VENTISETTE

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Colonna sonora

The greatest - Sia🎶

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Cammino avanti e indietro aspettando impazientemente che il citofono suoni. È il primo vero appuntamento che ho con David da quando siamo tornati da Manhattan e mi sento un pochino nervosa. Avevamo concordato che dopo quel viaggio ci saremmo presi del tempo, e invece è come se fossimo ancora lì, totalmente fuori dalla quotidianità ed immersi in un bellissimo sogno.
Non so se sia esattamente ciò di cui ho bisogno adesso, ma non posso fare a meno di essere contenta di stare in compagnia del mio capo-nonpiu'tantocapo. Per quanto sia scorbutico e maniaco, non riesco a non trovarmici bene, e se da un lato questa cosa è parecchio inquietante, dall'altra è un'opportunità unica. Insomma, quando uno si presenta sotto casa tua con del cibo d'asporto e ti porta in un attico con Netflix illimitato e pizza, beh, come si fa a dire di no?

Sento il campanello suonare e appena apro la porta vedo il mio bel cavaliere già schierato per portarmi fuori a cena. Lo smoking grigio che ha addosso gli da un'aria più matura di quanto non sembri, e soprattutto mette in evidenza delle forme che il mio corpo ricorda molto bene. Molto bello devo dire.

"Ciao Pel di Carota. Allora, pronta?"

Sorriso timidamente e annuisco.
David mi prende la mano e mi porta elegantemente fino alla sua Land Rover, aprendomi la portiera con galanteria e garbo. Oggi siamo più teneri del solito vedo.
Dopo aver richiuso la portiera adeguatamente, si infila anche lui dietro con me e fa cenno all'autista di partire.

"Dove andiamo?" chiedo, curiosa.

"È una sorpresa. Lo scoprirai tra poco" sorride. Un sorriso mozzafiato devo dire.

"Alla fine non ti sei messa il sacco della spazzatura. Sono deluso" continua David, prendendomi in giro.

"Ci ho provato, ma è scomodo" lo canzono.

"Ma con questo bel vestito tutti vedranno quello che è mio" sorride, sussurrando al mio orecchio.

"Beh, non è scritto da nessuna parte che sia tuo" gli rinfaccio.

"Lo vedremo" dice con sguardo di sfida.

"Sei sempre più maniaco. Ti avviso, se mi stai portando a vedere la tua stanza rossa di frustini e dilatatori strani io passo" lo avviso.

Cinquanta sfumature di grigio è un bel libro, ma preferisco che certe scene rimangano nella mia fantasia. Anche perché se ricevessi una proposta come il contratto per Anastasia, Christian Grey o meno, rimarrei talmente traumatizzata che scapperei a gambe levate allertando polizia, forze speciali ed esercito in meno di cinque minuti. 

"Hai letto cinquanta sfumature di grigio?" sorride David, incuriosito.

"Forse" dico, rimanendo sul vago.

"Beh, qualche volta potremmo prendere spunto"

Mi volto verso di lui, inorridita, e lo vedo scoppiare a ridere fragorosamente.

"Dovresti vedere la tua faccia" continua a ridacchiare.

Serro la bocca, fintamente offesa.

"Beh scusa se non mi entusiasma farmi infilare cose strane là sotto a mo'di astuccio portaoggetti"

David continua a ridacchiare, divertito dalla mia reazione a quella proposta oscena.

Arriviamo in un ristorante fuori città, piuttosto elegante e molto particolare. Ha tutte delle decorazioni verdi per la sala e ci sono candele profumate ovunque. Sembra uno di quegli ambienti zen per fare yoga e meditazione.

Ci accomodiamo ad un tavolo e comincio a sfogliare il menù. Non ho idea di che cavolo significhino la metà delle parole scritte qui sopra, per cui decido di lasciar fare a David. Spero che non mi arrivino scarafaggi fritti o roba del genere.

Passiamo tutta la sera a dire le più grandi cazzate su qualsiasi cosa, mentre mangiamo zuppe strane con spaghetti e salsicce tibetane, i roba così.

Usciamo dal ristorante pieni come le uova, dopo di ché David decide di accompagnarmi a casa.
In macchina per poco non rimetto tutta la zuppa che ho mangiato, e arrivati davanti a casa mia ringrazio il cielo di essere di nuovo coi piedi per terra.

"Beh è stata una bella serata" dico, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Già. Dovremmo rifarlo"

"Si.. dovremmo"

"Allora... buonanotte"

"Buonanotte"

L'imbarazzo si taglia col coltello. Siamo andati a letto insieme, ma quando si arriva a questo punto c'è sempre un blocco totale.

Faccio per voltarmi ed entrare in casa, quando sento la mano di David afferrare la mia.

"Carter" mi chiama.

Mi volto e mi ritrovo il suo viso a pochi centimetri dal mio. Iperventilazione portami via.

"Dammi altro tempo" dice poi, spiazzandomi.

"Altro.. tempo?" 

"Dammi altro tempo per starti vicino"

Spalanco la bocca per rispondere, ma stranamente non esce nessun suono. Avanti Mills, parla dannazione.

"Io non so.. Insomma siamo sempre capo e dipendente.. già e troppo fare quello che stiamo facendo ora"

"La linea di confine ormai è andata,non è questo il punto... che cosa ti trattiene?"

Cerco di calmarmi e tiro un respiro profondo.

"Mi lascerai sola?"

Vedo David guardarmi in modo confuso. Sapevo che questa domanda non sarebbe stata semplice. Non lo è per nessuno.

"Io.. ho già perso delle persone.."

In quel momento mi compare davanti  al viso la faccia di mia madre adottiva. Era una donna buona, ma era anche il mio punto debole. E come mia madre biologica, mi aveva lasciata anche lei. Se l'era portata via un male senza cura, ed io ero rimasta completamente in balia degli eventi, con solo mio padre a prendersi cura di me.
Sento i miei occhi inumidirsi. È sempre così quando penso a lei.
Piano piano tutto quello che c'è intorno a me scompare, e rimane solo quel vuoto incolmabile.

Due braccia forti e calde mi riportano alla realtà, e mi ritrovo avvolta da un abbraccio sincero di David. Sento il suo cuore battere e per un attimo mi concentro su quel suono melodioso che sembra tirarmi fuori dalla mia oscurità.

"Non mi perderai"

Rimango pietrificata per un attimo, mentre quelle parole riecheggiano nella mia testa.

"E come fai a dirlo?"

"Lo so e basta" 

"Sei diventato un profeta all'improvviso?" domandò, cercando di smorzare la tensione.

"Può darsi"

Passiamo qualche secondo il silenzio, finché non mi decido a parlare.

"Stammi vicino e non andartene"

Sento un sorriso sollevato e felice allargarsi sul volto di David.

Rimaniamo abbracciati per minuti interminabili, finché dato l'orario non lo invito ad entrare.
Non so perché, ma quando lui è con me, mi sembra di non essere mai stata sola.
Che sia la mia occasione per essere felice?

Quello Stronzo Del Mio CapoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora