TRENTATRÉ

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David

Rimango seduto sulla poltrona del terrazzo insieme a Colin per minuti interminabili. Entrambi stiamo osservando il Bourbon nei nostri bicchieri come se fosse la scusa perfetta per non parlare di altro. Quando l'ho visto lì sulla porta non credevo ai miei occhi: Carter era completamente ubriaca e infatti non ci è voluto molto prima di vederla andare per terra lunga e distesa. Nonostante avessi una gran voglia di mettergli le mani al collo, l'ho lasciato entrare e abbiamo portato Carter in camera mia.

L'ho trovata in un locale completamente andata e l'ho portata qui.

Quelle parole risuonano nella mia testa come il ronzio di una mosca che non vuole andare via. E un dubbio assillante si fa strada nel mio inconscio.

"Perché?" chiedo alla fine.

Colin mi osserva, confuso. Per la prima volta dopo due anni di rancore, la faccia del migliore amico di un tempo mi sembra tremendamente familiare.

"Perché cosa?"

"Perché l'hai portata da me?"

Colin rimane con lo sguardo fisso ad osservare il buio della notte che incombe su Brooklyn. Poi si lecca le labbra, come se stesse prendendo fiato.

"Non ti sembra di stare rivivendo la stessa cosa? Dopo tutto questo tempo?" mi chiede alla fine.

"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda"

"Però è così, non è vero? Sta capitando di nuovo... eppure un fulmine non cade mai nello stesso punto due volte"

"Che cosa vuoi dire?"

"Che l'ho portata qui perché questa non è più la mia battaglia David. Sappiamo entrambi che Miranda e Carter, anche se sono identiche, sono due persone completamente diverse. Io ho avuto il mio momento felice, e sono consapevole del fatto che anche se quella ragazza è identica a Mira, non potrà mai essere lei. La mia possibilità di essere felice l'ho avuta. Ma tu..."

Colin prende fiato, e dopo tutto questo tempo vedo trasparire in lui quello che sul serio sta provando: rabbia, dolore e rassegnazione per aver perso la donna che per lui contava più di tutti. L'amore della sua vita era morto circondato da un ammasso di lamiere, e lui se ne era sempre rimasto in silenzio, nel suo dolore più profondo, a scontare la pena che il destino gli aveva inflitto per aver amato la donna del suo migliore amico. Sembra addirittura invecchiato di colpo.

"Tu ti sei innamorato amico mio, e non perché quella ragazza assomiglia a Miranda, ma perché semplicemente ti trovi bene con lei. Questa non è la proiezione di quello che è già successo David... Questo è un nuovo inizio, e sta volta è per te. Non lasciartelo sfuggire come ho fatto io"

Vedo il mio ex migliore amico alzarsi dalla poltrona di fianco alla mia, e continuare a tenere lo sguardo perso nel nulla.

"Quando si sveglia, dille che ti dispiace... raccontagli la verità e dille quanto la ami. Dille che per te è e sarà sempre l'unica e che combatterai per lei anche quando non avrai più forze... dille che per te é come se fosse la tua vita...perché credimi David, una volta che ti viene portata via, parlare con una lapide del cimitero serve a ben poco"

Sento gli occhi inumidirmisi ed è lì che sento come se il mio petto si stesse per aprire. Finalmente ho capito. Non ho mai amato Miranda sul serio, o almeno non nel modo in cui avrei voluto, ma questo ragazzo... Questo ragazzo ha sacrificato tutto per lei per poi ritrovarsi con un pugno di cenere e un pacco di ricordi dolorosi. Vedo una lacrima solcargli una guancia e mi alzo di scatto dalla sedia.

Gli metto una mano sulla spalla e inconsciamente lo abbraccio, come fanno due amici che non si vedono da un sacco di tempo. Lo sento stringere i pugni e trattenere i singhiozzi. Entrambi cerchiamo di non esagerare, ma le lacrime sono inevitabili. Finalmente un grosso capitolo della nostra vita si stava chiudendo, e anche se l'epilogo era stato uno degli scenari peggiori, un nuovo futuro ci attendeva al di là del buio.
Rimaniamo così per un tempo indefinito, l'uno abbracciato all'altro, cercando di sostenere il nostro dolore insieme, come un tempo. Miranda non c'era più, e niente avrebbe potuto cambiare ciò che era stato.

"Ne usciamo tutti perdenti, eh?" chiedo, quando riesco a farmi tornare la voce.

"Forse non tutti" risponde Colin, sciogliendosi dal mio abbraccio.

Già. Io avevo ancora una possibilità. E non me la sarei fatta scappare per nulla al mondo.

Io e Colin rimaniamo ancora un po' a parlare, osservando un buio della notte. Dovevamo recuperare il tempo che ci eravamo lasciati sfuggire e non sarebbe stata un'impresa facile. In compenso, di una cosa ero certo: avevi ritrovato un amico.

Quello Stronzo Del Mio CapoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora