c̷h̷a̷p̷t̷e̷r̷ 3

1.4K 78 0
                                    

Benjamin non se lo aspettava, quel ragazzo che prima aveva fissato ora era difronte a lui per chiedergli un pazzia, ovvero di montare in sella e di essere il suo ospite. Cioè neanche si conoscevano, però il moro rifiutò ma a ricatto dell'altro si ritrovò ad accettare.
Seguì gli ordini prestabiliti, prima strinse le sue braccia attorno ai fianchi di quel biondo e un brivido percorse la sua schiena. Non sapeva come interpretarlo, se era dovuto al fatto dell'adrenalina o del ragazzo carino che si trovava davanti. E secondo, lui aveva gli occhi chiusi per non guardare, ma dopo il comando dell'altro li aprì e poté ammirare il paesaggio.
Quando Benjamin vide il ragazzo accanto a loro cadere dalla moto, una leggera paura si impossessò in lui e si strinse ancor di più al partecipante e come niente, quest'ultimo accelerò tagliando il traguardo per primo.
Il moro non perse altro tempo e si precipitò scendendo dalla moto e andando alla ricerca di Einar, il quale sembrava volatilizzato.
Poi ci fu il caos: persone che correvano a destra e a sinistra verso le loro moto o auto, in lontananza invece si udivano le sirene della polizia e ragazzi che gridavano "arrivano gli sbirri" e Benjamin si domandò perché la gente affibbia quel nome alla polizia quando il loro nome è poliziotti, forse perché lui era cresciuto con educazione mentre tutti quelli a quanto vedeva non sembrava l'avessero ricevuta.
Alla fine, dopo minuti vari rimasto lì fermo in mezzo alla strada si rese conto che doveva scappare da quel posto perché se i suoi genitori andavano a sapere il fatto, sapeva ben certo dove sarebbe finito.
Cominciò a correre ma una moto gli si parò davanti.

"Sali, ti porto a casa" disse il ragazzo con cui aveva gareggiato.

"Preferisco tornarmene a piedi" rispose il moro.

"Ma sei proprio deficiente! In quel modo ti farai beccare" lo rimproverò il biondo.

E anche questa volta optò la scelta di fidarsi di quel ragazzo.
La moto corse seminando una pattuglia di poliziotti e si nascosero dietro un grande cespuglio.
Cominciò a fare freddo e Benjamin d'istinto si strinse nelle sue stesse braccia per riscaldarsi.
Il ragazzo accanto a lui lo notò e si tolse la sua giacca per darla all'altro che la afferrò indossandola.
Poi Benjamin, mentre erano ancora nascosti, guardo le braccia del biondo contornate da tatuaggi, uno in particolare attirò la sua attenzione, era una rosa blu. Lo incuriosì parecchio perché sembrava un pò strano che un ragazzo dall'anima oscura come lui si tatuasse una rosa color blu elettrico.
Voleva chiederglielo con tutta la curiosità che lo stava divorando ma l'altro disse prima che lui facesse qualunque domanda con un "la via è libera, possiamo andare" e dopo che il moro spiegò la sua strada si ritrovarono davanti al grande cancello che dava accesso all'enorme villa.

"Abbastanza ricco!" esclamò il biondo senza pensarci troppo.

"Già" commentò Benjamin.

"Non ti piace la vita da ricco? Cioè puoi avere tutto ciò che vuoi"

"Tutto tranne che dei genitori che ti stiano accanto" diede sfogo ai suoi pensieri il moro.

"Se è per questo anche la vita da 'povero' non cambia con dei genitori tossici" rispose sereno il ragazzo.

Poi si salutarono e Benjamin entrò in casa mentre il biondo se ne andò.
Arrivato all'ultimo gradino di quella rampa di scale che lo portano verso le camere da notte, si blocca sentendo una voce assonnata.

"Ehy tesoro, sei ritornato presto in base all'orario che vi eravate imposti tu ed Einar" parla la madre.

"Vero, stavamo entrambi dormendo sul divano quando è venuta a svegliarci sua madre e voleva che dormissi là ma ho rifiutato per oggi" si rigirò le parole per trovare la prima scusa plausibile.

"E quella giacca di chi è? Non rientra nei nostri gusti" domanda confusa la madre.

"Oh, è di Einar"

"Ma neanche lui è quel genere"

"Allora non lo so, Einar me l'ha prestata. Può darsi che è di qualche nostro amico e lui adesso l'ha affibbiata a me"

"Okay, buonanotte Benjamin" salutò la madre.

"Notte mamma" dopo che sua madre chiuse la porta di camera sua, lui se la filò nella sua stanza levandosi la giacca.
La annusò e aveva il profumo di quel ragazzo.
Avrebbe tanto voluto ridargliela, ma non sapeva niente di lui a parte che ogni sabato gareggiava in quel luogo.
Poi si ricordò che sapeva ben altro sul biondo, pensò a Valentina che aveva citato il nome del partecipante. Federico, detto F612.
Così, velocemente si mise seduto sulla sedia difronte alla scrivania, aprì il computer e cercò su internet. Si ritrovò a cliccare su un sito che lo portò ad una pagina di gare in moto clandestine e il viso di Federico era in prima pagina.
Parlava molto chiaro il sito, ovvero che questo ragazzo si chiamava Federico Rossi ed era di Modena però all'età di cinque anni insieme a dei genitori tossicodipendenti si ritrovò a trasferirsi a Roma. Frequentò le elementari, le medie e alle superiori in poco tempo cambiò scuola per cinque volte ma alla fine si ritirò per motivi di cui nessuno era all'esistenza tranne il sottoscritto.
Benjamin avrebbe voluto indagare molto su quel ragazzo dall'aria misteriosa però il sonno si faceva sentire e di conseguenza spense il portatile e andò a dormire.

Quella notte sognò il ragazzo dagli occhi azzurro limpido, era come se lo avessero stregato e poi loro due insieme distesi sopra un prato pieno di rose blu senza spine.
Era alquanto strano questo sogno che si svegliò di scatto e le luci del sole filtravano dalla finestra e andavano ad illuminare l'intera stanza ma soprattutto erano riflesse sulla giacca.
Era tutto abbastanza strano.
La moto.
La giacca.
Gli occhi azzurri.
Le labbra che stringevano la sigaretta.
Federico.
Lui stesso e il suo desiderio di scappare.
Benjamin sussultò e provò a concentrarsi per domandare "perché voglio scappare? Io adoro questo mondo, perché adesso che ho conosciuto quel ragazzo, che poi neanche lo conosco proprio bene, ho tutta questa voglia di evadere?" e questi suoi pensieri lo portarono a riflettere e a riflettere su questa sua voglia che al novantanove per cento era sbagliata.
Uno come Federico era la tempesta per Benjamin e poi lui doveva avere una famiglia con la figlia di un collega di suo padre, cioè era già stato tutto organizzato dai genitori e al termine dell'Università si sarebbe celebrato il matrimonio, quindi da dove era saltata fuori?

Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora