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Secondo tentativo.

Mi appoggiai di spalle alla porta massiccia in legno, cercando di riprendere fiato e di darmi una sistemata guardando il mio riflesso nelle porte scorrevoli di vetro dalla parte opposta.

La 231, me la ricordo bene.
È questo numero che ha stravolto l'andamento della mia vita, trasformando ciò che era lineare in un percorso tortuoso, fuori controllo.

"Jeon Jungkook - Capo Redattore reparti A-F"

Lessi la targa sussurrando, con un piccolo sorriso sulle labbra.

Insomma ne è passato di tempo, e certe cose rimangono le stesse.

Bussai e attesi il permesso di entrare, permesso urlato con voce distratta dalla persona dietro al grosso portone.

Entrai fingendomi sicuro delle mie intenzioni, comportamento abbastanza inutile quando l'altra persona neanche si degnò di alzare lo sguardo dalla propria scrivania ricolma.

Impegnato a leggere in modo estremamente veloce da una pila grossa di fogli, a sfogliare le pagine bianche concentrato.

Mi schiarii la voce frantumando in piccoli pezzi la sorta di bolla di cristallo che si era costruito attorno, e stranamente, non mi sembrò contrariato.
Dall'occhiata  dolce che mi riservò pensai che fosse contendo di vedermi.

"Ehi"

Risposi al suo saluto con un cenno.

"Hai pranzato oggi?"

Domandai titubante.

"No, sto andando avanti solo con caffè"

Mi rispose indicandomi una manciata di bicchieri di plastica sporchi in un angolo sopra la sua scrivania.
Annuì contento.

"Pranza con me"

La sua espressione mutò leggermente, non aggiunse altro.
Lo guardai dare una breve occhiata all'orologio alle mie spalle e subito dopo prender la giacca scura.
Provai un immenso sollievo.
Come se avessi trattenuto il respiro per tutto il tempo.

"Con piacere"

Cavolo, aveva accettato.

[...]

Fu strano seguirlo in silenzio, a debita distanza per non destar sospetti.
Ancor più strano rimanere in ascensore, circondati da poche persone, fingendo di non percepire l'elettricità nell'aria creata.

Lo seguì a testa bassa, come un ombra, e sbuffai ogni volta che si fermò a salutare un collega o a parlare con un collaboratore.
Alcuni anche sorpresi nel vederlo uscire dal suo ufficio per pranzare con un 'dipendente'.

Ora capivo perché non uscisse tanto spesso dal suo ufficio.

Perso nei miei pensieri non mi accorsi del posto scelto.
Sembrava una sorta di bar-ristorante, di quelli creati apposta per la gente che aveva sempre fretta.
Ed infatti la struttura si trovava all'interno della Notros&Co, pericolosamente vicina al locale dove lavora Seokjin.

Ignorai il modo caloroso in cui accolsero il mio Capo Redattore, seguendolo fino ad uno dei tavoli laterali.

Accettai il suo invito a sedermi e finalmente fui il centro della sua attenzione.

How dare you?  ➿JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora