Sorelle.
Sorelle gemelle.Non che mi aspettassi di sentire storie fantascientifiche su un clone mandato dallo spazio, ma sentirlo dire ad alta voce mi ha un po' scombussolato. Pensare che ci fosse una copia di me identica, col mio stesso sangue che se la vedeva col mondo mi da quasi I brividi. Per tutto il tempi ho sempre cercato di accantonare l'idea che fosse vero, ma ormai il dado è tratto, e più guardo David e più me ne ricordo.
Mi sto praticamente massacrando le unghie dal nervoso, mentre David mi stringe a sé, seppur i suoi occhi siano persi nel vuoto. Abbiamo creduto per troppo tempo in una favola troppo bella, e adesso non solo non riuscirò mai più ad entrare in azienda, ma anche la mia relazione sta per essere minata come mai avrei pensato.
Da quando siamo tornati alla casa di montagna tutti non fanno che ripetermi tu non sei Miranda, ma la sensazione di non stare facendo la cosa giusta rimane comunque.
Abbiamo chiesto al detective di non rivelare nulla per nessun motivo, anche perché già sono abbastanza nei guai così e non voglio assolutamente essere sbattuta in prima pagina.
"Scusami un momento" dico a David, schioccando un piccolo bacio sulla sua guancia e alzandomi dal divano.
Indosso il giubbino e esco su uno dei tanti balconi disponibili a prendere una boccata d'aria. Ultimamente mi sembra di soffocare un po' troppo spesso, e anche se quest'inframmezzo di vacanza e serenità è stato bello, dopo questa notizia non so proprio cosa dovrei fare.
Prendo il cellulare dalle tasche e compongo in fretta il numero di telefono che meglio ho imparato a conoscere in questi anni.
"Pronto"
"Ciao papà"
"Ehi tesoro! Come stai? Sei ancora in fuga dai giornali?"
"Non per ora, ma lo sarò molto presto. Per questo ti ho telefonato. Devo farti una domanda"
"Dimmi pure tesoro"
"Quando mi avete adottata tu e la mamma sapevate che avevo una sorella?"
Un silenzio assordante mi scava dentro i timpani e capisco che la risposta in arrivo non mi piacerà. Mio padre sospira rassegnato.
"Quando ti abbiamo adottata c'era un'altra coppia interessata alla vostra adozione. L'istituto decise così di dividervi: tu saresti stata nostra figlia, mentre l'altra bambina sarebbe andata in adozione ad una facoltosa famiglia di New York. Io e la mamma decidemmo di non parlare di nulla finché non saresti stata grande abbastanza da capire... Ma poi è andata come è andata, lei è morta e io... Non sono stato abbastanza forte da accettare la possibilità che tu scegliessi un'altra famiglia tesoro. Mi dispiace"
Le lacrime cominciano a solcarmi il viso, e faccio fatica a trattenere i singhiozzi.
"Non è colpa tua papà. E comunque non avrei mai scelto un'altra famiglia"
"Un padre non capisce mai fino in fondo che cosa passa per la testa ai propri figli. Tua madre è sempre stata più brava di me in questo"
"Anche tu non te la sei cavata male. Ora però ho bisogno di tempo"
"Quando tornerò da questa missione e sarò a casa definitivamente ti racconterò tutto quello che vorrai sapere"
"D'accordo"
"A presto piccola"
"Ciao papà"
Metto giù la cornetta e sospiro profondamente, asciugandomi gli occhi. Probabilmente doveva finire così. Rientro e torno in salotto, sperando che andando a dormire presto mi venga in mente qualcosa di utile da fare per ricostruire la mia vita per quel poco che ne rimane.
STAI LEGGENDO
Quello Stronzo Del Mio Capo
Romance[COMPLETA] Semplice, estremamente goffa e dalla lingua tagliente, Carter Mills è una ragazza di ventisette anni sempre alle prese con qualche disavventura. Coltivando la sua passione per la letteratura e per la scrittura in generale, Carter lavora d...