TRENTASEI

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Io e Jasmine rimaniamo spalmate sul divano a dedicarci alla nullafacenza fino a sera, inebriate da popcorn e televisione. Quando vogliamo sappiamo essere estremamente sedentarie.

Ad un certo punto, sentiamo il campanello suonare per la seconda volta in una giornata, e rimaniamo stranite per qualche secondo. Di solito non ci cerca nessuno, ed essere cercate per più di due volte in una giornata è una cosa straordinaria.

"Oado io" dico, con la bocca piena di pop- corn.

Scendo dal divano rotolando e mi appropinquo ad aprire la porta. Appena spalanco la soglia davanti a me si presenta un David in giacca e cravatta, vestito di bianco, con un'espressione tranquilla in viso. Il completo è aderente e i suoi muscoli sono messi in evidenza da praticamente ogni centimetro di tessuto.

Nonostante tutto quello che è successo, il suo aspetto mi fa ancora effetto, per cui per poco non mi viene un attacco di epistassi.

"Oavid, osa hi hai hui?" sbiascico dalla sorpresa.

"Manda giù e poi parla, Pel di Carota" sorride, levandomi un po' di sale dalla guancia.

Mando giù il boccone, dopo di ché rimango a fissarlo come una in botta da eroina che si è appena sparata una dose.

"Dicevi?" mi domanda, notando la mia bava alla bocca.

"Oh si, giusto... che cosa ci fai qui?" domando.

"Beh, dopo tutto quello che è successo volevo assicurarmi che stessi bene. Non è facile prenderla nel verso giusto, anche perché non capita tutti i giorni di ritrovarsi un sosia in giro per il mondo"

"In effetti.." annuisco, "comunque sto bene, grazie".

"Molto bene" sorride, furbo.

Detto questo, lo vedo cingermi velocemente la vita e sollevarmi come un sacco di patate.

"Ma che diavolo... Mettimi giù! Sei fuori?!" squittisco, immaginandomi già spalmata al suolo.
David, incurante delle mie lamentele, mi mette una mano su una chiappa come se niente fosse e comincia ad andare verso la sua macchina, parcheggiata appena fuori da casa mia.

"Aiuto! Mi rapiscono!"

"Ma che succede?" domanda Jasmine,confusa, arrivata in mio soccorso.

"Io e Carter dobbiamo parlare. Te la riporto domani mattina come nuova" assicura David, facendo l'occhiolino furbo alla mia coinquilina.

"Ma... aspetta..." continua Jasmine, poco convinta.

"Non preoccuparti, ti ho lasciato compagnia. Credo che abbiate molto da dirvi"

"Jasmine" sento dire dalla voce di Josh.
Cerco di sollevare la testa, e vedo l'amico di David con una faccia affranta, che va verso Jasmine. Lei rimane un po' interdetta, ma poi lo fa entrare in casa.

Non riesco a vedere altro, perché David mi carica in macchina come se niente fosse.

"Ma io volevo vedere come finisce!" mi lamento dopo che il superboss mette in moto la macchina.

"Hai un altro finale di cui preoccuparti mi sembra" mi sorride lui, mentre partiamo verso l'ignoto.

"Ma che follia è questa? Non ho neanche il cellulare. Se mi fai a pezzi e mi chiudi in una cantina come la chiamo io la polizia?" piagnucolo.

"Dubito che riusciresti a chiamare la polizia se dovessi decidere di farti a pezzi"

"Touchè... allora dove stiamo andando? Almeno posso sapere dove morirò?"

Quello Stronzo Del Mio CapoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora