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Un'accoglienza calorosa, questo è ciò che Jimin si aspettava di ricevere una volta entrato nell'ufficio del suo Capo Redattore, nel ventisettesimo piano.

Di certo non si aspettava di ritrovarsi sommerso da un'aurea cupa, tetra.
Si accigliò davanti alla presenza di un Jeon Jungkook diverso.

Palesemente irritato, una maschera truce a contornargli il viso e nuovamente sommerso da pile di fogli svolazzanti e bicchieroni di carta sparsi ovunque.

Jimin catturò la sua attenzione schiarendosi la voce, ricordandosi di usare un linguaggio formale visto che si trovava in ufficio.

"Mi ha chiamato Signor Jeon?"

Jungkook lo guardò, addolcendo il proprio sguardo alla vista del biondino.

"Sì, bentornato Jimin"

"Grazie Signore"

Il maggiore sospirò massaggiandosi la tempia con le dita.
Jimin lo guardò leggermente preoccupato.

"Come vedi ho del lavoro da fare, ti ho chiamato perché mi serve la lista delle bozze che hai selezionato"

Per un breve istante del panico si impossessò di Jimin che sbattè le palpebre ripetutamente sentendosi smarrito.
Aprii la bocca per poter dire qualcosa ma la richiuse a corto di parole.

"Cosa c'è che non va Jimin?"

Jimin giocherellò con le dita nervosamente, tenendo lo sguardo a terra.

"Io mi sono dimenticato di farlo"

"Non hai letto il post-it che ti ho lasciato?"

Chiese Jungkook, finendo di bere l'ultimo sorso di Caffè amaro rimasto.

"Sì, ma poi mi sono distratto...
stavo rispondendo a delle email"

"E chi ti ha distratto?"

Il moro aggrottò la fronte, incrociando le braccia.

"Non ha importanza"

Jimin sorrise nervosamente, maledicendosi mentalmente.

"Jimin, a chi stavi rispondendo?"

Jungkook lo guardò in attesa mentre il minore non alzò lo sguardo da terra, intimorito.

"M-min Yoongi"

Un forte tonfo fece sobbalzare l'editor, che sgranò gli occhi alla vista del maggiore in piedi, con le mani piantate sulla scrivania.
Jungkook gli lanciò un'occhiata torva ed alzò la voce

"Quindi fammi capire bene.
Io ho voluto darti l'opportunità di dimostrarmi che sei valido in questo campo, assegnandoti materiale fuori dalla portata di un semplice editor alle prime armi e tu pensi bene di mettere tutto sottogamba e scrivere a quel pezzente di Min?"

Jimin tremò leggermente ma provò a giustificarsi

"Non è così io-"

"Tu cosa? Dimmi che stai fottutamente scherzando"

Il minore respirò profondamente, cercando le parole giuste ma fu interrotto da un rumore insistente alle spalle.
Bussarono alla porta.

"Sono occupato"

Ringhiò Jungkook, continuando a guardare il biondo fuori di se.

"È urgente signore, la stamperia la sta aspettando "

Rispose una voce femminile ovattata, dietro alla porta.
Il maggiore acconsentii.

Ignorò l'editor, prendendo la propria giacca e uscendo dall'ufficio.

[...]

Jimin distolse il proprio sguardo dal portatile sentendosi osservato, alzando le sopracciglia davanti ad un sorriso accattivante.

Tenne gli occhi fissi sull'Editore Capo, mentre quest'ultimo trascinando una sedia nelle vicinanze si sedette davanti a lui, senza togliersi di dosso quell'espressione contenta.

"Sono felice di vederti"

Disse Yoongi guardandolo intensamente.

"Uhm, grazie"

Il biondo rispose, titubante, provando difficoltà a reggere lo sguardo sfacciato dell'altro.

"Va tutto bene? Sembri triste"

Jimin lo guardò, fingendo un sorriso di circostanza.

"Sto bene, davvero"

"Sei davvero pessimo a mentire Jimin"

Il minore gli lanciò un'occhiataccia di rimprovero, cosa che fece ridere di gusto l'altro.

"E dovesti anche portare più rispetto verso i tuoi superiori mio caro Editor"

Aggiunse Yoongi, prendendosi gioco di un Jimin che si trattenne dal alzare gli occhi al cielo, sorridendo.
Il più piccolo venne contagiato dalla felicità dell'Editore, mettendo da parte tutto il malumore provato fino a pochi attimi fa.
Malumore che neanche Seokjin era riuscito a rimuovergli durante la pausa pranzo, entusiasta di aver rivisto l'amico dopo tempo.

I due ricominciarono ad instaurare una vera e propria conversazione, questa volta faccia a faccia, ridendo e prendendosi in giro a vicenda.

Non si accorsero di una terza persona vicino all'ingresso del settimo piano, intenta a guardarli adirato, furioso.
Quest'ultimo, purtroppo,  fu fermato in tempo dal compiere un qualsiasi gesto avventato.
Fermato dalla marea di incarichi da portare a termine che di consuetudine lo lasciavano senza via di scampo.

How dare you?  ➿JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora