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Jimin's pov

21:48

"Sono una persona orribile"

Sbuffai sdraiato nel mio letto.
Guardavo il mio telefono ogni due minuti, sentendomi in continua agitazione.
Posai il mio sguardo sulle mie scarpe eleganti mentre con la mano destra afferrai il telefono cercando di ignorare la tentazione di chiamarlo, avvisandolo della mia scelta.

Una chiamata persa da Jeon Jungkook

Esattamente, avevo deciso di non presentarmi a quell'incontro nonostante mi fossi vestito e profumato per l'occasione.

La ragione? Paura.
Mi sentivo un codardo.
Ed era tutta colpa dell'ansia che mi aveva messo il mio coinquilino.

Fatto sta che mi ero comportato in modo impertinente non avvisandolo, avrei potuto mandargli un'insulso messaggio, sicuro che si sarebbe incazzato con me il giorno seguente in ogni modo.
Ti prego, fa che non ritorni ad ignorarmi, non lo sopporterei.

L'unica cosa che mi faceva sentire sollevato era Tae, quella sera aveva il turno serale al reparto pediatrico.
Era uscito mezz'ora fa annunciando che sarebbe tornato a notte inoltrata.
Rabbrividì pensando che se solo mi avesse visto ancora a letto mi avrebbe sbraitato contro mandandomi a casa del mio supervisore a calci il culo.

Mi scompigliai i capelli e tornai a guardare il telefono sentendomi peggio di prima.
Ero combattuto, una parte di me voleva chiamarlo e raggiungerlo mentre l'altra, quella più responsabile, mi frenava.

Quella parte di me pensava che entrare nella macchina del mio capo la sera come una amante di bassa categoria sarebbe stata una grande cazzata.

Sobbalzai dallo spavento, qualcuno aveva citofonato.

"Tae dovresti smetterla di dimenticarti le tue cartelle a casa, so che sei di fretta ma usa almeno le chia-"

"Jimin, pensavo di essere stato abbastanza chiaro sul fatto che non sono una persona paziente"

Me lo ritrovai appoggiato allo stipite della mia porta con mani incrociate e fronte corrugata, si stava mordicchiando l'interno guancia.
Segno di irritazione, male.

Si allentò di nuovo la cravatta scura continuando a rivolgermi uno sguardo truce.

Deglutii e cercai di trovare le parole giuste per giustificare la mia assenza ma l'uomo davanti a me non mi diede modo.

Entrò dentro l'appartamento e dopo aver chiuso il portone alle sue spalle mi afferrò il braccio tirandomi verso il salotto.
Prese posto in mezzo alla poltrona davanti al televisore e mi trascinò sopra di lui, facendomi sedere a cavalcioni sulle sue gambe.
Ora lo stavo guardando negli occhi intimorito.
Si avvicinò  e mi lasciò un piccolo bacio sul collo, proprio sopra a uno dei tanti succhiotti lasciati poche ore fa.
Era diventato improvvisamente calmo, cosa che mi sorprese notevolmente.

"Quei succhiotti ti stanno proprio bene"

Il suo era un tono soddisfatto
Io annuii in silenzio abbassando lo sguardo.

"Ti va di dirmi perché non ti sei presentato? Sono venuto fino a qui perché mi hai fatto preoccupare"

'Cosa? Si era preoccupato per me?'
Ora il mio cuore stava battendo davvero forte, riuscivo a sentire il suo profumo a causa della vicinanza.
Quella fragranza è estasiante.

How dare you?  ➿JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora