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Jungkook's pov

Vedere un Park Jimin leggermente assonnato nel mio letto è sinonimo di benessere, tranquillità e spensieratezza.

Finalmente dopo questa lunga agonia posso svuotare la testa e pensare liberamente a ciò che mi piace.

Jimin

È leggermente assonato, forse in uno stato di dormiveglia. È appoggiato al mio petto e riesco a sentire il suo respiro leggero che mi solletica il collo.

Mi piace tutto questo, l'idea che possa diventare abitudine non mi inquieta come succedeva in precedenza.

Una mia mano accarezza il suo fianco destro mentre l'altra gioca con le sue dita.
Sono piccole, paffute e corte.
Il Jeon Jungkook di un paio di mesi fa non avrebbe trovato questo particolare estremamente delizioso.

Nel minuti precedenti abbiamo parlato di ciò che era successo poche settimane fa, del Jimin ubriaco che sbarcava in casa mia per la prima volta strusciandosi come un frastornato nei miei addominali.
È stato spassoso vedere la sua reazione, un mix fra imbarazzo e pentimento, cosa del tutto prevedibile.

Poso il mio sguardo sulle nostre mani intrecciate e me la porto alle labbra, baciandone il dorso.
Il ragazzino alza di scatto il proprio viso, non aspettandosi minimamente questo gesto.

Persino io faccio fatica a riconoscermi essendo sempre stato immune e riluttante verso questi gesti a mio parere troppo affettuosi.
Non è la prima volta, alcune parole, abbracci e gesti per me sono cosa nuova, non ho mai avuto l'intenzione e la spontaneità nel farli.

Ma con lui è diverso.

Non riesco neanche a spiegarmelo bene,
questo piccoletto riesce a farmi stare bene, senza nessuno sforzo.
Non riesco neanche a capire seriamente ciò che sto provando per lui in questo momento, inizialmente pensavo fosse attrazione fisica, anche sessuale ma ora le cose sono cambiate.
Sono certo di provare anche un senso di protezione nei suoi confronti, non dovuta solo alla sua giovane età.
Mi sento anche egoista.
Non sopporto l'idea di vedere qualcuno che possa approfittarsi della bontà di Jimin, del suo essere a tratti ingenuo.
Non voglio dividermelo con nessuno, deve capire che mi appartiene.

Pensando a quest'argomento gli porgo una domanda che mi frullava in testa già da un po'

"Quanti ragazzi hai avuto?"

Jimin si muove leggermente distanziando il proprio viso dal mio petto.

"Ho avuto una sola
ragazza per pochi mesi.
Mi ha lasciato e ho capito di essere gay"

Rido leggermente e sento Jimin lamentarsi sentendosi preso in giro.

"Di solito le persone sperimentano e poi capiscono di essere gay, non hai mai baciato un ragazzo prima di me?"

"Diciamo che dentro
di me l'ho sempre saputo.
Quella ragazza mi ha solo
fatto aprire gli occhi"

Sinceramente mi sento sollevato nell'aver scoperto che non ha avuto molta esperienza in campo amoroso.

"Non mi hai comunque risposto"

Jimin si morde le labbra e mi guarda.

"No, sei stato il mio primo
bacio dato ad un'uomo"

Io sorrido beffardo e sposto una mia gamba in mezzo a quelle di Jimin.

"Eppure sei così bello, sicuramente qualche coglione ti avrà ronzato attorno"

"Sono solo uscito con qualche ragazzo, finendo per credere di essere asessuale"

Ora ridiamo insieme.
Guardo i suoi occhi trasformarsi in grandi mezzelune capovolte e la sua schiera di denti bianchi.
Mi piace il suono della sua voce, la sua risata cristallina.
Sentendosi osservato si ferma

"Tu invece?
Con quante persone sei stato?"

"Non credo che tu voglia saperlo"

L'espressione serena di Jimin cambia trasformandosi in un broncio.

Gonfia le guance e io sento una fitta nel basso ventre.

"Anche donne?"

"Soprattutto donne Jimin"

Guardo la sua fronte aggrottata sperando che non voglia scendere nei minimi dettagli.

"A cosa stai pensando?"

"Mi chiedevo se hai esaudito i desideri delle tue dolci colleghe"

"No Jimin, so tenere lontano il lavoro dalla vita privata"

"E io?"

Indica se stesso con il suo piccolo indice sinistro

"Tu sei la piccola eccezione che conferma la regola"

How dare you?  ➿JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora