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Era il sabato prima del compleanno di Federico. Non era solito oramai festeggiare i suoi compleanni come fa chiunque, lui festeggiava organizzando una gara.
Quest'anno non sapeva chi volesse invitare con cui potesse gareggiare. Con molte persone ci aveva già gareggiato, forse in un secondo momento gli sarebbe venuto in mente.
Prese una sigaretta dal suo pacchetto portandosela alla bocca e se la accese. Tutto ciò mentre aspettava Massimo e i gemelli poiché per quel sabato Stefano era fuori a sbrigare faccende.
Un'altra gara doveva affrontare quel giorno e così fece.

Passarono cinque giorni e arrivò il compleanno del biondo. Alla fine aveva scelto di gareggiare contro i suoi stessi amici tanto per divertirsi.
Era mattina presto quando Federico si alzò dal suo letto e si fece una doccia fredda.
Inviò velocemente un messaggio al piccolo chiedendo se avrebbero fatto colazione insieme fuori e la risposta non arrivò a tardare.
Afferrò la giacca e il cellulare e uscì di casa. Sull'uscio del cancello si ritrovò la stessa persona che stava cominciando a detestare. Suo padre, solo che questa volta c'era anche sua madre.

"Auguri figliolo" il biondo passò accanto senza degnarli di uno sguardo e saltò su alla moto.

"Tua madre ti ha detto auguri, un minimo grazie potrebbe anche riceverlo da parte tua" disse suo padre.

"Certo prima neanche un ciao mi degnavate ed ora venite a casa solo per farmi gli auguri? Cazzo ritornate meglio dove stavate e ogni volta non rovinatemi le giornate in cui il sole splende" certo le giornate fuori erano belle, ma ogni volta l'umore di Federico era coperto da nuvole piuttosto grigie.

E senza che suo padre aggiungesse altro, accese il motore e partì al bar dove si era dato appuntamento con il moro.

"Ciao Bebe" disse notando il ragazzo mentre ricacciava le sue lacrime pronte a solcargli il viso.

"Auguri Fefe, questo è per te" Benjamin porse una busta regalo all'altro e al tempo stesso gli stampò un bacio sulle labbra e alla fine un sorriso comparve.

"Grazie, ma non dovevi"

"È per ringraziarti per tutto ciò che fai per me, ogni giorno. Sei la persona che nonostante mi allontani da te stesso, nel frattempo mi proteggi e non è da tutti" il grande non sapeva più cosa dire, sembrava come se le posizioni si stessero invertendo.

Si andarono a sedere ordinando due cornetti con crema e nutella e due caffè mentre Federico scartò il suo regalo. All'interno trovò una t-shirt azzurra con la scritta "F612".

"So che non è un granché ma mi piaceva, cioè si abbina parecchio con i tuoi occhi" parlò il piccolo.

"Bebe, davvero sei una persona fantastica ed io non merito questo" affermò il biondo consapevole che quello che stava accadendo, stava andando troppo oltre.

"Fede potresti accettare solamente il regalo senza giri di parole che ti portino da tutt'altra parte?" e dopo ciò non parlarono più del regalo e cambiarono discorso.

Benjamin andò a scuola, invece Federico girò per le strade di Roma con la sua moto stando attento a dove andasse, perché bastava un vicolo sbagliato in cui andare e ben presto si sarebbe trovato la gang di Zic attorno.

La sera non tardò ad arrivare e cosi tutta la gente che di solito partecipava.
Una persona alla volta fecero gli auguri al ragazzo biondo per poi mangiare schifezze varie come patatine, rotoli di nutella e cose così, oltre a bere birra.
Verso le 21 la gara ebbe inizio, il biondo scrutò attorno senza notare il viso angelico del piccolo. Neanche Einar, il suo migliore amico c'era, si domandava il perché. In fondo gli aveva invitati entrambi.
Dopo un bel pò di minuti mentre lui e i ragazzi si stavano mettendo alla linea di partenza, sentì un qualcosa come se qualcuno lo stesse osservando. Cioè chiunque era lì lo stava guardando ma quella sensazione era ben diversa, come se solo una persona sapesse guardarlo in modo diverso dagli altri. Si voltò dove si posizionavano sempre e Benjamin era lì che lo osservava. Ci fu un leggero scambio di sguardi e poi la gara ebbe inizio.
Quella gara era più o meno come le altre, solo che quella era più per divertirsi con i suoi amici.
Al termine, come sempre, il biondo aveva vinto e con un sacchetto colmo di patatine alla paprika e una bottiglia di birra, si stava dirigendo verso il piccolo.
Poggiò quelle cose sulla sella della moto dove era seduto Benjamin.
Si diedero un piccolo e veloce bacio per poi aprire le patatine e cominciare a mangiare.
Il grande offrì la birra all'altro, il quale rifiutò.

"Bebe, dai rendimi felice oggi che è il mio compleanno, bevi solo un piccolo sorso, non di più" e il moro si fece abbindolare bevendo una piccola goccia e fare una faccia alquanto strana e buffa.

"Che faccia tenera che hai fatto" esclamò Federico sfiorando i loro nasi.

"Sei un'idiota" parlò il piccolo.

Per il resto della serata, lo trascorsero a scambiarsi baci di tanto in tanto ma prima dell'una, Benjamin si ritrovò costretto a tornare a casa per non finire nei guai.
Salutò il biondo e insieme ad Einar se ne andarono, cioè il punto non erano tanto i genitori ma il giorno dopo c'era scuola e la conseguenza erano i suoi genitori e la punizione che gli avrebbero assegnato però fortuna che andò tutto per il verso giusto.
Entrò senza far rumore in casa salendo le scale per andare in camera. Si mise il pigiama e si intrufolò sotto le coperte e lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo.

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Alla fine l'esame l'ho passato.

Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora