CINQUANTAQUATTRO

14.3K 595 18
                                    

Entro di fretta nella camera dell'ospedale, scavalcando anche il soldato che ci aveva accompagnato fin lì.

"Papà!" urlo, correndo ad abbracciarlo. Ha qualche ammaccatura,ma sta bene.

"Bambina mia" dice, stringendomi forte a sé.

Rimaniamo abbracciati per un tempo interminabile, e assaporo ogni attimo di tempo che ci rimane. Avrei potuto non rivederlo mai più, e invece è qui, davanti a me.

"Ti voglio bene" dico, con gli occhi umidi e la voce tremolante.

"Anche io, non sai quanto" mi risponde,con lo stesso tono.

Sono molto felice che sia qui. È l'unica cosa di cui mi importa ora. Rimaniamo minuti interi a scambiarci gesti affettuosi, dopo di che lascio entrare nella stanza anche David e Jasmine, che sono voluti venire con me per salutarlo. Erano preoccupati anche loro, anche se hanno evitato di esternare i loro sentimenti per rispetto verso di me.

Una volta finiti i convenevoli passò praticamente tutto il pomeriggio a parlare con mio padre, finché il vecchio non mi chiede a me e Jasmine di andare a prendere dei caffè per tutti. Obbediamo senza fare troppe storie, e portiamo i caffè alla loro destinazione.

Stiamo per entrare nella stanza, quando vedo David uscire dalla sala. Ha un'espressione strana in volto. Spero che mio padre non gli abbia detto nulla di imbarazzante.

"Ehm.. Carter posso parlarti un momento?"

Io rimango un pochino titubante. Dovrei fermarmi a parlare con lui?

"Porto io i caffè, non preoccuparti"

Jasmine interviene tempestivamente e mi prende i bicchieri di mano, per poi entrare fulminea nella stanza e chiudere la porta.

David mi prende da parte molto delicatamente. Sembra quasi spaventato. Un brivido di imbarazzo mi percorre la spina dorsale e sento le mie guance andare quasi a fuoco. Era da un po' che non stavamo così vicini.

"Mi dispiace un sacco per quello che è successo prima con Lona... non so come farmi perdonare"

"Non è colpa tua... se quella è fuori di testa..."

"No, invece è anche colpa mia. Avrei dovuto allontanarla definitivamente molto tempo fa"

Gli rivolgo un sorriso di comprensione.

"Sono contenta che tu sia riuscito q staccarti dal tuo passato... E ti ringrazio per avermi aiutata"

Lui mi rivolge lo stesso sorriso.

"Beh..allora.."

"Allora..."

Stiamo balbettando come due cretini. Dopotutto l'attrazione tra di noi non è svanita per niente, nonostante sia passato un mese.

"Io torno dentro" dico, non sapendo più a che specchi aggrapparmi.

"Aspetta, accidenti.." mi ferma lui, imprecando contro se stesso. Credo che non sappia bene cosa dire.

"Io non ce la faccio a starti così vicino e sapere che non posso raggiungerti. Ci ho provato in questi mesi, ho provato a vederla come la vedi tu, come una cosa sbagliata... ma non ci riesco.." continua.

Queste parole colpiscono più nel profondo di quanto credessi. Anche io dopo tutto questo tempo ci sto comunque ancora male e nonostante tutto non sono riuscita a dimenticarlo.

"Io ho già perso una persona Carter, non voglio perdere più nessuno. Dopo oggi a maggior ragione mi sono ricordato quanto faccia male, per cui non intendo lasciar perdere senza averci provato almeno un'altra volta. Se mi dirai che tu non provi niente allora spariró dalla tua vita,ma se non e così allora ti chiedo di non pensare al mio passato, ma al nostro futuro.."

Rifletto attentamente sulle parole di David. Anche io ho perso qualcuno. Dopo oggi soprattutto,mi sono ricordata di quanto sia importante non lasciare andare le opportunità. Posso davvero aggiustare tutto?

"Non devi rispondermi per forza adesso.." continua lui.

"Non è vero" lo interrompo secca.

"Che cosa?"

"Non è vero che non provo niente. Io avevo solo paura.. di rimanere sola un'altra volta.." balbetto. Le lacrime cominciano a stendermi lungo il viso e mi rendo conto di quanto in realtà la causa più grande dei miei mali sia stato a volte proprio il mio comportamento. Non voglio perdere nessuno. Non voglio allontanare nessuno. Non più.

David mi stringe a sé come se fossi la cosa più preziosa sulla terra.

"Che cosa facciamo?" mi chiede.

Tiro su col naso e mi pulisco la faccia dalle lacrime, per poi rivolgergli un sorriso colmo d'affetto.

"Rischiamo"

Ci facciamo travolgere da un bacio asfissiante, quasi come se stessimo recuperando le forze dopo mesi di sonno. Un soffio di vita mi rigonfiamento il petto e per la prima volta sento di stare prendendo in mano la mia vita. Voglio stare con David, sorella gemella o meno.

Ci stacchiamo per riprendere aria, ma rimaniamo intrecciati in un altro abbraccio. Vorrei che non finisse mai.

"Sposami" sento dire all'improvviso.
Sgrano gli occhi e per poco non mi viene un mancamento.

"Che?"

"Voglio che ci sposiamo"

"Tu sei matto" ridacchio.

"Beh, la risposta? Tra qualche anno sarò troppo vecchio per accompagnare mia figlia all'altare!" sento ridacchiare da dietro.

Mio padre è in piedi sulla soglia della porta, sorretto dal bastone della flebo e da Jasmine.
Io mi do una rapida occhiata in giro, e dopo che mio padre mi rivolge uno sguardo divertito capisco tutto. David deve averglielo chiesto quando sono rimasti da soli. O la va o la spacca insomma.

Il mio sguardo ritorna su David, che mi afferra dolcemente una mano. Si mette in ginocchio davanti a tutti. I soldati che passano qui e là si sono fermati tutti per guardare la scena. Che imbarazzo, mio Dio.

"Carter Mills, vuoi sposarmi?"

Al risuonare di queste parole sento il mio cuore accelerare i battiti. Sento gli occhi di mezzo ospedale addosso e il mio nervosismo sale. Ho avuto paura di buttarmi per un sacco di anni. Forse è ora di iniziare un nuovo capitolo.

"Si!"

Quello Stronzo Del Mio CapoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora