c̷h̷a̷p̷t̷e̷r̷ 35

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Federico al secondo girò di chiavi si svegliò ritrovandosi a casa del moro con un paio di boxer. Si ricordò che i genitori dell'altro erano usciti e di conseguenza quella porta che si apriva significava che erano già di ritorno.
Guardò il display del cellulare notando che erano le 24:35.
Si alzò velocemente e si vestì, corse in bagno senza far rumore e aspettò.
Difatti si sentì la porta della camera di Benjamin che venne aperta e poi richiusa. Il biondo si affacciò nell'oscurità, poi strappò un pezzo di carta poggiandolo sul lato del letto in cui prima c'era lui e dopo dalla finestra notò che la scala era proprio sotto alla sua via d'uscita.
In silenzio attraversò il cortile della villa arrivando alla moto, se la trascinò finché non si ritrovò lontano dalla casa per poter accenderla e non dar fastidio a nessuno.
Andò a casa dirigendosi in camera sua e appena poggiò la tefa sul cuscino, crollò nel sonno.
Era l'ennesima volta che quel bambino apparve nel sogno. Si domandava chi fosse, se lo aveva già conosciuto in passato perché era troppo strano che sognava qualcuno che neanche aveva mai visto.
Quel giorno però il sogno non fu lo stesso che oramai lo accompagnava sempre, era diverso dal solito come se stesse rievocando sinceramente qualcosa che in passato era successa.

Quel bambino, ancora lui.
Questa volta non erano in una villa ma bensì al parco.
Anche Federico era un bambino.
Andò incontro al piccolo con due coppette gelato. Una al cioccolato, la sua preferita e l'altra al pistacchio. Si chiese come mai sapesse che il gusto preferito di quel bambino fosse il pistacchio.
Si salutarono come due amici fanno.
Due amici di soli sette e nove anni.
Si gustavano il loro gelato.
Poi accidentalmente il biondo sporcò un pò la guancia dell'altro e viceversa.
Federico si avvicinò e con la lingua assaporò la guancia del piccolo macchiata di cioccolato. Stessa cosa fece il castano.
Sentì una strana sensazione nello stomaco. Tipo un vuoto, lo paragonò.
Da lì, il sogno fu incentrato sempre su quelle due figure ma il posto era cambiato, cioè erano sempre al parco ma non più seduti sulla panchina bensì sulle altalene che venivano spinte dal vento leggero che soffiava quella mattinata. Il cielo era coperto di nuvole grigie. A momenti la pioggia sarebbe scesa.
Un bambino andava su e l'altro giù.
Quella era la loro giostra preferita poiché ad entrambi dava quella sensazione di libertà, come se stessero volando, si paragonavano a due piccoli cygnus olor, nome scientifico di cigno reale.
Sembrava strano paragonarsi a quell'animale ma per loro era così.
Federico scese dall'altalena mentre delle gocce scendevano dal cielo.
Pian piano si avvicinò al piccolo che fermò la sua altalena.
Il biondo non sapeva di preciso perché stesse facendo quel che il cuore, o forse la testa comandava di fare ma sapeva che lo stava facendo e basta senza pensare alle conseguenze, più o meno. Anzi era l'ultimo anno che avrebbe visto quel bambino poiché poi avrebbe frequentato le medie e dopo le superiori e finché sarebbe arrivato lui, si sarebbero già dimenticati forse.
Federico promettè all'altro che non si sarebbero mai dimenticati, che la loro amicizia sarebbe continuata anche se non sapevano dove abitassero e non avevano i numeri di cellulare, però quando si sarebbero rivisti di nuovo, sapevano che si avrebbero riconosciuti con uno sguardo.
Il grande era a un centimetro di distanza dall'altro, gli posizionò due dita sotto il mento, proprio come aveva visto nei film, e poggiò le sue labbra su quelle del piccolo. Un sorriso comparve sul volto di entrambi.
"Ma non dovresti baciare una bambina come dovrei fare anche io?" domandò infantile il bambino castano.
"Anche gli amici lo fanno per dimostrare che si vogliono bene però solo quelli speciali come noi due" aveva risposto il biondo.

Si svegliò dal sogno intontito di ciò che era accaduto. Quello non doveva essere un sogno, era fin troppo reale.
Mise a fuoco ciò che ritraeva e ricordava nella sua mente. Lui da bambino, un bambino che soprannominata sempre "angelo" essendo che era davvero bello, le altalene, quel giorno di fine scuola, loro due, le loro labbra unite.
"Cazzo" urlò in preda al panico non sapendo cosa stesse succedendo. Si portò le mani sulla testa che cominciava a pulsare. Cosa significava? Cioè sapeva che era un ricordo, ma voleva capire chi fosse quel bambino. Avrebbe tanto voluto scoprirlo.
Si alzò facendosi una doccia fredda, si vestì e scese in cucina prendendo un oki e vedere se il dolore passasse.
Cinque minuti dopo era in sella alla sua moto diretto a scuola del moro. Glielo aveva promesso che sarebbe passato da lui per portarlo a pranzo, anche se quest'ultima cosa non era specificata, si andava benissimo ad intuire.
Passò da scuola dove lo trovò con la testa china a digitare al cellulare a qualcuno.

"A chi stai scrivendo?" domando il grande.

"Ad Einar poiché oggi non è venuto a scuola e lo aggiornavo sui compiti" rispose Benjamin.

"Dai Bebe salta su che ti porto a pranzo"

"Devo essere onorato?"spuntò un ghigno sulla faccia del piccolo.

"Ma se ti porto sempre io fuori, un invito da te quando lo ricevo?"

"Al mio matrimonio" così su due piedi al moro gli saltò in testa quella inutile idea.

"Chi è la fortunata?"

"Oh, ancora devo decidere tra le tante che mi girano attorno"

"Ma che se io non vedo nessuna. Aspetta non è che intendi le formiche, sai so che quelle simboleggiano la ricchezza e tu ne hai a volontà" si mise a ridere il biondo.

"Davvero divertente, me ne ritorno a casa" dice il piccolo mettendo il broncio al ché Federico scende dalla sua moto e va verso di lui.

In fondo non c'è nessuno, nessun alunno, nessun insegnante, nessuno che in quel momento dovesse passare per quella strada.
Il biondo prese in braccio l'altro e gli stampò un bacio sulle labbra.
Qualcosa di strano si fece largo nella pancia. Cosa diamine significava?

"Bè andiamo?" e Benjamin annuì.

~~~

Okay ho studiato quel poco che c'era da fare essendo che non c'era molto e in testa mi stavano balenando un sacco di idee e dovevo per forza scrivere, quindi eccovi il capitolo anche se avevo detto che oggi non avrei pubblicato niente ma vabbuò.

Guarderete stasera i bimbi su Rai uno? 🌼

Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora