CINQUANTATRE

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Disperso in campo.

Quelle parole risuonavano dentro alla mia testa da più di tre ore.
Sono seduta sulla poltrona del mio salotto, di ritorno dalla base di mio padre. Durante l'ultima missione qualcosa e andato storto e lui non è tornato al campo base. Non so cosa sia successo di preciso. So solo che è stata inviata una squadra di recupero per trovarlo, ma che ancora non si è saputo nulla. Mi sto tenendo la testa tra le mani: sento che se la mollo potrei svenire in malo modo e non svegliarmi più.
Non posso perdere anche lui. Non ora.

Una volta saputa la notizia sono accorsi tutti per tirarmi su di morale: Jasmine sta preparando dei toast in cucina, Josh e Max le stanno dando una mano, mentre Colin e David sono seduti vicino a me e stanno cercando di distrarmi in tutti i modi possibili e immaginabili. Non so quanto però stiano riuscendo nel loro intento. Credo che finche non saprò cosa è successo a mio padre non riuscirò a rimanere tranquilla.

Ad un certo punto sento il citofono suonare dal niente, ma sinceramente ho un po' paura ad andare ad aprire. E se fosse morto? Se fossero venuti a dirmelo di persona? Se fosse finita?

"Vado io, voi tenete d'occhio la piastra con i toast" dice Jasmine, raggiungendo la porta.

Appena gira la chiave nella serratura, non fa neanche in tempo a spalancare la porta che un tornado dai capelli biondi si presenta in salotto. Lona ha quasi sfondato la porta ed è bordeaux in faccia.

"Ehi, ma che fai?!" chiede Jasmine, incazzata.

"Lo sapevo che eri qui, con lei!" sbraita Lona, riferendosi a me e a David.

"Lona, ma che cazzo ti salta in testa?!" urla David, appena assiste alla sceneggiata.

Io sto cercando di isolarmi il più possibile da questa situazione. Potrei scoppiare da un momento all'altro.

"Lei ti ha lasciato e tu vieni a cercarla?! Lo sai che lei non può darti quello che vuoi"

"Se non esci di qui subito ti faccio vedere io quello che vuole, brutta..." sclera Jasmine, camminando verso di lei e andando sul sicuro per dargli un manorovescio di quelli che non si scordano.
David la ferma all'ultimo, grazie al cielo. Non ho bisogno anche di una rissa in casa mia.

"Lona,vattene! Noi non stiamo e non potremo mai stare insieme, con o senza Carter, fattene una ragione, ora esci di qui" le intima David.

"Perché... perché una stupida ragazza di campagna va bene e io no?!"

Non ci vedo più dalla rabbia. Mi alzo dal divano e in un secondo sono davanti a lei. Gli mollo uno schiaffone in piena faccia. Quando è troppo è troppo.

"O te ne vai tu o ti faccio uscire io, decidi" le ringhio contro.

Sul momento la vedo rimanere spiazzata. Mi lancia un'occhiata colma di odio, e poi se ne va esattamente com'era arrivata. Che donna insulsa.

Appena la porta si richiude mi volto e vedo tutti i presenti abbastanza scossi. Di istinto David mi avvolge in un abbraccio. Scoppio in lacrime all'improvviso e sento che sto lasciando andare tutto. Non voglio più essere triste.

Un secondo dopo sento il cellulare vibrarmi nella tasca: lo afferro al volo e rispondo immediatamente.

Sento un'insieme di parole che, finalmente, mi liberano da un peso. Chiudo la chiamata, incredula.

"Hanno trovato mio padre, è vivo"

Quello Stronzo Del Mio CapoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora