Benjamin quel lunedì mattina si svegliò con un gran mal di testa e la fronte che scottava.
Erano davvero rari i momenti che si ammalava e poi a metà primavera non capitava quasi mai.
Pensò che pian piano si avvicinavano gli esami e doveva iniziare a fare la sua tesina, cioè della sua classe nessuno la aveva cominciata, ma lui era lui e doveva fare le cose per il verso giusto, o almeno non sempre faceva la scelta giusta.
Avvisò i suoi di non sentirsi bene, i quali lo lasciarono riposare senza fargli domande, in fondo era bravo a scuola quindi una o due assenze non facevano male a nessuno.
Prese il suo portatile, i libri e dei fogli iniziando così a farsi schemi, riassunti, collegamenti riguardo a ciò che voleva portare.
Decise di optare su un argomento, uno che forse nessuno avrebbe affrontato e poi si poteva agganciare con ogni materia: la storia, l'italiano, la religione (anche se non era necessario inserirla come materia, ma il moro voleva), diritto, tecnologia, inglese.
Fece anche delle ricerche su qualche movimento, su qualche letterato, sul non essere accettati dalla religione, poesie inglesi che riassumessero quei contenuti e cose del genere.
Passò tutta la sua giornata da ammalato per fare quella tesina.
Verso sera si fermò poiché tutto attorno a sé girava e vedeva sfocato, l'avrebbe terminata l'indomani, per adesso doveva solo riposarsi.
Rimise tutto al suo posto, stando attento a non cadere.
Pensandoci non aveva neanche pranzato e ciò era riferito anche ad esso il suo giramento che poi non aveva nemmeno tanta fame, erano due giorni che non mangiava tanto, ogni cosa preparata la lasciava a metà essendo che il suo stomaco si era chiuso per il nervoso, per quel fatto.
E no, non doveva pensare solo ed esclusivamente a quel ragazzo perché se alla fine voleva chiarire, sapeva dove abitava e poteva dirgli tutto, però non lo aveva fatto. Sicuramente Federico lo aveva già dimenticato come lui doveva farlo, forse in parte un pochino lo stava già facendo.Scese le scale tenendosi stretto alla ringhiera, arrivò in cucina dove Rosamunde era davanti ai fornelli intenta a preparare la cena.
"Ciao Ros" annunciò il suo ingresso il ragazzo.
"Ciao signorino, non dovresti essere a letto? Te l'avrei portata io la cena" accennò la domestica riferendosi all'acqua che bolliva sul fuoco.
"No, vorrei stare un pò qui, è tutto il giorno che sono rinchiuso in camera a fare la tesina e non ho chiuso occhio. Non calarmi troppa pasta perché non ho tanta fame" disse Benjamin.
"Sicuro? Sei più pallido del solito, cioè ti ho visto altre volte malato ma questa volta non sembra una cosa da tutti i giorni, centra con quel ragazzo che è venuto molto spesso qui e che non rientra nei gusti dei tuoi genitori?"
"Ma è così tanto evidente? E poi ai miei non rientrerebbe né lui nei loro gusti, né io che sia gay"
"Sì e non pensavo che ti definisti già con quel nome, pensavo che fosse solo un momento"
"Non lo so, è tutto così strano e nuovo che non so orientarmi"
"Appena termina il liceo, prenditi più tempo per pensare"
"Difatti devo andare a Londra e partirò verso luglio almeno finché comincerò l'Università ho tempo per pensare a ciò e grazie Ros"
"Si figuri signorino" e dopo quella conversazione, cenò tranquillo non pensando a nulla e si sentì sollevato, anzi la sua fame era anche un pò aumentata che si mangio una ventina di ciliegie.
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L'indomani si alzò senza alcun dolore, prese il termometro per misurarsela e solo degli inutili decimi a cui non badò e si vestì per andare a scuola.
Fece colazione mostrandosi felice, non voleva far trapelare nessun sentimento, salì in auto e l'autista lo portò a scuola.
Aspettò l'arrivo dell'amico che di arrivare in anticipo non era proprio il suo forte e insieme al suono della campanella varcarono la porta."Ieri non mi hai risposto a nessuna chiamata e né ai messaggi, ho dovuto chiamare tua madre per sapere se fosse successo qualcosa e mi ha detto che eri con la febbre, almeno potevi avvertirmi" disse Einar.
"Scusami ma sai che quando ho l'influenza, non lo accendo mai il cellulare e poi ho pass tutta la giornata a fare la tesina che ancora dovrei terminare e dovrei domandare alla prof di italiano se va bene che porti un letterato che non abbiamo ancora fatto e che sicuramente non faremo essendo che siamo ancora a metà e tra un mese e mezzo sono gli esami" parlò Benjamin.
"Hai già idea sulla tesina? Beato te, io non so cosa portare, comunque di cosa tratta?" chiese l'amico.
"It's a secret"
"Dillo solo a me che sono il tuo migliore amico"
"No Ein, voglio sorprendere tutti, ti dico solo che è un qualcosa di cui nessuno fino ad ora, per quanto ne so, ha mai trattato"
"Se veni a pomeriggio a casa mia così mo aiuta per qualche idea?"
"Va bene" e terminarono di parlare mentre la professoressa di inglese fece il suo ingresso.
Quella mattina riuscì a distrarsi completamente grazie alla scuola, la sua mente la tenne molto impegnata e il pomeriggio lo passò a casa di Einar per preparare la tesina del migliore amico. Cioè in teoria doveva farla Einar, ma in pratica tutto il lavoro lo stava facendo Benjamin che di tanto in tanto mandò sguardi assassini all'amico che era intento a messaggiare e a sorridere a Valentina che era dall'altro lato del cellulare.
Avrebbe voluto avere una storia come la sua, molte volte invidiava Einar per questo. Lui era così bravo a farsi amare e a ricambiare mentre il moro amava ma non veniva ricambiato dalla persona che voleva.~~~
Scusatemi per questi giorni ma da me era festa patronale e le sere uscivo e tornavo a casa tardi che ero stanca e non avevo idee per scrivere.
Comunque avete visto il video postato dai bimbi riguardo alla giornata di ieri al Pride? Cioè hanno tenuto un discorso davvero bello e sono felice di seguire due persone come loro che danno questo tipo di esempio.
Poi mi aspettavo il coming out, ma shh 🌸
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Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //
FanficBenjamin, quel tipo di ragazzo che è circondato da amici perlopiù falsi essendo che a scuola è molto bravo. Un ragazzo dolce e sensibile, con dei genitori avvocati e odia le feste. Tutto ciò che richiama il sabato, per lui è come una sigaretta. In...