VENTUNO

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Colonna sonora

Shake It off - Taylor Swift 🎶

*****

Apro un occhio e osservo la sveglia sul mio comodino: le nove e mezza. Alzo la testa dal cuscino a fatica e mi accorgo di indossare solo le mutande. Sono talmente rimbambita dal vino di ieri sera che credo che non berrò niente per un bel po', accidenti. A malapena capisco dove mi trovo. Mi volto lentamente, per evitare di dare altre botte al mio cervello già in condizioni pietose, e quando lo vedo al mio fianco spalanco la bocca incredula. David è sdraiato a pancia in su, e dorme come un angioletto con le mani dietro alla testa. Manco fosse al mare.

Sono andata a letto col mio capo sul serio. Ma che diavolo mi è venuto in mente?!
Io non berrò mai più un goccio di alcool in vita mia. Mai. Più.

Strizzo la faccia in una smorfia di rimprovero verso di me. Mi mordo il labbro dal nervoso.
A mano a mano che le cose mi ritornano in mente però, mi rendo conto di quanto in realtà mi sia piaciuto. Beh... forse dopo oggi mi lascerà in pace definitivamente e potrò andare avanti come si deve. Siamo andati a letto insieme e basta. Non significa niente.

Continuo a ripetermi queste parole nella testa come un mantra mentre trovo qualcosa da infilarmi addosso. Respira lentamente Carter. Non pensare a ieri sera, non pensare a David, non pensare al fatto che sia stata la notte migliore della tua vita.

Non pensare e basta. Di solito ti riesce bene.
Da quando le coscienze hanno il senso dell'umorismo?

Mi rivesto e mi infilo in bagno. Mi do una sistemata veloce e cerco di scacciare i pensieri poco casti dalla mia testa. Okay, ho sbagliato una volta, ero ubriaca. Non ricapiterà.

Esco dal bagno a testa bassa, ancora immersa nelle mie paranoie, e vado a sbattere contro un petto nudo e duro.
Mi si blocca la respirazione per qualche secondo.

"Buongiorno Pel di Carota, hai dormito bene?" mi chiede David, con un sorrisetto soddisfatto in faccia.

Apro la bocca per dire qualcosa, ma non riesco a far uscire nulla. Non mi viene in mente un corno da dire.

David mi rivolge uno sguardo confuso.

"Hai fatto talmente tanti gemiti che non hai più voce adesso?" mi prende in giro.

Le mie guance prendono fuoco. Ma perché deve essere sempre così stronzo.

"No-no, cioè si ho dormito bene... ecco.. questa cosa... che abbiamo fatto stanotte..." dico, sommessamente, gesticolando e facendo delle pause per riprendere fiato. Non ero così in imbarazzo dal giorno in cui caddi a faccia a terra sul palco dopo che mi avevano consegnato il diploma.

David solleva un sopracciglio e mi guarda divertito.

"Ecco, noi non... insomma.. tu sei il mio capo, e i dipendenti non vanno a letto col capo, anche se tecnicamente noi lo abbiamo già fatto, ma non importa, nel senso, quello che sto cercando di dire..."

Sto dicendo cose a cazzo.
David mi osserva, cercando di non scoppiare a ridere.

"Il fatto che è da quando ti ho salutato che non mi guardi negli occhi dovrei considerarlo come un si, stanotte mi è piaciuto?"

Tra poco mi esploderà la testa. Sospiro rassegnata. Mi sento un'idiota.

"Quello che sto cercando di dire è che è sbagliato! Noi non avremmo dovuto farlo"

David aggrotta la fronte.

"Non è stato di tuo gradimento per caso?"

Sollevo lo sguardo e quando i nostri sguardi si incontrano per poco non mi sciolgo come un gelato sotto al sole di agosto.

"No! No! Non è questo, anzi..." comincio, massacrandomi le mani.

David sospira e mi mette le mani sulle spalle. Senza il vino è molto più difficile parlarci in una situazione del genere.

"Senti Carter, io non voglio farti nulla che tu non voglia fare, ma se ti piaccio perché ti fai frenare da queste stupidaggini?"

"Magari fossero stupidaggini ... sai cosa penserebbero le mie colleghe?"

"Che pensino quello che gli pare, che ti importa?"

"Direbbero che sono un'arrampicatrice! Insomma... Non so se è davvero quello che fa per me... insomma mi sarebbe piaciuto avere il mio bel principe azzurro, qualcuno con cui costruire qualcosa..."

David mi guarda, e abbassa la testa, rassegnato, sospirando sonoramente.

"Facciamo così" dice, tornando con lo sguardo su di me, "lasciami essere questo fantomatico principe azzurro per questi ultimi giorni a Manhattan. Quando torneremo, decideremo cosa fare.
Anche io non so esattamente come funzioni... anzi, dopo l'ultima volta non so se ne sono ancora capace.."

Corrugo la fronte. Se devo decidere e accettare questa proposta, ho bisogno di avere la situazione chiara. Non posso andare a tentoni.

"Che cosa ti è successo l'ultima volta?" chiedo, deglutendo.

David mi fissa per qualche secondo, poi si stacca da me e va a sedersi sul letto. Ha uno sguardo malinconico.

"Sai quando mi hai chiesto di Miranda?"

Annuisco, cercando di fare finta che Max non mi abbia detto nulla a riguardo.

"Miranda era mia moglie. È morta in un incidente stradale due anni fa"

"Accidenti David.. Mi dispiace..." dico, mettendomi una mano sulla bocca.

"No, non devi preoccuparti. Eravamo già separati da mesi ormai"

"Separati?" chiedo, aggrottando la fronte.

David sospira malinconicamente.

"Alla Angel c'è stato un periodo in cui il lavoro era aumentato parecchio, per cui trascorrevo mattina pomeriggio e sera in azienda, per finire ciò che dovevo fare. Un giorno, dopo tanto tempo, sono finalmente tornato a casa prima... ero felicissimo, finalmente potevo concedermi una pausa.. Ma quando sono tornato a casa, Miranda era nel letto con un altro uomo"

Mi si spezza il fiato. Accidenti.

"C'è motivo se non sopporto Colin, Carter"

Oh. Adesso mi sembra tutto più chiaro.

"Era Colin l'amante di... di tua moglie?"

"Già. Ed era anche il mio migliore amico."

Quest'uomo è più sfigato di me per quanto riguarda le questioni di cuore.
David mi sorride debolmente.

"Mi dispiace..."

"Non dispiacerti. Sono andato avanti da un pezzo ormai"

Stringo le labbra. Non so perché ma questa ultima frase mi sembra una grossa bugia.
Mi osservo le mani e non so cosa dire. Sono situazioni estremamente pesanti.

"Va bene"

"Va bene?" mi domanda lui, confuso.

"Puoi essere il mio principe azzurro finché non torniamo a Brooklyn" dico, sorridendo leggermente.

Lo vedo abbassare la testa sorridendo, poi si alza e viene verso di me, stringendomi in un abbraccio sincero. Il suo profumo è ancora più buono di quanto me lo ricordavo.

E per la prima volta, sento che il ghiaccio intorno al cuore di quest'uomo sta iniziando a sciogliersi .

Quello Stronzo Del Mio CapoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora