Federico era sollevato, il sabato era arrivato e sapeva che quel giorno ci sarebbe stato anche il moro.
Aspettò che il ragazzo in questione arrivasse, passarono venti minuti da quando gli scrisse che era per strada. Si stava leggermente allarmando però poi lo vide.
Il piccolo gli andò incontro insieme ad Einar e Valentina e attorno al biondo c'erano anche gli altri suoi amici."Benjamin ti presento Stefano, ovvero Lion, Massimo detto Saetta, e Simone e Filippo, Siamese uno e Siamese due" disse Federico e il moro gli salutò con una semplice alzata di testa come aveva insegnato il ragazzo accanto a lui.
Il grande prese una Marlboro dal suo pacchetto, la accese prima dell'inizio della gara e poi la passò a Benjamin.
Einar era felice di vedere l'amico un pò fuori dai suoi schemi.
La gara cominciò e il biondo partì lasciandosi alle spalle una scia di nube grigia.
Come sempre vinse Federico. Quella era la sua strada, quella la sua moto, quella la sua vita. Per lui era tutto così facile.
Poi ad un tratto, tutti furono sbalorditi.
Una BMW nera passò di lì, un pò insolito poiché di sera non passava alcuna auto ma i due amici la riconobbero, riconobbero ciò che a pochi metri da loro stava in un certo senso per accadere, quindi si ritrovarono a nascondersi in un vicolo abbastanza buio, difficile da riuscire a vedere cosa ci fosse. Trovarono una porta in ferro e la aprirono entrando in una casa abbandonata e dalla finestra riuscirono a guardare cosa succedeva al di fuori."Che ci fate qui? Tranquilli che è solo un'auto di passaggio" disse il biondo facendo spaventare i due ragazzi.
"Certo può pur essere una macchina di passaggio ma all'interno ci sono i miei genitori, la riconosco bene la targa quindi preferirei non farmi vedere ma mi sembra strano che siano qui, cioè loro non passano mai per questa strada" parlò Benjamin.
"Benji calmati, in fondo qui sopra non ci possono vedere" provò Einar a tranquillizzarlo.
Però qualcosa non riuscì a far calmare il moro poiché il padre scese dall'auto.
"Cosa cavolo ci fate tutti qui? Questa non è una strada in cui si corre, le corse sono illegali se non avete un circuito, adesso vi denuncio tutti" e il padre del moro prese il cellulare mentre tutti i ragazzi presenti cominciarono a correre per andarsene.
Benjamin non riuscì a rimanere lì fisso a guardare da quella finestra e così andò a sedersi in un angolino seguito dal grande.
"Bebe calmati, andrà tutto bene" ci provò Federico prendendo la mano dell'altro e disegnando cerchi immaginari. Improvvisamente il piccolo si rilassò sotto a quel tocco abbandonandosi tra le braccia del biondo che lo strinse.
Einar si sentì di troppo ad osservarli, quindi decise di guardare al lato opposto dove una pattuglia di poliziotti arrivava. La strada era libera e non c'era traccia di nessuno tranne che di un'unica cosa rimasta lì.
"Federico, ma quella è la tua moto?" il ragazzo non voleva rovinare la scena tra i due ma dovette quando notò che un poliziotto stava prendendo la targa.
Il biondo si alzò all'istante non preoccupandosi questa volta del piccolo e si precipitò a guardare dalla finestra vedendo la scena.
"Cazzo, cazzo, cazzo! La mia moto, non possono portarla via" si voltò andando verso le scale però si bloccò per dire "cercherò di allontanarli e poi ve la date a gambe levate, mi raccomando"
I due amici osservarono ciò che succedeva sotto e come previsto dal grande riuscì ad allontanarli però sorgeva un problema. I poliziotti se ne erano andati, Federico idem e i suoi genitori erano fermi lì, adesso cosa cavolo avrebbero fatto?
Poi Benjamin pensò che bastava voltare l'angolo opposto per andare all'auto di Einar. E alla fine così fecero senza essere visti.
Arrivarono ognuno a casa propria e il moro si mise velocemente il pigiama intrufolandosi nel letto.
I suoi genitori arrivarono qualche minuto dopo e lo videro beatamente dormire.Il mattino seguente i due adulti non aspettarono altro che il figlio arrivasse in cucina per porgli tutte le domande possibili ed immaginabili su ieri sera.
"Benjamin volevamo domandarti dove sei stato ieri sera insieme ad Einar perché abbiamo visto Valentina ad una corsa clandestina" chiese la madre.
"Siamo andati prima im centro a farci un giro e dopo Valentina aveva detto che doveva andarsene mentre io ed Einar siamo rimasti seduti ad una panchina vicino alla fontana, da lì non ci siamo mossi e non sapevo che qui a Roma si tenessero gare in fondo sono clandestine perché le fanno?" dice il moro facendo l'ignorante.
"Bè per i soldi, quei ragazzi lì non vogliono lavorare e quindi si ritrovano a fare cose contro la legge, spero per te che non frequenti certa gente" parla il padre.
"Ma papà sembro il tipo che va dietro a dei ragazzi senza senso? Perché io li definirei in questo modo, non sanno cosa fare della propria vita e quindi non provano a darle un senso" afferma Benjamin.
"Questo è mio figlio, visto cara come lo abbiamo educato? Fra qualche anno avrà già una famiglia e un lavoro in cui dovrà dare il massimo" disse l'uomo e la moglie sorrise.
In tutto questo Benjamin se ne stava zitto, lasciava che i suoi genitori continuassero a progettare la sua vita per non deluderli. Sarebbe stato difficile andare a deludere le persone a cui vuoi bene, in un certo senso anche se loro non lo hanno mai dimostrato nei suoi confronti.
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Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //
FanfictionBenjamin, quel tipo di ragazzo che è circondato da amici perlopiù falsi essendo che a scuola è molto bravo. Un ragazzo dolce e sensibile, con dei genitori avvocati e odia le feste. Tutto ciò che richiama il sabato, per lui è come una sigaretta. In...