Oramai perdeva tempo solo a pensare.
La sua mente nell'ultimo periodo si dissolveva nei pensieri, nelle illusioni, nei sogni e lasciava che tutto questo accadesse.
In fondo gli piaceva rifugiarsi in quel mondo lontano dalla gente a cui non era interessato e si sentiva del tipo libero. Libero dalla realtà. Non si sentiva affatto chiuso in gabbia come si potrebbe immaginare.Da quando Benjamin era uscito da casa sua, era rimasto nel letto soffermandosi a immaginare tutti i momenti passati con quel ragazzo in un flashback e gli ritornarono in testa quei giorni, i primi giorni che si erano conosciuti.
Lo aveva soprannominato il "suo angelo" e forse tutt'ora lo era ancora, era l'unica persona che senza dirgli niente lo aveva capito, l'unica persona cui ci teneva tanto a lui ma l'unica persona che stava facendo soffrire e non poteva farci niente. Anzi al tempo stesso cercava di salvarlo da sé stesso però era testardo come era testardo anche lui e nulla.
Ricordò il primo bacio che si erano dati, certo era a stampo ma fu il primo che diede ad un bambino. Due bambini innocenti che si diedero un piccolo bacio con la scusa che anche gli amici lo fanno.
Da bambini erano amici, adesso non sapeva quale nome dare a quello strano rapporto.
Poi quando lo rivide dopo tanto tempo, non pensava fosse lui e solo ora se ne era accorto, dopo che la scommessa era terminata però se forse questi sogni gli avrebbero detto sin dall'inizio chi fosse quel bambino, lo avrebbe lasciato stare e tra di loro non ci sarebbe mai stato nulla. Nessun bacio, nessun fare sesso, né la colazione insieme, né tutto ciò che era accaduto e forse era di gran lunga molto meglio.
Nessuno aveva capovolto la sua vita da quando suo nonno se ne era andato. Quel Benjamin in un modo o nell'altro stava per diventare qualcuno nella sua vita, forse avrebbe continuato a negarlo per molto tempo ancora, cioè poi gli voleva bene come se ne vuole ad un amico però lui era di quelli amici speciali, un pò come Stefano.E così senza rendersene conto, si riaddormentò.
In quella mente vagavano solo ricordi, ricordi passati e non presenti, né immagini future. Forse rimpiangeva di quella vita passata, di quella vita bella con suo nonno accanto e con quel piccolo bambino, Benjamin mentre ora suo nonno non c'era più e per quanto riguardava il moro, lo stava allontanando dal casino che era.
Benjamin era troppo fragile per sopportare tutte le sue cazzate.
Si svegliò di soprassalto per il secondo incubo appena fatto. Era lo stesso di quella notte. Aveva paura, ma non sapeva dare un nome a questa paura. Sembrava tutto reale, chissà forse un giorno di quelli qualcosa di simile sarebbe accaduta se Benjamin continuava a stargli vicino.
Lasciò perdere perché stava pensando fin troppo e altrimenti si sarebbe ridotto come ieri sera. Si alzò dal letto dirigendosi alla finestra aprendola e il sole splendeva alto nel cielo. Poiché non aveva guardato l'orario, dedusse che fosse mezzogiorno.
Si accese una sigaretta e fissò il giardino della casa difronte essendo che loro non ne avevano uno. Cioè in realtà non sapeva perché stesse facendo quel gesto, forse tanto per farsi i fatti della signora che era appena uscita sul retro per stendere i panni.
Appena terminò di fumare, scese giù dimenticandosi del casino e si mise le mani fra i capelli sussultando e dicendosi che era uno stronzo ad aver combinato quello, però alla fine far casino era la sua specialità e ci riusciva abbastanza bene.
Pulì ogni singolo frammento di vetro, ceramica o qualunque cosa ci fosse a terra con la scopa e la paletta altrimenti se avrebbe raccolto con le mani si sarebbe ferito anche l'altra mano e a proposito della mano sinistra, la osservò e notò che per quanto Benjamin avesse stretto la fascia, in realtà non gli faceva male.
Però no, doveva smettere di pensare a quel ragazzo.Dopo aver pranzato con un panino, si recò a casa di Stefano dove, come al solito, c'erano i ragazzi. Lui voleva raccontare loro della scommessa ma poiché c'erano anche le ragazze, quell'argomento lo avrebbe rimandato ad un altro giorno.
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Benjamin appena uscito da casa del grande, per un attimo non si stava più ricordando dove andare per quanto era sommerso nei suoi pensieri ricordandosi del discorso da poco avvenuto in camera di quel ragazzo.
Come un lapsus, si ricordò che doveva andare a casa a prendere lo zaino. Arrivò e lo prese di fretta e fortuna che trovò l'autista che lo accompagnò a scuola. Era da poco suonata la campanella e si ritrovò in perfetto orario.
Varcò la porta della sua classe andando a sedersi accanto ad Einar.
La prima ora passò e arrivò la seconda ora e una supplente fece il suo ingresso, quindi Einar non perse occasione a domandare all'amico cosa ieri sera fosse successo."Bè, che hai fatto ieri all'una di notte a casa del biondo?" chiese.
"Cosa avrei dovuto fare? Era ubriaco e l'ho accompagnato a letto dove abbiamo dormito, niente di che" rispose il moro.
"Certo, come se me la bevo. Dai dillo che avete anche fatto sesso" sussurrò Einar le ultime due parole per non farsi sentire, ma a quanto pare i due ragazzi davanti a loro non persero occasione.
"Chi è che ha scopato?" domandò Michele.
"Giratevi e fatevi gli affari vostri, nessuno vi ha interpellato" disse Einar.
"Eddai ragazzi, vogliamo sapere anche noi" stavolta parlò Emanuele.
"Non credo che Benjamin voglia condividere con voi le sue relazioni sessuali" continuò l'amico del moro.
"Quindi allora Benjamino sei tu che hai scopato. E con chi? La conosciamo?" disse Michele.
"Non lo conoscete e poi se vi racconto i miei fatti, andate a raccontargli in giro. Vi conosco ormai da cinque anni" ed ecco che Benjamin aveva appena dato pane ai pesci, aveva detto la prima frase al maschile e i due ragazzi capirono ben presto.
Alla fine delle lezioni, la notizia fu sparsa in tutta la scuola. Non si diceva in giro che fosse gay, perché poteva essere solo andato una volta al letto, si diceva solo "Benjamin ha fatto sesso per la prima volta".
E il moro si trovò in imbarazzo, arrivò alle orecchie di Zic che fece uno piu uno e fu pronto per un piano.
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Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //
FanfictionBenjamin, quel tipo di ragazzo che è circondato da amici perlopiù falsi essendo che a scuola è molto bravo. Un ragazzo dolce e sensibile, con dei genitori avvocati e odia le feste. Tutto ciò che richiama il sabato, per lui è come una sigaretta. In...