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21:17

Una visione a rallentatore.

Questo è ciò a cui Jimin assisté, vide il suo Capo Redattore che lo raggiunse al suo tavolo.
Lo guardò ammaliato mentre camminava sicuro, catturato dalle gesta del maggiore nel cercare di allentarsi la sua cravatta leggermente stretta.

Ovviamente, non gli sfuggirono le occhiate curiose rivolte al nuovo arrivato da gran parte dei commensali nei dintorni.

Sempre con sicurezza il moro si accomodò davanti al minore

"Odio essere in ritardo, avevo del lavoro da finire"

Jimin sbatté gli occhi un paio di volte, ancora rimasto nel suo mondo.

"Jimin ci sei?"

Jungkook sventolò una mano davanti al viso del minore, preoccupato alla vista del suo sguardo appannato

"S- si Buona sera Sign-  
Volevo dire Buona sera Jungkook"

Jimin si corresse in tempo e notò il piccolo sorriso che increspò le labbra dell'uomo di fronte.

"Non sono mai stato qui"

Disse indicando il posto in cui si trovavano.

Jimin aveva deciso di sua iniziativa di invitare Jungkook a cena, in un ristorante a lui caro, a pochi passi da casa sua.

Un posto abbastanza piccolo, carino dall'aria accogliente e dall'ambiente a tratti rustico. Sicuramente nulla di paragonabile agli standard di Jungkook ma era sicuro che sarebbe riuscito a conquistarlo con i piatti fantastici che servivano.

"È un posto semplice ma assicuro che la cucina è spettacolare"

"Ne sono certo"

Io biondo sentii gli occhi dell'uomo addosso, li vide soffermarsi sul proprio corpo, contemplando il suo abbigliamento anonimo in confronto a quello del moro.
Distolse il proprio sguardo quando gli occhi dell'altro salirono sul suo viso, si sentii in soggezione e preferii guardare in basso mentre le sue guance si scaldavano.

"Jimin smettila"

Lo guardò confuso, in procinto di chiedergli che avesse fatto di sbagliato.
Ma furono interrotti dall'arrivo di una cameriera.

Ella si presentò e chiese ai due presenti se fossero pronti per ordinare.
Per la seconda volta in quella serata a Jimin non sfuggì lo stesso particolare.

La ragazza non si fece molti scrupoli a non nascondere in suo interesse nei confronti del maggiore, prestò la sua completa attenzione al moro e non distolse gli occhi da lui neanche quando fu Jimin a ordinare ciò che desiderava.
Per il minore non fu difficile immaginarsi cosa le passasse per la testa.

Pensieri sporchi, nulla di nuovo.

Si maledì mentalmente per averlo portato in questo posto.

La cameriera si dileguò regalando un sorriso a trentadue denti a Jungkook, annunciando che sarebbe tornata presto.

Nell'attesa Jimin preferì non dire nulla dell'accaduto, cercò di nascondere il suo sguardo cupo.

"Jimin oggi mi sembri assente"

"Sto bene"

Gli regalò un sorriso poco convinto che zittì momentaneamente i dubbi dell'altro.

Furono distratti di nuovo dalla scelta del vino e pochi minuti dopo tornò la stessa cameriera con le loro ordinazioni.

Quasi gli andò il vino rosso di traverso quando la vide tornare con i primi bottoni della camicia completamente aperti, pavoneggiandosi con la sua scollatura in bella vista.

Jimin decise di non reagire, non voleva mandare a monte la cena che aveva minuziosamente pianificato per la persona seduta di fronte a se.
Lo rincuorò il fatto che Jungkook non si fece distrarre dalla ragazza, sfoggiando il suo solito comportamento serio nei suoi confronti.

Da quando aveva scoperto che Jungkook apprezzasse entrambi i sessi, specialmente la quantità di donne con cui era stato si sentiva doppiamente irrequieto.

Cenarono, Jimin decise di ignorare l'accaduto e fece del suo meglio per participare alla conversazione.
Parlarono di Jungkook, dei suoi anni universitari passati con il suo inseparabile compagno d'avventure, Hoseok.
Parlarono di Jimin, del supporto della sua famiglia che non gli è mai mancato, dell'amore fraterno che condivideva con Taehyung e dei sacrifici che aveva fatto per raggiungere la tanto desiderata posizione in cui attualmente si trovava.
Jungkook fu felice di vedere gli occhi del minore che brillavamo mentre parlava di tutto ciò che amava, particolarmente contento nel vederlo aprirsi con lui, abbassando piano piano i muri costruiti dalla sua timidezza.

Jimin quasi si dimenticò del malessere provato prima.
Quasi, perché finita la cena si infilarono le giacche e la cameriera ritornò nonostante Jungkook ne avesse chiamato un'altro appositamente.

Cercò di intromettersi volendo pagare il conto ma si fermò quando vide la castana che infilò un pezzo di carta nella tasca superiore della giacca dell'uomo facendogli un occhiolino.

Jimin non ci capì più nulla e si buttò in un gesto avventato, per la prima volta in vita sua.

Si alzò dalla sua sedia e chinandosi raggiunse il viso del moro appoggiando le labbra sulle sue.
Un bacio forzato che fece sgranare gli occhi del maggiore e spalancare la bocca della ragazza, basita.

Quando Jimin si staccò  e si congelò sul posto realizzando ciò che aveva appena fatto, si guardò attorno e notò diversi commensali che li stavano fissando.

Si sedette di nuovo e vide Jungkook togliersi il bigliettino dalla tasca contenente il numero della cameriera. Il moro lo riconsegnò alla proprietaria gentilmente e con calma disse

"Puoi tenertelo"

Esaltato catturò la mano del minore e lo portò velocemente verso l'uscita.
Si ritrovarono fuori in poco tempo e Jimin staccò la propria mano da quella dell'altro per scusarsi

"Mi dispiace, non avrei dovuto f-"

Faceva freddo, vide le nuvolette di aria condensa che fuoriuscirono dalla sua bocca

"Da che parte è casa tua?"

"Cosa?"

"Jimin dove cazzo sta casa tua"

Jungkook gli rivolse un'occhiata spazientita, simile a quella che riceveva nei suoi primi giorni lavorativi

"È quella in fondo la strada ma i-"

Niente, non riuscì a concludere la frase perché il suo bracciò destro fu di nuovo strattonato dal maggiore che si incamminò verso casa sua, velocemente e in silenzio.

How dare you?  ➿JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora