i sentimenti altrui, si rinchiudevano in relazioni che non volevano davvero facendo illudere l'altro e se volevano qualcuno, non facevano niente per prenderselo. Un giorno sembravano essere dolci, l'altro erano acide, non sapevano cosa volessero, cosa desiderassero e da cosa volessero stare lontane e lei era confusa, era confusa da tali comportamenti e di conseguenza diventava incoerente a sua volta.
Però voleva chiarezza e se non avesse ottenuto chiarezza, allora avrebbe mantenuto le distanze  con piacere da tutti. Lei da sola ci sapeva stare.
"Lascia perdere, Hae Jung, non è importante." Yoongi sospirò, abbassando le palpebre, poi le sue labbra si costrinsero in un sorriso tirato.
"È importante per me, puoi permettermi di capirti una volta per tutte?" Avrebbe voluto urlargliele contro quelle parole, però sua madre era in casa e non poteva farle sentire ciò che stava accadendo.
"Cosa vuoi che ti dica? Cosa non ti è abbastanza chiaro?"
Yoongi si alzò riaprendo gli occhi e stringendoli in due fessure sottili per il nervosismo, con le braccia leggermente aperte lungo i suoi fianchi.
"Sono partito col cercare di passare del tempo con te accompagnandoti ogni volta a casa, ti ho fatto conoscere i miei amici nonostante non volevo mettessero le loro grinfie su di te, mi sono sentito in colpa quando Jin mi ha rimproverato di essere un incosciente, perché aveva capito che anche Jimin sembrava essere interessato a te eppure io non mollavo la presa, rischiando di rovinare la nostra amicizia. E poi ti ho invitata a casa mia, dove quasi nessuno ci è mai stato, ti ho raccontato della mia vita passata, ho trascorso la vigilia di Natale con te e ti ho preparato biscotti perché temevo non mangiassi abbastanza, tutto questo sapendo che sei ancora cotta del tuo ex ragazzo. Tutto questo per una ragazzina conosciuta quando, tre mesi fa?"
Gli occhi di Hae erano puntati sulle iridi scure di Yoongi, le labbra schiuse per la sorpresa, mentre incassava tutte quelle parole che le fecero aprire gli occhi per la prima volta.
Yoongi aveva paura di essere rifiutato a causa della relazione della ragazza passata? Era per quello che non si sbilanciava mai più del dovuto?
Tra le tante cose che il ragazzo le aveva detto, una in particolare era stata avvertita da Hae.
"Non sono cotta del mio ex ragazzo. Sono solo ferita, perché le due persone alle quali tenevo di più mi hanno tradita. Tu sei come Dae?"
Yoongi scosse velocemente la testa in segno di negazione, corrucciando le sopracciglia.
"E allora non avere paura di avvicinarti a me."
Yoongi fece per ribattere, ma la madre di Hae sbucò dalla porta con un sorriso ampio e dei vestiti comodi per stare in casa, appena però colse la tensione tra quei due il sorriso le sparì.
"Scusate ragazzi, disturbo?" Chiese come se quella non fosse anche casa sua.
"No signora, non si preoccupi. Stavo per andare." Yoongi si vestì del suo sorriso più educato e ancora una volta Hae si chiese come riuscisse a cambiare espressione nell'arco di così pochi istanti.
"Lo accompagno alla porta."
E così fece. Poggiò la mano sulla maniglia ed aprì l'asse di legno lucido, per far uscire il ragazzo, poi lo seguì chiudendo la porta non per bene alle sue spalle.
Si posizionarono l'uno di fronte all'altro e restarono a guardarsi in silenzio per qualche minuto. Poi Hae si fece coraggio ed iniziò a parlare.
"Grazie."
"Mh?" Yoongi la guardò perplesso, con quei capelli bianchi che gli cadevano sulla fronte ed un cappotto nero che lo proteggeva dal freddo, mentre Hae aveva solo una felpa.
"Grazie per essere venuto, per aver preparato dei biscotti per me e... grazie per tutto."
Yoongi ancora una volta fece per ribattere, ma ancora una volta fu interrotto dalla ragazza, la quale si era alzata sulle punte ad aveva sporto il viso verso quello del ragazzo. Presa da un impeto di coraggio, premette le proprie labbra su quelle di Yoongi, il quale le accolse in un dolce bacio con il quale le fece arrivare tutte le parole che avrebbe voluto dirle per risponderle, mentre le sue mani fin troppo perfette per essere quelle di un ragazzo, la stringevano per i fianchi tenendola vicino a me.
Poi si scostò riaprendo gli occhi e sussurrò contro le sue labbra: "Allora ho una possibilità con te?"
Hae non sentì più il freddo di quel rigido inverno, ma un calore diffondersi sulle sue guance e, nonostante fosse tutto molto palese, fece finta di pensarci su e poi si strinse nelle spalle.
"Forse."
La verità era che se Yoongi avesse continuato a pungere come un ago nella vita di Hae, lei avrebbe ceduto fin troppo facilmente a quegli occhi tenebrosi e quelle labbra calde e sottili.



ho scritto questo capitolo sonnecchiando
perché scrivere nei momenti meno opportuni e quando si ha sonno è uno stile di vita

Coldness; m.ygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora