I giorni trascorrevano come gocce d'acqua sulla pelle.
Non starò qui a parlare di come Einar la prese molto bene l'idea dell'amico di fuoriuscire dalle sue regole quotidiane, ma di Alessia, quella ragazza che non faceva mai terminare un discorso a qualcuno e andava a capire sempre l'opposto.
Benjamin e Alessia camminavano mano per la mano nel parco pieno di gente per essere solo il tre di novembre.
Nell'aria soffiava un leggero vento di umidità e gli alberi ondeggiavano la loro chioma prima a destra e poi a sinistra e qualche foglia si staccava dai rami e volteggiava su sé stessa come stesse danzando per poi andare a posarsi per terra.
Alcuni bambini passarono di fianco alla coppia correndo e giocando ad inseguirsi e Benjamin guardò quei bambini con felicità e un pò con spensieratezza pensando che lui, a quell'età, non era mai uscito di casa perché i suoi genitori erano sempre a lavoro e Rosamunde non era pagata per portarlo al parco, a quanto dicevano i due adulti casa Mascolo e il moro si ritrovò a crescere senza troppi amici tra i cavalli e libri di scuola.
Stessa cosa si ritrovava adesso, solo che gli unici amici erano Einar ed Alessia, il resto erano soltanto saluti poiché "la gente ricca frequenta altra gente ricca e i poveri vanno lasciati al loro destino" continuava a dire la madre del ragazzo.
Forse sì, era un pò stanco di starsene sempre in casa e se non era casa sua, era casa Einar o della ragazza.
Benjamin fissava i suoi stessi piedi mentre passeggiavano e lasciava che la bionda parlasse dei suoi vestiti o di quelle cose da donna che lui detestava tanto ma non faceva problemi.
Nella sua testa pensava a formulare delle domande comprensibili che doveva chiedere alla sua ragazza senza che questa andasse ad interpretare in un altro modo."Alessia, sediamoci su quella panchina" propose il moro e lei lo seguì poggiando poi la testa sulla spalla del suo ragazzo.
"Amore, ultimamente ti vedo strano. C'è qualcosa che non va?" domandò la bionda.
"Niente di preoccupante, solo che sono un pò stanco di stare sempre in casa e non posso divertirmi come gli altri ragazzi" disse alla fine senza giri di parole il moro sperando che la ragazza lo abbia capito.
"Allora vieni a casa mia e passiamo le giornate a parlare di gossip, sarà divertente" ecco, come previsto non aveva capito.
"Ma Alessia cosa non ti è chiaro? Io ho chiesto gentilmente se possiamo passare qualche serata del tipo andando in discoteca oppure a qualche gara di auto o moto, questo è che intendo" alzò di poco il tono della voce allontanandosi dalla bionda.
"Benjamin ma questo non è ciò che vuoi e se nel caso è questo, bè lo sai che un domani te ne pentirai di questa scelta"
"E invece tu, te ne pentirai della tua decisione di rimanere sempre a casa e non scoprire il mondo attorno a te, io vorrei viaggiare e un pò, anche evadere dalle regole che i miei mi hanno sempre imposto perché la mia vita non riesco più a vederla dietro ad una scrivania e se avrò dei bambini ci vorrei passare del tempo con loro, non commettendo gli stessi errori di mio padre o di mia madre" commentò Benjamin un pò alterato e alzandosi poi dalla panchina.
Ripercorse la strada all'inverso ma la bionda lo bloccò dopo che neanche fu uscito dal parco.
"Se vorresti andare domani sera in disco, ci vengo anche io" non intendeva tantomeno quel locale, ma era piuttosto riferito alle gare, lui sarebbe voluto andare da Federico in primo luogo dandogli la giacca che aveva avuto in prestito.
"Però, prima dovrei passare da un amico per consegnarli una cosa"
"Va bene" disse la bionda per poi stampare un bacio sulle labbra al ragazzo.
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Il sabato successivo arrivò e la coppia mentì ad entrambi i genitori dicendo che erano diretti al mare per una passeggiata.
Einar passò da casa del moro."Ciao Ben" salutò l'amico.
"Ehy" disse una voce dai sedili posteriori, si voltò e vide Valentina.
"Ciao" parlò Benjamin.
"Con quella giacca cosa dovresti fare?" domandò Einar.
"Bè, dovrei restituirla a Fede e tu scenderai con me e Valentina, dovrai rimanere con Alessia e se chiede qualcosa, trovati una scusa che non riguardi cose clandestine, falla sentire a suo agio" diede ordini il moro così che la sua ragazza non andasse a scoprire niente su quel mondo.
Passarono dalla bionda per poi dirigersi al parcheggio riservato agli spettatori delle gare.
I due ragazzi scesero andando alla ricerca di F612 chiedendo un pò a tutti se lo avessero visto.
Dopo minuti vari a cercarlo, arrivò in sella alla sua moto e Benjamin si diresse da lui sotto lo sguardo di chi si trovasse lì e non amava avere l'attenzione su di sé.
Federico si fermò in mezzo alla strada togliendosi il casco ed osservare il ragazzo venire incontro a sé.
Come se non si vedessero da mesi, spuntò un sorriso sul viso di entrambi."Cosa hai deciso di fare con il nostro patto" chiese il biondo fissando gli occhi dell'altro.
"Ancora non ci ho pensato, volevo solo ridarti questa" mostrò Benji la giacca però, in realtà, nella sua mente aveva già accettato ma voleva che passassero altri giorni per dare conferma.
"Bebe, puoi tenertela. Ne ho altre tre a casa"
"Ma a me non serve"
"Invece ti servirà eccome, se verrai qui"
"Okay" Benjamin si voltò ritornando verso Einar.
"Buonanotte Bebe" il moro non sapeva se quella frase era frutto della sua fantasia oppure l'altro ragazzo l'avesse sussurrata per non farsi sentire da nessuno a parte che da lui.
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Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //
FanficBenjamin, quel tipo di ragazzo che è circondato da amici perlopiù falsi essendo che a scuola è molto bravo. Un ragazzo dolce e sensibile, con dei genitori avvocati e odia le feste. Tutto ciò che richiama il sabato, per lui è come una sigaretta. In...