Una settimana? Sette giorni? Il tempo era passato così velocemente che neanche i due ragazzi se ne resero conto.
Benjamin era ancora sdraiato sul suo letto alle cinque della mattina poiché non aveva sonno e si svegliò mentre il ragazzo al suo fianco dormiva beatamente.
Si voltò e osservò ogni suo lineamento, così rilassato con la bocca un pò socchiusa, sembrava un bambino. Quel bambino indifeso e dolce che lui nascondeva dal resto del mondo in modo tale che nessuno facesse del male.
Si perse a guardarlo, sfiorò la sua guancia e un brivido percorse la sua schiena facendo sì che ritraesse subito la mano. Cosa significava quel brivido? Si domandò mentre continuava a osservarlo. Così dannatamente stronzo ma così bello. Pensò Benjamin, ma si rimangiò le parole lottando contro il suo subconscio che diceva il contrario.
Poi pensò alla settimana trascorsa in compagnia di quel ragazzo. Pian piano cominciava a fidarsi e sperava che prima o poi anche il biondo si sarebbe fidato di lui. Voleva conoscerlo, provare a capirlo, stargli accanto se accadeva qualcosa di brutto, perdersi a guardare quei suoi occhi azzurri.
Quei giorni erano sempre diversi, non monotoni come il moro gli passava di solito. Andava a scuola, quello sì, il grande lo andava sempre a prendere, pranzavano al MC, a casa, in pizzeria, un pò ovunque, il pomeriggio guardavano la TV, andavano a fare una passeggiata, ascoltavano canzoni, e poi dopo cena si trovavano a baciarsi e ad addormentarsi abbracciati. Erano bei giorni e non voleva che terminassero ma mancava solo un'altra settimana e i suoi genitori sarebbero tornati. Cioè da una parte era felice che tornassero così Lorenzo se ne sarebbe andato, ma dall'altra voleva ancora passare le notti insieme al biondo."A chi pensi?" disse una voce ancora assonnata.
Lo sguardo di Benjamin un attimo prima erano posati sulle palpebre dell'altro ma adesso quelli di Federico erano aperti e lo stava guardando dritto negli occhi. Quegli occhi che ultimamente cominciavano a mandarlo fuori di testa
"A nessuno" rispose il moro.
"Mi stai fissando da più di un quarto d'ora" parlò il grande.
"C-cosa? Ma no"
"Farò sempre finta di crederti" e dopo Federico stampò un bacio sulle labbra del piccolo e si staccò.
Era ancora presto prima che suonasse la sveglia, quindi Benjamin desiderava di nuovo quel contatto. Si riappropriò della bocca del grande che ricambiò. Mise il labbro inferiore dell'altro tra i denti che socchiuse le labbra facendo scontrare le loro lingue che cominciarono una danza.
Il biondo si posizionò sul corpo del più piccolo poggiando una mano sul petto e l'altra tra i capelli, mentre l'altro poggiò le mani sui fianchi di Federico.
Il moro si spostò dalla bocca dell'altro scendendo sul collo lasciando una scia di baci, arrivò su un punto del collo dove baciò, succhiò e alla fine ci passò la lingua e al termine del suo lavoro, si sentì soddisfatto. Un segno violaceo predominava sul collo del grande."Ti vedo parecchio soddisfatto, eh!?" sussurrò il biondo nell'orecchio del piccolo, il quale divenne rosso.
"Comunque lo sai che tutto ciò dovresti farlo su una ragazza?" chiese il grande.
Benjamin annuì e basta.
Il biondo quel pomeriggio lo passò dai suoi amici tra una birra e l'altra per informarli che la scommessa stava andando alla grande.
Raccontò per filo e per segno ogni minima cosa accennando anche il fatto delle liti che aveva avuto con Zic e che non aveva ancora informato i suoi amici, i quali reagirono molto male dicendo che se avrebbe avuto altri scontri con quel ragazzo dai capelli tinti castani, lo avrebbero preso a pugni in modo tale che gli rimaneva il segno e doveva capire chi comandasse. Anche se questo significava anni di galera per tutti poiché il padre di Lorenzo era uno stimato avvocato, cosa che sapeva solo Federico.
Da altro canto, il piccolo uscì con la sua ragazza, se ora si poteva definire ancora tale perché lui sentiva che la stava tradendo con tutto ciò che faceva con Federico, anche se quest'ultimo le definiva più 'lezioni di vita' e non contavano nulla con il tradimento se non prima di uscire di casa e avvertire Zic di non combinare guai.
Appena si videro, la bionda saltò in braccio all'altro poiché era quasi passato un mese dall'ultima volta.
Se prima Benjamin provava qualcosa quando la vedeva, quando la abbracciava, quando la baciava, adesso non più, nessun brivido, nessuna scossa, nessuna farfalla che volteggiava nel suo stomaco. Niente di niente."Ciao tesoro" salutò lei.
"Ciao" disse seccamente lui.
La ragazza capì che qualcosa non andava ma aspettò prima di domandargli come stesse, forse era solo impressione sua.
Lo prese per mano passeggiando per il parco.
Parlò di quanto fosse antipatica la sua nuova insegnante privata di musica, delle avventure della sua cagnolina Milly, aveva imparato a cucinare qualche dolce, del saggio di danza che aveva sostenuto, dei vestiti nuovi che aveva acquistato e varie altre cose finché qualcuno, stufo della voce della ragazza, interruppe il monologo."Alessia hai terminato di parlare solo e soltanto di te? È sempre la stessa storia, non fai altro che parl di tutto ciò che capita nella tua vita senza preoccuparti delle persone che hai accanto. Mi sono stancato e questa volta dico sul serio, la nostra relazione termina qui" sputò acido il moro invertendo la direzione e camminando verso il sentiero già percorso.
Dei tacchi facevano rumore sul marciapiede e una mano bloccò il polso del ragazzo, ma questo non volle fermarsi e si liberò della stretta.
"Bebe è così che ti chiama" disse la ragazza.
"Cosa hai detto? Chi mi chiama chi?" parlò Benjamin mentre il suo volto era un misto tra arrabbiato e sorpreso.
"Lui. L'ho sentito più di una volta. Tutti questi giorni lontani da me gli hai passati con lui, ti sei divertito con lui. Lo avrai baciato in un modo che non hai mai fatto prima d'ora con me e tutto ciò lo so, ho visto ogni vostro movimento, come vi cercate, come vi desiderate. Ti piace, non è così?" sussurrò le ultime parole osservando per terra le foglie cosparse trattenendo qualche lacrima.
"No, non è vero" urlò il moro.
"Non mentirmi. So che forse sarà da idioti ma ho sempre capito che le donne non ti interessano, non sai farci nulla mentre con gli uomini sei a tuo agio, anzi con lui ed io sono felice per te anche se non dovrei esserlo perché un pò mi hai fatto male, ma lasciò perdere quel dolore che viene rimpiazzato dalla tua felicità. Mi piace vederti felice ed è solo quello che voglio.." disse Alessia.
"Ma.." lo bloccò lei.
"Non ho finito. Quella volta che mi hai detto che volevi evadere dalle tue regole e siamo usciti per andare in discoteca, te la ricordi? -Benjamin annuì solamente- e che ci siamo fermati ad un parcheggio ed io volevo domandarti di chi fosse la giacca, però sapevo che non era il caso ma poi lui era venuto in disco, vi ho visti dal balconcino, vi ho seguiti con lo sguardo e quando siete usciti fuori, sono stata lì a guardarvi. Ho pensato che eravate una bellissima coppia. Stessa cosa l'ho pensata anche i giorni seguenti ma non ti ho mai detto nulla per farmi solo i fatti miei però se è lui che vuoi, vallo a prendere anche se non ho mai capito in realtà cosa provi lui per te perché è così misterioso e nasconde tutto da non far trasparire nulla.
E so che un giorno anche io incontrerò un ragazzo che mi guardi come tu guardi lui.
Ti voglio bene Benjamin" terminò di raccontare la ragazza dai capelli biondi con le lacrime agli occhi mentre il ragazzo fece quei passi che li dividevano e la abbracciò."Lo incontrerai. E forse sì, lui un pò mi piace.
Ti voglio bene anche io Ale e grazie, sei davvero speciale per me" confidò il moro per poi stampargli un bacio sulla fronte.Il resto della giornata, lo trascorsero abbastanza bene. Si divertirono al parco come due bambini e la sera andarono a cenare al MC.
Bè era stata davvero una bella giornata per i due amici.~~~
1360 parole (escludendo le note autrice).
Mi sorprendo di me stessa.
Spero che vi piacciano queste rivelazioni.
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Bl̷u̷e r̷os̷e // Fenji //
FanfictionBenjamin, quel tipo di ragazzo che è circondato da amici perlopiù falsi essendo che a scuola è molto bravo. Un ragazzo dolce e sensibile, con dei genitori avvocati e odia le feste. Tutto ciò che richiama il sabato, per lui è come una sigaretta. In...