Premetto che questo capitolo è un pò incasinato, spero però che capiate il senso.
Ed è il secondo che pubblico oggi.
~~~Voleva in certi giorni scappare dal quella città, Federico voleva trovarsi in un altro posto che non fosse Roma. Perché le cose strane capitavano proprio a lui? Si domandò perso nei suoi pensieri mentre la moto sfrecciava.
Voleva riavere la sua di moto e ridare quella all'amico, ma per quanto lo avesse avvisato Stefano il mezzo sarebbe stato pronto tra cinque giorni. Cioè cinque giorni sembravano molti per lui. La cosa di cui gli importasse oramai veramente era stata quasi distrutta da uno stronzo che non capiva la sua passione. Qualche giorno lo avrebbe picchiato molto male così che l'altro quella lezione se la sarebbe ricordata a vita.
Poi si ricordò che si erano detti che chi avrebbe vinto, avrebbe lasciato perdere Benjamin quindi il biondo si sentì soddisfatto a quello. Zic non si sarebbe dovuto più avvicinare e dare fastidio a quel ragazzo, quel ragazzo da cui proprio ora era Federico che stava scappando. Era veramente tutto strano. Perché il moro aveva recitato quelle stesse parole del bambino del sogno? Cioè, c'era qualche collegamento tra i due? Forse erano la stessa persona? Oppure il bambino conosceva Benjamin? Ma il biondo non aveva mai incontrato Benjamin quando erano piccoli, era non lo sapeva. Faceva anche un effetto strano tutto quel pensare. Il mal di testa si impossessò di Federico, a casa non voleva tornare sapendo che ci sarebbe stato quella persona che oramai odiava con tutto sé stesso. A casa di Stefano, o di Massimo, dei gemelli, di Valentina o di Grace non ci voleva andare per niente quindi pensò di dirigersi nel posto che oramai colmava tutto ma al tempo stesso lo faceva riflettere.
In pochi minuti ci arrivò e scese in spiaggia, si sedette sussultando quando la sabbia fredda entrò a contatto con le sue mani. Fissò davanti a sé il mare che eseguiva tipo un valzer. Le onde in mare aperto erano alte, poi quando si avvicinavano alla riva si calmavano. Un pò come lo stato d'animo del biondo: quando era a Roma era sempre agitato, pieno di rabbia con tutti ma dopo, appena si sedeva sulla sabbia di Ostia, le acque si calmavano.
Il leggero vento che soffiava, gli scompigliò i capelli. Essendo il primo di gennaio non faceva tanto freddo.
Si perse nuovamente a navigare nei suoi pensieri in cerca di risposte come un marinaio in cerca di ottimi pesci.
La sua mente andò a focalizzarsi su suo padre. Quell'uomo alla vista di un bambino faceva paura con quegli occhi azzurri iniettati di sangue, alito sempre cattivo, puzza di qualche erba sui vestiti ma adesso quel bambino non lo temeva più essendo diventato grande. Gli faceva solo ribrezzo, non capiva cosa passasse a quella persona nella sua testa e perché si era ridotto in quello stato. Forse Federico ancora sperava che suo padre potesse rimangiarsi tutto e provare ad essere un vero padre anche se in tutti quegli anni non gli era mai stato accanto, ma lui lo sperava.
Poi sua madre, bè neanche lei capiva. Non sapeva se quelle cavolate che gli avesse raccontato suo padre fossero vere o meno. Sua madre era una puttana? E se così lo fosse, se si prostituiva solo per il bene di comprare gli alcolici e la droga? Non lo sapeva, avrebbe voluto indagare su quella questione, doveva saperne di più, in fondo erano i suoi genitori nonostante tutto e sperava che anche quella donna un giorno si sarebbe comportata più da madre.
Di suo nonno ricordò tutti i bei momenti passati insieme, l'unica persona che lo capiva con un solo sguardo o forse no, adesso c'era qualcun'altro che provava a fare lo stesso ma il biondo per ora non si voleva soffermare lì. Procedette avanti con le persone che volesse pensare.
I suoi amici. Stefano era così apprensivo a volte, non lo capiva al volo ma era quella persona che se ti andava il mondo contro lui c'era ad offrirti una sua sigaretta. Poteva sembrar poco però per Federico era molto.
Poi c'era Massimo, quello un pochino lo stronzo di turno ma comunque si volevano lo stesso bene.
Simone e Filippo? Loro erano lì a non chiederti mai cosa ti fosse successo perché portavano il buon umore con le loro canzoni inventate che facevano ballare tutta Roma.
Valentina non ci parlava molto, il loro era più un rapporto di diverso rispetto agli altri. Si salutavano, fumavano insieme ma niente che andasse oltre all'organizzarsi per uscire con Einar. L'unica cosa era proprio questa, Valentina parlava quelle poche volte di Einar quando i suoi genitori le vietavano di uscire e lui era l'unico che con tutti i giri sapeva di arrivare alla persona diretta.
Grace, con lei sì che il rapporto era molto ma molto diverso. Il loro rapporto non si basava per niente al parlare perché non chiacchieravano mai, solo quelle volte che il biondo voleva fare sesso e non aveva nessun'altra a cui chiederlo c'era lei.
Maria, erano giorni che non si sentivano e in realtà poco gli importava. Poteva essere bella ma non gli diceva nulla.
Lorenzo, ovvero Zic, era la persona più odiosa che conosceva. Gli dava un sacco fastidio quando si intronetteva nei fatti suoi, avrebbe voluto spaccargli la faccia e si disse che prima o poi lo avrebbe fatto e nessuno avrebbe dovuto mettere i piedi in quella faccenda senza separarli.
Alla fine i suoi pensieri sviarono sull'ultima persona che conosceva. Quella persona che ultimamente metteva la faccia ovunque provando a capirlo ma lui forse non voleva essere capito, non voleva che qualcun'altro entrasse nella sua vita e vedesse il suo casino. Cioè in realtà avrebbe voluto che una persona lo avrebbe guardato negli occhi, avrebbe preso le chiavi e sarebbe entrato nel suo cuore silenziosamente, avrebbe aggiustato i pezzi sparsi completando il puzzle per poi vedere che mancava solo uno e che solo quella persona poteva essere il pezzo mancante e avrebbe completato il puzzle e infine sarebbe rimasta lì nel suo cuore e farsi custodire. Questo era il genere di persona che lui voleva al suo fianco.
Benjamin era un ragazzo diverso dagli altri in senso positivo e questo il biondo lo aveva capito. Lo aveva capito sin dal primo momento e questa scommessa lo stava aiutando molto a provare ad entrare nel suo mondo.
Non lo sapeva ma nel mondo del moro ci voleva entrare eccome ma non voleva che fosse l'altro ad entrare nel suo altrimenti è come se quei vestiti che ricoprivano la sua anima, fossero stati strappati da ciò che era l'unica cosa a proteggerlo per trovarsi con la sua anima spoglia e questo non doveva accadere.
Poi continuò a pensare che proprio quella diversità lo attraeva in un modo strano e questo sì che era una cosa negativa per lui. Un ragazzo attratto da un altro ragazzo era una cosa impossibile se quel ragazzo era lui e l'altro era Benjamin.~~~
SIAMO IN UN ROOF GARDEN, VEDO TUTTA ROMA A LEI TREMANO LE GAMBE ed io sono in fissa con questa canzone e non riesco a smetterla di cantare.
STAI LEGGENDO
Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //
FanfictionBenjamin, quel tipo di ragazzo che è circondato da amici perlopiù falsi essendo che a scuola è molto bravo. Un ragazzo dolce e sensibile, con dei genitori avvocati e odia le feste. Tutto ciò che richiama il sabato, per lui è come una sigaretta. In...