UNO

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Colonna sonora:
Stromae- Papaoutai🎶

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Esco di casa e mi metto a camminare velocemente, sempre stando attenta a non cadere e a non andare addosso a nessuno. Per fortuna il nostro appartamento non è distante dalla sede della Angel, per cui alla mattina posso tranquillamente camminare fino alla sede del mio lavoro. Ci è costato un po', ma per la comodità questo e altro.

Ragiono sulla riunione di oggi: spero almeno che non duri delle ore dato che sarà una semplice assemblea di routine. Quello che mi incuriosisce di più è vedere e conoscere dal vivo David Frost, per capire che volto ha l'uomo che ha fondato la casa editrice. Deve essere un tipo in gamba per aver fatto tutta questa strada nel mondo degli affari da solo.

Ad un certo punto mi viene un'illuminazione: forse potrei chiamare Chad, giusto per guadagnarmi un augurio di buona fortuna in più.
Ebbene sì, anche le imbranate come me possono trovare un ragazzo: io e Chad stiamo insieme da quasi un anno, e devo dire che fin ora è andato tutto bene. Lui è uno di quei classici ragazzotti americani, dalla mascella squadrata e dal carattere espansivo: un principe azzurro moderno insomma. Un difetto però ce l'ha anche lui: odia la mattina.

Compongo il numero di cellulare del mio ragazzo, sperando che dopo le parolacce che mi tirerà arrivi anche qualche parola di incoraggiamento. Sento il telefono suonare a vuoto per qualche secondo, poi sento qualcuno rispondere.

"Telefono di Chad Bennington" risponde una voce femminile.

Ma che diavolo...

"Pronto? Ma chi è?" chiedo, alterata.

"Oh, tu devi essere Carter. Chad mi ha parlato tanto di te e della vostra relazione aperta" risponde lei, ridendo come un'oca.
In un primo momento rimango interdetta, immaginando la testolina della ragazza dall'altra parte della cornetta esplodere più volte, ma riflettendoci noto che in realtà nella sua voce non c'è neanche un pizzico di cattiveria. Il che può significare solo una cosa: Chad mi ha mentito.
Gli allenamenti della sera prima li aveva in realtà fatti con la ragazza con cui stavo parlando al telefono. Che pezzo di merda.
Adesso però non ho tempo per arrabbiarmi, per cui trovo una soluzione radicale al momento.

"Beh, quando si sveglia, digli che la nostra relazione aperta è ufficialmente finita e di cancellare il mio numero" tuono, attaccandole il telefono in faccia.

Bene. La giornata è iniziata davvero col piede giusto. Evviva.
Trattengo la mia voglia di spaccare un cartello stradale in testa a qualcuno, e continuo a camminare imperterrita.
Prima che io me ne accorga infatti  sono a pochi metri dalla Angel e  decido così di infilarmi in un bar: forse un caffè mi calmerà i nervi. Dio, Chad, che stronzo.

Mi rintano nel primo bar che trovo e come al solito, una marmaglia di gente circonda il bancone. Cerco di farmi largo tra uomini in giacca e cravatta e donne in tailleur, riuscendo miracolosamente ad arrivare al bancone.

"Un caffè da portare via!" urlo, per sovrastare il casino.

Per fortuna il ragazzo al bancone su rivela abbastanza veloce, e mi porge il bicchiere di cartone, in modo da lasciarmi abbastanza tempo per  potermi defilare dal quel casino.

Cerco di uscire dal locale senza lavare nessuno, muovendomi lentamente e tenendo il mio caffè in basso. Attenta Carter, sempre attenta.

Una volta fuori da tutto quel macello, sospiro rilassata. Finalmente sono pronta per la riunione. Ai miei drammi di cuore penserò dopo.

Faccio un passo verso l'uscita, cercando di mettermi la borsa bene in spalla, ma qualcosa va storto: urto qualcuno e sento il caffè scivolarmi dalle mani. Riesco a non far cadere il bicchiere, ma sento il liquido fuoriuscire dal contenitore.
No.
No.
No.
No.

Quello Stronzo Del Mio CapoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora