c̷h̷a̷p̷t̷e̷r 32

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Federico riportò il moro a casa e si salutarono con un "ciao" mentre l'altro stava già premendo sull'acceleratore. In un nano secondo era scomparso dalla visuale di Benjamin.
Il piccolo rientrò in casa e salì di corsa le scale, si fece la doccia e si vestì.
Riscese al piano di sotto dove un quarto grado era pronto.

"Benjamin dove sei stato?"domandò il padre.

"A casa di Einar a dormire" rispose il moro mentendo.

"Ho chiamato i suoi genitori e mi hanno detto che né tu né lui eravate a casa loro ma dormivate da Valentina. Sono tuo padre Benjamin, quando hai intenzione di dirmele certe cose?"

"Scusa papà, pensavo che se avresti saputo che dormivo a casa di Valentina, non mi avresti mandato"

"Non va bene affatto lo sai? E poiché so che appena tornate dalle vacanze natalizie avete parecchie verifiche e interrogazione per la fine del bimestre, è meglio che rimani a casa a studiare. Nessun voto basso, se vedo un solo 8, sai che ti spedisco dritto dritto in accademia militare"

"Va bene papà" disse alla fine il ragazzo.

Non voleva credere a quelle parole due settimane senza uscire, senza vedere Einar, né Alessia e né il ragazzo per cui si era preso una piccola cotta, Federico. E le loro lezioni quando sarebbero andate avanti di questo passo? Okay la scuola poteva essere un bel luogo dove imparare, conoscere nuove persone, nuove culture o cose del genere, ma era l'ostacolo maggiore che vietava i pomeriggi o le vacanze da passare in compagnia degli amici. Benjamin inconsapevolmente si ritrovò a pensare come i suoi compagni di scuola, quelli che scaldavano la sedia, che facevano battutine, che imparavano a modo loro, ma che pensavano una sola cosa "la scuola vietava un pò troppe cose e rendeva gli studenti meno liberi".

Verso l'ora di pranzo arrivò la zia che cordialmente salutò e diede il suo regalo al nipote.
Benjamin, un pò con impazienza, un pò con entusiasmo aprì il pacco regalo. Al suo interno c'erano delle briglie color oro su cui era inciso il nome del suo cavallo e del padrone. Il moro fu così felice che saltò, per modo di dire, tra le braccia della zia. Era un bel regalo.

"Sono felice che ti piaccia" esclamò la donna

"È il più bel regalo mai ricevuto" qualunque cosa trattasse di cavalli, lui era stra felice. La sua passione verso quegli animali era così grande che nessuno l'avrebbe rimpiazzata, nel senso nessuna passione sarebbe riuscita a farsi amare dal moro come amava i cavalli.

Il pranzo passò per il meglio, parlarono della scuola e di quanto andasse bene, di cosa avrebbe voluto fare dopo il liceo, il lavoro che avrebbe scelto, anzi che avevano scelto i suoi genitori, il crearsi una famiglia con la sua "ragazza" che esisteva nei sogni di suo padre e cose del genere.
Poi la zia Luigina prese per mano il nipote e, dopo tanto tempo che non entrava in quella casa, si ricordò della camera di Benjamin.
Ci entrarono, la donna chiuse la porta e si mise seduta sul letto aspettando che la stessa cosa la facesse il moro. La seguì.

"Adesso siamo solo io e te, raccontami meglio di quello che ti accade e di cosa desideri tu veramente perché a tuo padre non ci credo che ti abbia progettato tutta la tua vita" parlò la zia.

"Ma in parte è vero, è papà che è convinto che debba fare il suo stesso lavoro ma in realtà a me piace lavorare con ciò che riguarda i cavalli. Vorrei aprire un maneggio tutto mio" e per la prima volta il moro riuscì a capire cosa volesse far da grande.

"E per quanto riguarda la ragazza? Non ci credo che tu ne abbia una veramente"

"Sì, cioe no. In teoria stavo insieme alla ragazza di cui papà ha parlato, poi ci siamo lasciati perché sappiamo noi il motivo ma davanti ai nostri genitori facciamo ancora la coppietta felice"

"E in pratica? C'è un'altra persona che ti ha rubato veramente, ma dico veramente il cuore e tu hai paura di dirlo ai tuoi perché non è il genere di persona che si aspettano, vero?"

"Ma è così evidente che mi interessa questa persona e solo mamma e papà non lo hanno capito?" abbassò il viso il moro mentre giocava con le sue mani, pure sua zia che lo vedeva si e no una volta all'anno aveva capito che a lui interessava un'altra persona.

"Dai, raccontami tutto di lei" ma non aveva capito che era un ragazzo, quindi volette rimanere al gioco.

"È alta, occhi azzurri e capelli biondi, ha 22 anni e ama il mondo del pericolo. Per quanto mi ha detto ha dei genitori assenti e in questo siamo simili e mi piace, ma lei non lo sa, cioè ci siamo baciati molte volte però credo che non provi ancora nulla per me"

"Benjamin, quando ti ho detto di parlarmi di lei ero ironica, avresti dovuto capire al volo che intendevo che mi dovevi parlare al maschile e non al femminile"

"C-cosa?" balbettò il ragazzo rosso in viso dall'imbarazzo.

"Non è una ragazza che ti piace ma un ragazzo, non è così?" domandò la zia.

"Zia ma come lo hai capito?"

"È maleducazione rispondere con un'altra domanda, comunque lo ti si legge negli occhi e bè se tu pensi che lui sia quello giusto è meglio farsi avanti"

"Però ho paura che lui non ricambi"

"Ma tentar non nuoce e credo che anche a lui tu piaci essendo da come me ne hai parlato, una domanda per poter capire meglio: chi dei due prende le iniziative?"

"In che senso?"

"Come in che senso? Sei proprio tonto nipote mio, cioè chi dei due comincia a baciare oppure per quanto riguarda il sesso" e per la seconda volta in poco tempo, le guance di Benjamin si tinsero di rosso.

"È lui che cerca subito il contatto"

"Allora è tutto chiaro, gli piaci anche tu" e la conversazione tra i zia e nipote non si concluse lì, il moro parlò molto di Federico essendone fiero che un'altra persona accettasse tutto questo.

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Belli Benjamin e Riccardo nei media anche se aspettavo una foto di tutti e tre, ma vabbuò 🌼

Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora