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Quattro ore e quarantasette minuti di macchina non sarebbero stati niente contro la sua determinazione.
Sarebbe stato più furbo e soprattutto veloce prenotare un biglietto aereo come fanno le persone normali.

Ma questa idea balenò in testa al trentaduenne solo ormai vicino alla meta.

Era così concentrato nel proprio obbiettivo che neanche poteva permettersi di sentirsi esausto, stremato, neanche lontanamente stanco.

Arrivò davanti alla casa dei genitori di Jimin solo dopo il tramonto.
Individuandone la modesta abitazione in periferia munita di un grazioso giardino e porticato.
Parcheggiò proprio davanti all'abitazione e giusto dopo essersi preso il tempo di stiracchiarsi e sgranchire le ossa andò dritto a bussare alla porta.

Realizzò in quel momento che non aveva neanche preparato un discorso per affrontare il più giovane.
Un groviglio di scuse, delle spiegazioni, uno stupido mazzo di rose.
Niente.

Si schiarì la voce quando percepì dei passi leggeri avvicinarsi e rimase un'attimo colto di sorpresa quando gli aprirono la porta di ingresso.

Doveva aspettarselo, alla porta c'era la signora Park.
Una donna minuta, dal sorriso dolce e dai tratti simili al figlio.
Quest'ultima guardò Jungkook curiosa e ricambiò subito il sorriso timido dell'altro.

"Posso aiutarti?"

Domandò con gentilezza.
Jungkook si inchinò leggermente per rispetto e dopo aver pensato brevemente a come presentarsi lasciò perdere.

"Buona sera signora, sto cercando Jimin"

La donna lo guardò un'attimo confusa chiedendosi per quale assurdo motivo un bell'uomo col completo dovrebbe cercare il figlio a questi orari.

"Chi lo cerca?"

Domandò non perdendo il sorriso sulle labbra.

"Je-.. Solo Jungkook"

Si osservarono per qualche secondo e Jungkook notò lo sguardo della signora Park riempirsi di consapevolezza.
Capì che lo aveva riconosciuto, o meglio, che era a conoscenza della sua persona.
Infatti quest'ultima indietreggiò leggermente facendogli spazio per entrare.

"Jeon Jungkook giusto? Mio figlio mi ha parlato molto del suo Capo Redattore"

Esclamò lei quasi entusiasta della visita.

"Accomodati pure, Jimin è sul giardino nel retro, posso chiamarglielo subito"

Jungkook scosse la testa intimando la più anziana a non scomodarsi e a lasciare che sia lui a raggiungerlo.
Percorse velocemente il piano terra della casa e dopo aver superato salotto e cucina lo scovò.
Lo trovò vicino ad una staccionata che contornava i confini del giardino, inginocchiato vicino ad essa per accarezzare un gatto grigio.

Si avvicinò al ragazzo lentamente e lo colse di sorpresa quando lo chiamò.

"Jimin?"

Questo sobbalzò dalla sorpresa insieme al gatto.
Il primo cadde sul proprio sedere e il secondo scappò in mezzo ai cespugli.
Jungkook sorrise davanti alla goffaggine che tanto gli era mancata del più piccolo ma si incupì leggermente quando cercò di aiutarlo ad alzarsi allungandogli la mano, gesto carino poi non accettato.

How dare you?  ➿JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora