c̷h̷a̷p̷t̷e̷r̷ 10

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Benjamin non chiese nulla per tutta la durata del viaggio, si limitò a rimanere in silenzio.
Arrivarono a Ostia dirigendosi verso la spiaggia, scesero dalla moto e il biondo prese ciò che aveva comprato e andarono sulla sabbia. Si tolsero le scarpe avendo un contatto con quei granelli d'oro che solleticarono i loro piedi. Distesero un telo da mare di quelli grandi, poggiarono il cibo al centro e le scarpe le misero ai lati nel caso non volasse l'asciugamano.
Poi si sedettero a fissare il mare che si muoveva e a udire il suo rumore rilassante.
Passarono minuti di silenzio, un silenzio tranquillo, un silenzio imbarazzante, un silenzio che valeva più di mille parole.
Benjamin capì, capì che oggi Federico non era il solito ragazzo scherzoso degli altri giorni.
Si domandò nel caso fosse lui il problema del suo silenzio poiché per un intero mese non gli diede risposta a quella proposta.
Prese coraggio, si voltò e aprì le labbra provando a metabolizzare ciò che voleva dire.

"Cioè mi chiedevo se nel caso fossi io il problema di questo tuo silenzio perché non ti ho mai visto che te ne stai così zitto e..." disse il moro.

"Ah no, tranquillo tu non c'entri nulla, il problema sono soltanto io e questi cavolo di ricordi che mi soffocano" rispose Federico.

"Oh, bè i ricordi son belli alcuni però altri sono orribili ed io ne ho molti che non vorreri rivivere" parla Benjamin.

"È questo il punto, non vorresti riviverli ma c'è sempre qualcuno che te li fa riemergere come se gli altri sanno che quello è il tuo punto debole"

"Già" e poi il piccolo cambiò argomento vedendo che non era una buona cosa di cui parlare.

Pranzarono e dopo il biondo accese una sigaretta continuando a fissare il mare.
Sporse la mano per dare la sigaretta a Benjamin, il quale non la rifiutò.
La strinse leggermente tra l'indice e il medio cominciando a inspirare, questa volta gli risultò più facile fare quel gesto. Ci stava prendendo più o meno l'abitudine.
Fecero un tiro a testa finché non si consumò.
Era arrivato pomeriggio e i due ragazzi si erano distesi, il moro aveva gli occhi chiusi poiché gli dava fastidio un pò il sole mentre il grande osservava il cielo e le nuvole grigio chiaro sparse un pò qua e un pò là.
Federico poi si sollevò sul gomito sinistro guardando al suo lato.
La voglia lo assecondava, l'istinto lo avvicinava, la ragione lo aiutava e il bisogno di vincere la scommessa lo incoraggiava.
Così le labbra del biondo erano sulle labbra dell'altro che aprì gli occhi per vedere e poi li richiuse continuando ma Federico si allontanò dopo poco.

"Scusami" disse il grande anche se in realtà quelle scuse non erano vere, era solo un modo per farlo avvicinare in modo tale da vincere quella stupida scommessa con i ragazzi.

"No, scusami tu, cioè ho già una ragazza e non so perché stavo ricambiando il bacio" affermò il moro.

Dopo quell'episodio, Federico si rimise disteso avvicinandosi a Benjamin e i loro corpi si sfiorarono.
Il piccolo era, come dire, spinto da qualcosa perché si avvicinò anche lui e posò la sua testa sul petto dell'altro.
Il biondo passò la sua mano nei capelli dell'altro.
Benjamin circondò la vita del grande.
Federico mise una mano sul braccio del moro.
Secondo il biondo, il piano stava andando alla grande.
Chiusero entrambi le palpebre e calarono nel sonno.

Al loro risveglio il sole era lì, al confine con il mare come se si stessero baciando.
Nelle menti dei due ragazzi era questo ciò che si stavano immaginando e quel bacio di prima interrotto, adesso Benjamin voleva continuarlo senza un valido motivo, solo per provare.
Posò la sua bocca su quella dell'altro che ricambiò.
Era un bacio lento, dolce e senza significato. Era dato solo tanto per, tanto per fare qualcosa di diverso.

"Cosa significa questo?" domandò il biondo soddisfatto al suo interno.

"Niente e comunque accetto l'accordo, tu mi insegni tutto ciò che c'è da sapere sulle moto e su come conquistare le ragazze ed io ti darò lezioni di inglese" adesso sì che Federico era più che soddisfatto, in questo modo sarebbe riuscito ad avvicinarlo molto a sé stesso e ciò significava che la scommessa era quasi vinta.

Dopo, presero i rifiuti che andarono a gettare in una pattumiera, presero il telo, salirono in sella alla moto mettendosi i caschi e il biondo sfrecciò per quelle stradine della città fino a ritornare a Roma.
Arrivò alla villa del piccolo che scese salutando l'altro con un semplice "ciao" ma fu bloccato subito.

"Sai adoro troppo intrufolarmi in casa tua però mi chiedevo se mi daresti il tuo numero almeno ti avverto quando passo a prenderti" parlò il grande.

"Okay" così il moro diede il suo numero a Federico e poi mentre Benjamin se ne rientrava, il biondo andò a casa di Stefano. Di ritornarsene a casa non voleva per niente poiché sicuramente c'erano ancora i suoi genitori.

Si mise comodamente seduto sul divano di casa Lion dove lo aspettavano già Stefano, Massimo e i gemelli.
Accesero la TV e passò su un canale di musica "Pesto" di Calcutta. Non era il genere di canzone che ascoltavano loro ma casualmente il biondo chiese di lasciarla e così in quella stanza risuonava una canzone a tutti sconosciuta tranne per F612.

"Da quando in qua ti piace questo genere indie?" domandò Saetta.

"Ogni tanto bisogna un pò cambiare" rispose Federico ma terminata la canzone, Stefano decise meglio di mettere la loro playlist perlopiù composta da cantanti rap.

"Fumo, fumo
Sto in allenamento yah
Torno a casa cellulare spento yah
Mamma tranquilla mi sto divertendo yah.." cominciarono tutti e cinque a canticchiarla.
Una delle loro canzoni preferite che li accomuna.

"Visto? Meglio Plaza di quel Calcutta" dice Lion.

"No, siamo meglio noi due" parla Simone indicando sé stesso e suo fratello.

"A proposito di voi due, ancora non ci avete fatto ascoltare quella canzone per cui tanto stavate lavorando" commenta Federico.

"Dall'ultima volta che vi abbiamo detto di quella canzone, nel frattempo ci abbiamo lavorato su altre" dice Filippo.

"E non avete intenzione di farcele ascoltare a noi che siamo i vostri migliori amici?" fa il labbruccio Massimo.

"E va bene. Quale cantiamo?" Siamese uno si rivolge a Siamese due.
Poi i due gemelli si misero d'accordo e optarono per una.

"..Siamo chiusi nella stessa gabbia
tra le luci e gli effetti dei drink
stai prendendo una birra dal barman
e ti atteggi in un paio di jeans
mi ripeti di tornare a casa
mentre fingi di stare ubriaca
baby c'è qualcosa che non va
come un dejavù che si ripete.." e continuarono fino alla fine.

"È stupenda Siamesi" disse Stefano e lo assecondarono anche gli altri due.

Passarono vari minuti altri quando Federico ruppe quel silenzio invaso solo dalle canzoni mentre si accese una sigaretta.

"Comunque volevo avvisarvi della scommessa" comincia ma viene subito interrotto.

"Non mi dire che rinunci" parla Saetta.

"Ma no, anzi sono a buon punto, oggi gli ho dato solo un bacio a stampo e dopo dovevate vedere come cercava le mie labbra, neanche arriverà Pasqua che lui sarà già cotto di me" disse il biondo.

"L'accordo prevede entro Pasqua però se riesci anche prima, sei veramente un genio" risponde Simone.

"Ci riuscirò, quanto mi chiamo Federico"

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20:05
E niente, doppio aggiornamento.

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