VENTICINQUE

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Colonna sonora

Disturbia - Rihanna🎶

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Rimango per minuti interi a rigirarmi sulla mia poltroncina dell'ufficio, in attesa che qualcuno mi spieghi che diavolo sta succedendo nella mia vita. Kayley si è dileguata e ho avuto tempo per pensare.  Un musical? Sul serio?
Non ho mai recitato da nessuna parte, neanche a scuola, per paura di vomitare sul palco, e adesso devo fare la protagonista di un musical dalla fama internazionale? 
Non funzionerà mai nella vita.

Dopo poco vedi rientrare David nel mio ufficio con la faccia stremata. Quella donna deve avergli fatto la testa come una casa, sembra una persona molto pretenziosa.

"Santo cielo" sbuffa, richiudendosi la porta alle spalle.

"Allora, posso sapere che cosa significa questo casino in cui mi sono cacciata?" chiedo, ironica.

"Irina è una dei piu' grandi autori teatrali della nostra epoca. La conoscono tutti e delle sue opere ci viene sempre rihiesta la trasposizione a teatro. Stavolta però abbiamo avuto un po' di problemi nella ricerca dell'attrice protagonista, e purtroppo quando Irina decide una cosa, diventa irremovibile. Significa che se non farai bene quella performance saremo tutti fregati" dice il mio capo, passandosi una mano sulla faccia.

Oh, certo naturalmente. Nessuna pressione Carter, nessuna pressione.

"Perché non l'hai convinta che non sono assolutamente in grado? Sei il supercapo, è il tuo lavoro sminuire i dipendenti!" sbraitò, cominciando a farmi prendere dal panico.

David mi lancia un'occhiata divertita.

"Me ne ricorderò la prossima volta che dovrò rimproverarti" dice poi, ridendo lievemente.

"No, non ridere! Questo è un disastro!" continuo.

David rimane a guardarmi per qualche secondo, sorridendo. Non capisco cosa ci trovi di divertente.

"Che c'è? Mi si vede la vena della fronte? Beh, succede quando sono nervosa! E adesso sono molto molto molto nervosa!"

David comincia a ridacchiare, e io sento i miei nervi saltare uno dopo l'altro.

"La smetti?!"

"Non sto ridendo di te, è che praticamente ogni donna che ho conosciuto avrebbe ucciso per avere questa occasione di successo, ma tu invece sembra che ti senta come se stessi camminando verso il patibolo. Sei tutta strana Pel di Carota, davvero tutta strana"

Mi acciglio e pianto il broncio. Non sta realmente capendo quanto io sia in panico.

"Non sono strana, sono una che conosce il proprio corpo, tanto da sapere che salire su un palco sotto agli occhi di un intero teatro non è una buona idea per il mio stomaco, che potrebbe emozionarsi e decidere di sparare fuochi d'artificio al sapore di succhi gastrici sulla folla"

David mi si avvicina e mi mette due mani sulle spalle. Ad un certo punto sento il battito del cuore accelerare pericolosamente, e le gote prendermi fuoco. Troppo vicini. Decisamente troppo vicini per essere al lavoro.

"Senti, lo so che sei in ansia e che ti stai figurando tutto ciò che potrebbe accadere di male, ma so che puoi farcela. Ti fidi di me?"

Mi mordo il labbro e annuisco timidamente. Non so come faccia, ma gira e rigira mi convince sempre. È troppo magnetico come personaggio.

"Allora fai questa benedetta recita per una volta e io ti prometto che stasera mi farò perdonare per questo macello" dice, avvicinandosi al mio orecchio e facendomi subito dopo l'occhiolino.

Il mio utero esplode e comincio a sentire un calore fin troppo familiare. Deve aver preso fuoco qualcosa là sotto.

"Ti ricordo che siamo al lavoro..." dico, a denti stretti, mascherando la mia voglia di saltargli al collo.

"Un capo ha i suoi privilegi" sorride sornione.

Si schiarisce la gola, e per un attimo mi sembra che sia tornato tutto normale.

"Signorina Mills, nel mio ufficio. Adesso" sorride malefico, alzando la voce in modo che lo sentano anche le altre dipendenti. Fa poi per andarsene, e mio malgrado sono costretta a seguirlo per non destare sospetti. Ma che diavolo gli è preso?

Ci avviamo verso il suo ufficio isolato dal mondo, ma prima di raggiungerlo vedo David virare la rotta e trascinarmi dietro di lui prendendomi per un braccio. Dove andiamo?!

Con mia grande sorpresa ci infiliamo in una delle sale conferenza, ovvero le uniche stanze senza porte trasparenti. David mi lancia praticamente dentro, e chiude la porta a chiave.
Il mio cervello capisce al volo e continua a mandarmi messaggi di allarme, ma il mio utero li cancella prima che possano influenzare il mio corpo.

"Tu sei matto" gli dico, ridendo.

"È colpa tua Pel di Carota, hai uno sguardo troppo eccitante quando vai nel panico... o in qualsiasi al ltta situazione"

Detto questo lo sento premere le sue labbra sulle mie e la sua intimità sfiora i miei punti più delicati. Le sue mani percorrono il mio corpo velocemente dopodiché sento le sue braccia sollevarmi e mettermi seduta su uno dei tavoli della sala.
Mi abbandono così al suo tocco, e per la prima volta, qualcos'altro attira la mia attenzione sul posto di lavoro oltre ai manoscritti.

David Frost, dove andrà a finire il mio buon senso se continuerò a starti vicino?

Quello Stronzo Del Mio CapoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora