c̷h̷a̷p̷t̷e̷r̷ 16

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I giorni trascorrevano lenti, era sempre più straziante rimanere chiusi in casa a studiare.
L'inverno cominciava ad arrivare.
Alberi spogli, caminetti accesi, felpe pesanti.
Benjamin detestava l'inverno, si sentiva come se fosse in una prigione e se usciva, era sempre il primo a prendersi l'influenza.
Più o meno erano passate due settimane e cinque giorni da quando era successo quel litigio con il biondo. Lo aveva provato a chiamare, ma ogni volta risultava irraggiungibile, provò con i messaggi e niente, voleva uscire i sabati scorsi però lo studio glielo impediva ma si era detto che dopodomani sarebbe andato lì e avrebbe provato a parlarci.
Voleva ritornare amico del grande poiché da quando lo conosceva le sue passioni stavano leggermente cambiando. I cavalli gli piacevano sempre però adesso amava anche le moto, stava imparando ad amare il pericolo.
Non riuscì a reggere quell'ansia, voleva andare dal biondo e parlargli.
L'ansia lo stava divorando.
Quando arrivava il sabato?
Quanto tempo mancava?
Cioè dopodomani era così lontano, solo 48 ore e sarebbe stato sabato.

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Per fortuna di Benjamin il giorno che tanto desiderava era arrivato. Doveva solo aspettare la campanella della quarta ora, quella della quinta, quella di fine lezioni, le ore di studio, un'ora per prepararsi, Einar che sarebbe passato a prenderlo e okay, era fortunato perché era sabato ma un pò sfortunato perché fino alle venti di sera mancavano ancora nove ore. Nove e interminabili ore.

Terminò la giornata scolastica e uscì fuori scuola. Voltato l'angolo del cancello si ritrovò il biondo. Era felice di rivederlo, forse la stessa idea gli era passata per la mente anche a lui e quindi dovevano chiarire.
Camminò a passo spedito ma qualcuno lo spinse leggermente fiondandosi tra le braccia di Federico.
Il piccolo guardò quella ragazza, prima d'ora non l'aveva mai vista nella sua scuola e dal modo in cui era conciata, a quanto pare non aveva mai avuto un ragazzo e il biondo era... "No Benjamin, cosa te ne importa in tal caso che quei due stiano insieme?" si urlò il moro dentro sé.
Non gli doveva importare. Voleva chiarire solo per continuare con il loro patto.
Poi quelle labbra così delicato, morbide erano sulla bocca di quella dai capelli neri. Le stesse labbra con cui Benjamin faceva pratica, quelle che avevano sfiorato veramente la bocca del moro, quelle che forse, ma proprio forse lo mandavano fuori di testa.

"L'amichetto ti ha abbandonato?" parla una voce alle spalle del piccolo.

"No, poi siamo amici, cioè una cosa del genere" disse Benjamin.

"Certo, ci crediamo tutti" il moro si chiese perché tutti pensavano la stessa cosa. Da quando lo aveva visto per la prima volta, quando i loro sguardi si erano incrociati, adesso chiunque conosceva il piccolo gli dicevano sempre ed unicamente la stessa frase. Da Einar ed ora anche Zic.

Dopo il moro si diresse verso il grande mentre quest'ultimo era già in sella sulla sua moto insieme alla ragazza.

"Fede possiamo par..." neanche il tempo di terminare la frase che il biondo partì spedito.

Ed ora mancavano giusto sette ore.
Tornò a casa e saltò il pranzo dicendo che aveva troppo da studiare chiudendosi in camera e mettendosi con i libri sulla scrivania.
Lesse la stessa frase un centinaio di volte poiché la sua testa era immersa nei pensieri senza una fine. Chissà se l'avrebbe trovata questa fine.
Poi qualcuno bussò alla porta e con un accenno di consenso, la persona dall'altro lato entrò.

"Tesoro, c'è qualcosa che non va?" domandò la madre.

"Tranquilla mamma, è tutto apposto" rispose il ragazzo.

"C'entra Alessia? Vi siete lasciati?"

"Ma no, con Alessia va bene"

"È un'altra ragazza? Del tipo sei confuso tra Alessia e questa ragazza chi delle due ti interessa e con l'altra ci hai litigato e vorresti mettere in chiaro le tue idee però nel frattempo non vuoi ferirle"

"Una cosa del genere" si lasciò sfuggire il moro, solo che da quello che pensava la madre era un tantino lontana da ciò che era successo veramente.

Dopo la chiacchierata, riuscì a studiare un poco.
Cominciò a prepararsi con due ore e mezza d'anticipo in modo da fare tutto con calma.
Aprì il getto della vasca così da farla riempire, ci aggiunse del bagnoschiuma da creare le bolle come quando era piccolo, si tolse i vestiti ed entrò.
L'acqua calda era rilassante tanto che poggiò la testa sul bordo, socchiuse gli occhi e inaspettatamente si addormentò.
Qualcuno lo chiamò più e più volte, lo scosse cominciando a pensare il peggio e quando il moro aprì le palpebre, si ritrovò sua madre ed Einar.

"Ehy amico, tutto bene?" chiese l'amico.

"Sì, mi sono solo addormentato. Che ore sono?" disse Benjamin.

"Le 19:30 e devi sbrigarti che dobbiamo passare per prendere Valentina e anche Alessia che ti ha chiamato un casino di volte e non le hai risposto ed ora sò il perché" commentò Einar sorridendo pensando al moro che stava dormendo nella vasca.

Benjamin si diede una leggera sciacquata veloce e si vestì in fretta.
Salì in auto e andarono a prendere le due ragazze.

"Ein, ma se c'è Alessia come faccio a parlare con Federico? Anzi aspetta una cosa, Alessia odia le corse perché sta venendo con noi?" domandò quasi più a sé stesso.

"Perché non può cambiare anche lei opinione come hai fatto te? E poi Vale le ha raccontato delle gare e Alessia ha detto di voler vedere una corsa e, comunque, con il biondo puoi stare tranquillo, la distraiamo noi" lo rassicurò Einar.

Presero le due ragazze e andarono diretti al luogo delle gare.
Benjamin camminò affiancato dagli amici trovandosi dall'altro lato della strada.
Valentina corse subito al centro chiamando l'attenzione dei partecipanti.

"Anche se oggi non è una corsa molto importante, ho deciso di aggiungerci una nuova regola. I partecipanti si posizionino già qui infilandosi il casco" cominciò con il dire la mora.

Il piccolo si guardò un pò attorno e vide la stessa ragazza di questa mattina. Anche se non gli aveva fatto niente, le stava antipatica.

"Ogni motociclista e mi riferisco ai quattro che sono qui davanti, -indicò i partecipanti- gareggerà con una persona a caso senza che il guidatore sappia chi ha dietro. Per quanto riguarda chi vorrebbe salire sulla sella come ospite, si dovrà posizionare su quella striscia bianca" disse questa volta indicando una linea bianca disegnata sulla strada che distava dalla partenza più o meno cinque metri. Si posizionarono dieci persone e anche il moro ritrovandosi quella ragazza antipatica al suo fianco. Doveva essere lui a meritarsi il posto dietro al grande.

"Al mio 'partite', voi che siete sulla linea bianca, dovete correre dietro alla moto su cui volete salire e chi non ottiene il posto, ritorna sul marciapiede senza pretese e quando sentirete il vostro partner stringerci attorno la vita, potete già cominciare la gara" terminò Valentina di spiegare.

La parola che tutti aspettavano, fu pronunciata e il moro corse riuscendo a sedersi sulla sella e Federico partì. Erano in seconda posizione.

"Maria stringiti forte" gridò il biondo e Benjamin adesso sapeva il nome dell'antipatica. A quanto pare il grande pensava che fosse quella.

Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora