Tornò in camera sua e compose il numero di quella persona. Non sapeva se avrebbe risposto oppure no per via della brutta giornata che sicuramente stava passando.
Alla fine al sesto squillo, rispose."Ciao Alessia, come stai? " domandò il moro.
"Ciao Ben, diciamo che ancora non riesco a metabolizzare l'accaduto. Ma ti rendi conto che capitano tutte a me? Da adesso ho terminato di affezionarmi troppo alle persone" parlò con tono di malinconia la ragazza.
"Ehy non dire così, non gira tutto attorno all'amore, pensa alle persone che ogni giorno lottano contro malattie o contro la fame, le nostre disgrazie sono solo un briciolo rispetto a ciò che passa quella gente" affermò Benjamin.
"Si ma il tuo discorso non centra molto, guarda che anche tu hai sofferto per una persona e credevi che il mondo girasse solo attorno a te, quindi Benjamin questo risparmiatelo"
"Ma sto provando a rialzarmi dall'accaduto, adesso c'è un altro ragazzo a cui gli interesso veramente"
"Lo hai chiamato per sapere come sta?"
"No e non voglio sentirlo, proprio adesso che sto voltando capitolo, non voglio cedere"
"Ma sei proprio un idiota eh. Tu sei tutto ciò che gli sei rimasto, perché non lo da a vedere ma a lui interessi e tiene un sacco a te, dovrest chiamarlo, vedere come sta, però se proprio non vuoi perdonarlo per adesso, almeno accertati come sta. Benjamin metti da parte quel tuo cavolo di orgoglio e prova a capirlo, lui ha perso molte cose e tu sei l'unico che può aiutarlo" disse la bionda mentre ancora delle lacrime rigavano il suo volto.
Benjamin non sapeva cosa diamine fare, anzi sì che lo sapeva. Solo chiedere come stava e basta, niente di più, adesso c'era Eric che gli dava le giuste attenzioni.
"Ora devo andare. Ciao Ale"
"Chiamalo" e fu così che terminò la chiamata tra i due ragazzi.
Si preparò e il pomeriggio ad aspettarlo fuori dall'appartamento c'era Eric che con un sorriso timido lo accolse andandogli incontro e abbracciandolo.
Solo quel gesto di saluto ci fu tra i due e poi salirono in auto del ricciolo diretti in un paesino nei paraggi.
Il viaggio durò ben poco e per tutta la durata del tempo restarono in silenzio.
Eric voleva trovare un argomento di cui iniziare una conversazione ma aveva paura di puntare il bersaglio sbagliato, poi si aggiungeva anche la sua timidezza e tutto rendeva il momento troppo imbarazzante.
Arrivarono davanti ad un piccolo parco dove lasciarono l'auto e dopo scesero avviandosi ad un bar dove presero due gelati.
Era metà agosto ma il freddo cominciava ad impossessarsi delle giornate.
Si misero seduti su una panchina ad osservare la gente davanti a loro che passava.
Nella mente del moro, molti pensieri si creavano strada accendendo in lui una lampadina. Quella quando ti viene la soluzione.
Aveva trovato la soluzione, cioè non proprio ma una cosa del genere al suo quesito.L'indomani mattina si alzò non facendo rumore, preparò il caffè, indossò un paio di jeans che aveva comprato da quando era lì, ovviamente non color cachi ma proprio blu, una maglia nera a mezza manica, le vans.
Si aggiustò quel ciuffo che sprizzava capelli ovunque, afferrò cellulare e chiavi dell'appartamento e uscì di casa facendosi accompagnare da un taxi all'aeroporto.
Passò per dei controlli per poi salire sull'elicottero di suo padre che il giorno prima aveva domandato di far venire con la scusa che voleva passare qualche giorno con loro.
Era da un anno giustamente che non andava a Roma, cioè di vedere i suoi genitori li aveva visti quando per le vacanze natalizie andarono loro a Londra però adesso non era solo per stare con i suoi, dietro c'era ben altro a cui per l'intera notte aveva pensato. Si era programmato un discorso, le domande, le risposte e un tragico episodio di cui aveva molta paura. Aveva una paura enorme di ciò che stava per andare a fare.
Neanche due ore di volo, nonostante le continue turbolenze, era nel piccolo aeroporto della sua villa.
Non si era portato con sé valigie poiché aveva metà dei vestiti nella sua camera.
Passò vicino alle stalle e così si decise a fare un salto per salutare Black che felice della visita, saltava da una parte all'altra rischiando di far cadere la porta e buttarsi addosso al moro."Ehy amico, calmati. Sono felice anche io di rivederti" giusto per la cronaca, Benjamin trattava quel cavallo come un amico.
Restò qualche altro minuto lì con l'animale.
Entrando in casa notò che nulla era cambiato, difatti cos'è di preciso che sarebbe cambiato? Il ragazzo sapeva cosa sarebbe successo di lì a qualche giorno, cioè nella sua mente quella vicenda era accaduta in due modi: in positivo e in negativo, quindi di preciso non sapeva.
Trovò poi sua madre sul divano a leggere un articolo di giornale. Si avvicinò senza far rumore così che la spaventasse, però si strozzò quasi con la sua stessa saliva a leggere il titolo della cronaca "Roma: ragazzo muore durante il soccorso dei medici mentre l'altro si salva" e in allegato c'era una foto delle moto da una parte e due figure che venivano soccorse dall'ambulanza.
Poi la donna si voltò come se si sentisse osservata."Ciao tesoro" salutò.
"Ciao mamma" disse il moro osservando le sue dita che giocavano in una battaglia.
"Cosa è successo? Non me lo bevo il fatto che tu sia venuto solo per passare del tempo con me e tuo padre" affermò per poi spostarsi di lato e fare segno al figlio di sedersi accanto a lei.
"E per quel ragazzo, anzi per entrambi" parlò volgendo il capo sul giornale aperto sulla notizia poggiato sul tavolino.
"Eri amico loro?" e Benjamin annuì continuando a trovare interessanti le sue dita.
"Ben, dimmi cosa c'è, sono tua madre e da un bel pò di tempo che ho capito che c'è qualcosa di diverso in te, però vorrei che mi spiegassi"
"Ricordi al fatto che mi hai detto che potevo innamorarmi di qualunque persona e non importa il sesso e di dare seconde occasioni? Okay di essere innamorato di una persona lo sono e sto cercando però di dimenticarla perché sarebbe proprio quella a cui non vorrei dare una seconda occasione"
"Non voglio farti pressioni ma se questa persona, oltre a farti del male, ti ha fatto del bene, secondo me dovresti darle un'altra opportunità"
"Ma non è così facile come tutti pensate, mi ha fatto parecchio male e non voglio perdonarla, ci andrò al funerale a pomeriggio del suo amico solo per vedere come sta, ma niente di più e poi dovresti aiutarmi in una piccola cosa che ho programmato per domani, un altro motivo per cui sono venuto qui"
"Va bene, se vuoi ti accompagno io stessa al funerale"
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Sto già scrivendo il prossimo capitolo che non so se poi farlo uscire questa sera oppure domani.
Cosa ne dite?
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Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //
Fiksi PenggemarBenjamin, quel tipo di ragazzo che è circondato da amici perlopiù falsi essendo che a scuola è molto bravo. Un ragazzo dolce e sensibile, con dei genitori avvocati e odia le feste. Tutto ciò che richiama il sabato, per lui è come una sigaretta. In...