Dopo un anno
La figura di Benjam era posizionata davanti a lui che continuava a dirgli di svegliarlo. Dietro a quel ragazzo si estendeva il cielo buio e pieno di stelle insieme alla luna cosi fragile, fragile come era lui. Sbatté le palpebre per mettere a fuoco l'immagine ma del moro nessuna traccia, solo il cielo sopra alla sua testa e il freddo sotto a sé. Era disteso sull'asfalto e in lontananza il rumore delle sirene si faceva pian piano più vicino. Non sapeva se aveva fatto qualche cazzata. Non si ricordava un bel niente. Gli faceva male un pò dappertutto e soprattutto la caviglia sinistra. Si poggiò su un gomito voltando la testa ed una scena gli si presentò davanti. Stefano era disteso più o meno accanto a lui con il casco sulla testa inerme e del sangue che ricopriva l'asfalto sotto la testa. Provò a scuoterlo ma niente, non si muoveva nessun muscolo. Forse gli stava giocando qualche scherzo e quello era solo pomodoro come nei film quando devo mettere in scena certe parti.
Sicuramente era cosi ma delle sirene si bloccarono proprio davanti a loro. Sollevò leggermente la testa e ambulanza e polizia erano attorno a loro. Non è che avevano fatto qualche cosa di cui adesso non si ricordava. O forse era solo un incubo.Qualche ora più tardi la luce del sole illuminava la stanza.
Il biondo ci mise molto a capire che quella non era la sua stanza. Pareti bianche e azzurre. Una tv piccola appesa al muro, un armadio, un tavolino con due sedie, un letto e due comodini al suo fianco e una flebo appesa al suo braccio. Poi notò la caviglia ingessata. Decisamente doveva essere ancora dentro all'incubo.
Dalla porta azzurra entrò un uomo in camice bianco con un cartellino sul petto che non capiva cosa ci fosse scritto poiché era a caratteri minuscoli.
Si avvicinò al letto di Federico e con un piccolo sorriso forzato iniziò a parlare."Buongiorno Federico. Come ti senti? Dolori da qualche parte?" domandò l'uomo.
"Bene ma dove mi trovo?" esitò a chiedere il biondo.
"In ospedale ed io sono il dottor Ferrari, è stata una batosta metterti quel gesso poiché non facevi altro che muoverti. Ti ricordi cosa è successo ieri notte?" si presentò l'uomo.
"No, non ho idea, solo che mi sono svegliato qui e basta a parte alla caviglia. Cosa ho?" e indicò il punto in dolore ricoperto da una fascia bianca.
"Una lieve frattura, niente di che, è una piccola cosa passeggera che tra meno di dieci giorni già ritornerà come era. Comunque hai bisogno di qualcosa? Cioè tra poco dovrebbe passare il pranzo"
"Vorrei che mi si tolga questa flebo per potermi alzare tranquillo"
"Va bene, chiamerò l'infermiera e ti farò portare un paio di stampelle. Nel caso ti ricordassi qualcosa, vieni nel mio ufficio" e dopo l'uomo se ne uscì.
Un'infermiera entrò e gli tolse l'ago dal suo braccio. In realtà detestava gli ospedali perché non salvavano sempre tutte le vite delle persone e a lui non piaceva.
Arrivò anche il pranzo che gli fu servito a letto.
Al termine si alzò da lì aiutandosi con le stampelle e osservare dal balconcino gli alberi mossi dal vento, le auto parcheggiate, la gente che parlava o che camminava e un pò di panorama di Roma lo si poteva vedere. Era una bella cosa ma quando sollevò lo sguardo verso il cielo incontrando il sole, lo abbassò velocemente e chiuse gli occhi. Delle immagini iniziavano a prendere vita nella sua testa.Ritraevano lui e Stefano sul campanile della chiesa in cui rarissime volte si rifugiavano solo loro due. Un pò come posto magico. Da lì stavano guardando tutta Roma di notte mentre era illuminata dalle luci della città e da quelle delle stelle e della luna.
Le loro menti erano in viaggio che si immaginavano il loro futuro fra qualche anno."Come ti vedi fra dieci anni?" aveva cominciato a chiederle Lion intento a girarsi una sigaretta tra le mani.
"Non lo so, forse in compagnia di qualcuno con cui creare un legame davvero indescrivibile e abitarci insieme" rispose Federico.
"Quel qualcuno ha nome e cognome o è una persona sparata così nella tua mente?"
"Forse la prima. E tu, invece?"
"E so già chi è quel qualcuno, non lo dimenticherai mai eh? Nonostante tu lo abbia ferito si vede che ci tieni molto a lui e dovresti provare a riconquistarlo e fargli vedere che lui è l'unica persona che ti faccia sentire bene. Comunque io tra dieci anni mi vedo in un appartamento di Milano con il mio lavoro preferito tra le mani e forse con Alessia al mio fianco"
"Forse un giorno ci proverò ma adesso ancora non ho ben in chiaro le idee, cioè non so cosa provo. Gli voglio un sacco di bene ma non faccio altro che sognarlo e pensarlo...Ti ci vedo già tra dieci anni con Alessia al tuo fianco"
"Ed io invece vedo te con Benjamin"
"Bè, cambiando discorso, con Zic come va?"
"Di lui non me ne frega un cazzo, lo sto solo usando e non gli presto neanche quelle attenzioni che riservavo a Benjamin"
"Alla fine io cambio in un certo senso argomento, ma tu ritorni sempre a parlare di Benjamin. Benjamin di qua, Benjamin di là, quando hai terminato fammi un fischio"
"Idiota, sta parlando colui che racconta tutte le sue esperienze a letto con Alessia e la nomina ogni due secondi"
"Siamo allora in un bel guaio"
"Hai detto bene, bel anzi stupendo guaio e del tipo che qualche anno fa ci avremmo riso sopra se qualcuno ci avrebbe detto che un giorno avremmo provato qualcosa per qualcuno che non era niente"
"Già, adesso ritorniamo a casa? Però facciamo la strada secondaria perché voglio allungare"
"Va bene capitano"
"Scemo"
Scesero dal campanile salendo sulle loro moto e prendendo la strada opposta.
Andarono più o meno veloci rispetto al limite ma di lì non passavano mai troppe auto.
Però quella volta fu diversa. Superarono il semaforo che segnava il colore verde e poi due abbaglianti accecarono la visuale dei due ragazzi. Le moto erano sane rispetto all'impatto che si era creato.
Il camion in un nano secondo era già sparito mentre il corpo di Stefano era volato dalla sella con il casco stretto sulla sua testa, cosa che non aveva Federico perché non gli andava.
Era tutto buio.
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Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //
FanficBenjamin, quel tipo di ragazzo che è circondato da amici perlopiù falsi essendo che a scuola è molto bravo. Un ragazzo dolce e sensibile, con dei genitori avvocati e odia le feste. Tutto ciò che richiama il sabato, per lui è come una sigaretta. In...