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Jungkook alzò il volume del proprio auricolare Bluetooth.

"Quindi è tutto chiaro?"

Chiese per un'ultima volta, volendo esser sicuro.

"Cristallino capo"

Cantilenò il suo amico, con voce assonnata.
Arricciò il naso davanti allo sbadiglio che gli arrivò all'orecchio.

"Hoseok, sono serio, dobbiamo mettere nella merda quel bastardo"

Il rosso ridacchiò divertito.

"Non preoccuparti, ti mando tutto in giornata, ora se vuoi scusarmi ho da fare"

La voce del rosso cominciò ad abbassarsi di qualche tonalità.
Jungkook inarcò un sopracciglio quando cominciò a sentire dei gridolini poco virili arrivare al suo timpano destro, e senza aspettare un saluto, riagganciò inorridito.

Non ci teneva particolarmente a sentire il proprio migliore amico mentre faceva sesso.
Ed ahimè non sarebbe stata la prima volta.
Il pudore del rosso era a suol dire quasi inesistente.

L'espressione leggermente disgustata del Capo Redattore cambiò drasticamente quando mise piede in cucina.
Fermandosi sulla soglia a guardare la ragione di questo cambio d'umore repertino.

Trentadue anni di vita e non si era mai fermato a guardare con le braccia conserte una persona, appoggiato allo stipite della porta e con un sorriso accennato.
Quasi non si riconosceva, non era da lui.
Pochi mesi fa avrebbe trovato tale gesto abbastanza melenso, per non dire stupido.

Ed ora eccolo lì, a fissare in silenzio i movimenti del suo subordinato.

Jimin era lì, in mezzo alla sua cucina, con la testa tra le nuvole, ignaro di un paio di occhi che continuavano a scrutarlo.
Jungkook quasi rise vedendo le maniche arrotolate della felpa (rigorosamente presa in prestito) che il biondino stava indossando, lo facevano sembrare ancor più basso, minuto.
Per non parlare del pezzo sottostante, anch'esso di alcune taglie più grande.

Non gli sfuggì un particolare importante.
I movimenti del più piccolo sembravano più lenti, come se fosse indolenzito, soprattutto se in questi doveva usare il bacino.
Vide anche come aggrottasse le sopracciglia ogni volta che si abbassava o si allungava a prendere qualcosa.

Stesse comunque in silenzio, nei suoi pensieri, continuando a guardarlo cucinare quella che -nonostante l'ora- dovrebbe essere la colazione.

"Accidenti"

Jungkook fu riportato con la testa sulla sua cucina quando sentii un fracasso assordante ma familiare.
Familiare, era la seconda volta che succedeva, sembrava proprio di esser tornati indietro nel tempo.
Dove un Jimin impacciato raccoglieva mestoli e pentole di acciaio da terra, maledicendo se stesso e la propria sbadataggine.
Maledì anche la propria statura, non in grado di riuscire a metter apposto uno scolapasta dalle dimensioni discutibili in uno dei ripiani più alti.

Non sentii dei passi alle proprie spalle, spaventosi quando Jungkook lo sorprese di spalle, mettendo l'utensile da cucina apposto per lui.

"Mi hai spaventato"

Sussurrò Jimin, mettendosi una mano al petto.

How dare you?  ➿JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora